domenica 30 dicembre 2012

Io non redistribuisco, pulisco con detergenti naturali, "ippoallergenici", biologici, biodegradabili, non inquinanti, ma al più blandamente fertilizzanti per piante, micro-organismi ed alghe.
Stringere la mano è un gesto socio-socevole che esprime cordialità. Lo consideravo, un embrione, un seme piantato nella terra, un piccolo gesto che dichiara disponibilità verso gli altri -Il famoso "stringetevi la mano in segno di pace" nel rito liturgico-catechesico-ecumenico. Ebbene oggi è successo qualcosa che ha irrimediabilmente incrinato la mia fiducia in quel rito iniziatico. Oggi ho scoperto che dietro un gesto apparentemente innocuo, largamente usato per esprimere "pace", si può nascondere una insidia sconosciuta e largamente inesplorata. Io, come dicevo non uso carta igienica -anche a causa del fatto che mi troverrei lievemente in ansia e a disagio alla barriera "casse" nel momento dell'acquisto. Immagino che chi "scontrina" si chieda sempre se ha di fronte un colitico o uno stitico, oppure dica tra se e se a "mezza bocca" "ecco un altro cagone"... magari indotto a pensarlo dalla confezione. Io sceglierei, se fossi proprio costretto, non quella poliveli, morbida... di pura cellulosa, ma una più "seria"... magari "crespatina", come quella che si vendeva una volta, in modo da dare una impressione austera e di robusta vigoria, capace di far intendere: "evacuo, quindi sono, ma solo perchè costretto da cause di forza maggiore", tant'è cresciuta la soglia del disgusto e del riserbo-,   ma preferisco lavare e racchiudo in questo piccolo gesto igiene e conservazione degli alberi, una volta appurato che uso solo ingredienti naturali. Sono uno di quei maniaci ossessivi che si fanno il sapone in casa usando solo prodotti esclusivamente naturali. Né composti chimici, né additivi, né aromi né profumi chimici ottenuti dalla frazione aromatico/alimentare dei prodotti petroliferi. Il profumo o un qualsiasi altro componente lo ottengo o tramite distillazione o attraverso l'uso di tecniche naturali. Non a caso posseggo un alambicco e tutta una serie di strumenti che mi consentono di estrarre dai prodotti naturali tutto ciò di cui ho bisogno. Dunque dicevo dopo aver "espletato" le funzioni corporali, non uso carta, anche perchè non è poi così igienica come il suo nome sembrerebbe suggerire e sarebbe stato meglio chiamarla "carta per sedere" -a costo di correre il rischio di fraintendimenti- in quantoche si limita a "redistribuire" su una zona più ampia quel che c'è e non a pulire. Questa mattina, "per necessità" ho scoperto che questo gesto, solo apparentemente utile, ha anche delle controindicazioni di una certa rilevanza o almeno capace di limitare le normali attività sociali socialmente compiute. Infatti la carta usata all'uopo si può strappare e fin qui poco male. Il tutto si risolverebbe con una superficie più o meno ampia della mano, che usualmente eroga il servizio, sporca. Niente di particolarmente sconvolgente, in mancanza di unghie, basterebbe lavarsi le mani. Non si presta la dovuta attenzione alle unghie! Questa la sconvolgente osservazione che ha cambiato il mio modo di vedere rispetto al gesto "stringi la mano" "in segno di amicizia". Chissà quanti colibatteri fecali vengono scambiati con il simpatico, primo, gesto che si scambia in un incontro. Guardo alle "unghie sporche" con sospetto e in modo nuovo e diverso ed ogni volta mi chiedo: "quanta materia organica anfibia trattengono"? Le più insidiose e pericolose sono quelle delle donne per maggiore "propensione marginale alla rottura della carta, lunghezza e "pittura" che non lascia vedere "cosa c'è sotto". Quando qualcuno avanza, come un serpente, la mano in cerca di un gesto sincronizzante, io la lascio penzolare come un abito steso ad asciugare e guardo attentamente alle unghie, poi prendo il mio simpatico interlocutore per la collotta e scuotendolo energicamente gli chiedo: "TU, DOPO CHE VAI IN BAGNO, TI PULISCI CON LA CARTA IGIENICA O TI LAVI?"

sabato 22 dicembre 2012

Un tram chiamato desiderio.
Un tram è una società "in vitro". Un certo numero di persone costrette a vivere in uno spazio limitato, costrette loro malgrado a doversi sopportare, senza nessuna voglia di volersi sopportare, un luogo per mettere insieme singole paranoie, fobie e instabilità. Questo però è un tram particolare, è un tram per "vips", chi lo popola raramente si incontra su un "mezzo pubblico". Si tratta perlopiù di persone con preferenza per auto blu, abituati, comunque, a viaggiare "comodi" su mezzi di proprietà esclusiva, persone che se prendono un autobus lo fanno per vedere gli strani insetti che lo popolano, non abituati, anzi, piuttosto nauseati dagli "odori" che in esso aleggiano. Questo è un tram in cui si può, se lo si desidera fortemente, visualizzare quel che questa dissezione di umanità privilegiata sta pensando e i cumuli di immondizia che nel corso del tempo si sono accumulati in strati sovrapposti e dal quale si sprigionano aromi e liquami degni di una discarica.
Assessore, con problemi di stipendio, con cui si può fare qualche cosa in collaborazione, con cui si può fondare un ente che rileva e sistematizza i bisogni degli aggregati urbani lungo le strade a maggiore percorrenza, in luoghi dove si sviluppano patologie molto rischiose per le persone che le sviluppano.
Assessore alla viabilità di una cittadina di provincia;
Impiegati di vario titolo e grado;
IL responsabile markètting, nonchè proprietario di un noto supermercato;
Consigliori comunale;
Sindaco;
Deputato;
Senatore;
5 Manager di vario livello: qui, quo, qua, cip e ciop;
un medico;
un gestore di una palestra e di uno stabilimento balneare; 

L'amministratore delegato della autostrade.

Certo, quando ho individuato il sito per l'apertura di un nuovo supermercato, non ho pensato al "passaggio", ho solo pensato al convenientissimo affitto del locale. Quasi un regalo. Poi, dopo l'apertura sono venuti i problemi. La scarsa visibilità, il quasi assente passaggio, l'inesistente "concorrenza" in termini di rapporto qualità/prezzo dei prodotti rispetto agli altri centri di spaccio di beni di largo consumo hanno determinato questa situazione di quasi fallimento. Per me, in caso di fallimento, per la mia età -età di scarsa ricollocazione sul mercato-, si prospetta, nell'ipotesi migliore, l'impiego al call-center, la disoccupazione dura,  o il suicidio. Da qui il tentativo di ricercare soluzioni inusuali capaci di impedire il tracollo dell'azienda e, soprattutto, mio personale. Allora mi sono rivolto ad un "caro" amico che mi ha consigliato un incontro con l'Assessore alla viabilità. Io vivo in una cittadina di provincia della regione Lazio. Apparentemente una ridente cittadina, di fatto uno sporco agglomerato di mafia, una situazione che non ha nulla da invidiare a paesini quali "corleone" o città come "Palermo". Chissà come in questi luoghi a qualcuno particolarmente illuminato è venuta in mente la "bizzarra" idea di eliminare la mafia. Sulla questione solo una semplice, evidente, illuminante considerazione: la mafia è ineliminabile, essendo un aspetto essenziale -il rovescio della medaglia, il lato oscuro- della natura stessa degli esseri umani e della loro abitudine a vivere secondo una logica di "gruppo chiuso", gruppo nel quale si evidenzia naturalmente la contrapposizione "amico/nemico"-"interno-esterno". Se la mafia è ineliminabile, tanto vale farsela amica, o comunque provare a contrattare qualche piccolo, residuale favore.
n: "assessore, in un ottica di benessere e di sviluppo della nostra incantevole cittadina, le chiedo di voler favorire, con un trascurabile atto amministrativo riguardante la viabilità e logistica, la mia piccola attività economica, al fine di evitare che diverse famiglie finiscano nell'isidiosissimo gorgo della disoccupazione. Io nel mio piccolo ho favorito l'occupazione e la produzione di reddito per circa dieci unità, che in caso di chiusura e fallimento della mia attività si ritroverebbero in mezzo ad una strada, senza nemmeno poter accedere a quelli che tradizionamente sono i cosiddetti ammortizzatori sociali. Infatti, in maniera direi incomprensibile, la mia azienda è tagliata fuori da questo tipo di "attenuatori" delle "ruvidità" della vita quotidiana. In fondo io sto chiedendo davvero una inezia. Naturalmente sono disposto a pagare per questo piccolo "disagio" quel che è necessario. Si tratta di un provvedimento amministrativo di nessun impatto sulla vita della cittadina, ma di grande rilevanza per la mia attività e per le persone in esso impiegate. Io non chiedo questo per me, ma per i miei dipendenti ai quali sono legato profondamente e che conosco da tutta una vita."
Assessore: "di cosa di tratta? Ha già in mente qualcosa di particolare?"
n: "Si, come accennato prima, si tratta di una piccolissima, insignificante variazione nel flusso del traffico della zona in questione... vede, mi sono permesso di portare una piantina topografica...
n si alzò dal tavolo e prese dalla sua borsa una piantina catastale che aprì sul tavolo. Il segmento di città imprigionato nella carta, mostrava evidenziato in giallo fosforescente una "rotonda" di media grandezza ed una delle 5 strade che la intersecavano.
n: "Vede, il mio supermecato si trova su questa strada che intercetta la rotonda a cui arriva la tangenziale est... ecco, la mia idea è di porre dei sensi unici sulle tre strade che si dipartono dalla rotonda, lasciando come unico sbocco per tutti i veicoli che arrivano dalla tangenziale est la via su cui è situata la mia piccola attività economica. Chiedo solo questa piccolissima variazione nella viabilità cittadina e lo chiedo non per me, ma per poter conservare il lavoro a quei "bravi ragazzi" ed onesti lavoratori che sono alle mie dipendenze che non meritano di finire sulla strada.
Assessore: "10.000 € per me più una piccola partecipazione alla sua attività economica, poi dovrà comunque contattare, di sua iniziativa, senza che io venga coinvolto in nessun modo "l'ufficio tecnico" in cui lavora il Geom. Squacia e l'ufficio per l'apposizione/rimozione dei cartelli stradali. Con una piccola aggiunta potremmo modificare anche il nome della Via, magari sostituendolo con il nome del suo supermercato, creando una sinergia positiva, capace di generare una pubblicità perlopiù occulta ogni volta che si pronuncia il nome della strada, tra lo stesso supermercato e il luogo dove è situato.
n: "... e di quanto sarebbe questa aggiunta...
Assessore: "altri 5.000 € per me, e ovviamente sarà necessario contattare, sempre di sua iniziativa e senza che io venga minimamente coinvolto il Rag. Pillola dell'ufficio toponomastica. Guardi è un vero affare, sto applicando solo gli "onorari" stabiliti nella riunione ristretta del Municipio... insomma Lei con un contributo pari al "minimo sindacale" si assicura benessere e prosperità per il resto della sua vita."
n: "ok, ci sto."
Adesso il flusso di auto che passa, che è obbligato a passare, davanti alla mia piccola impresa è più che decuplicato ed il commercio ha registrato una brusca e sempre crescente impennata con notevole soddisfazione mia e di quel grand'uomo dell'Assessore che ha a cuore solo la prosperità e lo sviluppo economico della nostra particolare realtà. È così che è iniziata la mia fortunata, sempre in attivo, "sfolgorante" carriera di "onorato" uomo d'affari. Il nome della strada, concordato con l'Assessore e in concomitanza con il centocinquantenario dell'unità d'Italia è quello di ben noti patrioti che a prezzo dell'estremo sacrificio, almeno così ho capito, hanno reso l'Italia un unico inviolabile paese. Tutto ciò ha avuto un costo davvero conveniente e che, perdipiù, ho anche inserito tra la contabilità come bene "ammortizzabile"  per una spesa complessiva di 25.000 €. Adesso il supermercato si chiama "ai Fratelli Bandiera" e lo si può trovare al 113 dell'omonima Via.

martedì 11 dicembre 2012

Numeri... Solo Numeri, ovvero, meglio la Padella o la Brace?
La "ricetta economica" che vorrebbero applicare in Italia è la stessa che hanno applicato in Grecia.
si tratta della solita, trita, ricetta "liberista", ma quali sono i risultati di questa "cura" per ridurre il "debito pubblico", anzi "sovrano", cioè, con un eufemismo, per rimettere in "ordine" i conti pubblici -e far arricchire quelli privati? .
In cinque anni di "cura" in Grecia:
il P.I.L. si è ridotto del 25%... ripeto, 
SI È RIDOTTO DEL 25%;
il debito pubblico è aumentato di 3 volte... ripeto  
È AUMENTATO DI TRE VOLTE.
A questo punto qualsiasi persona sana di mente, ragionevole e non in malafede capirebbe che si tratta di una "cura" inefficace, che magari serve ad ammazzare il paziente, non a "guarirlo", ma non i nostri intrepidi governanti, tecnici insuperabili ed economisti "marginali-sti", ma non i politicanti nostrani, ben lieti di prendere parte, come osservatori, ad un esperimento che coinvolge milioni di persone e che produce e potrà produrre solo miseria e povertà.
L'uscita dall'Euro sarà dolorosa, estremamente dolorosa, ma sarà sempre meglio che fare la fine dei Greci, che, alla fine, usciranno lo stesso (cornuti e maziati), anzi per meglio dire saranno invitati ad uscire, o ancora meglio saranno buttati fuori dagli "inservienti" del famoso circo Barney europeo, una volta spremuti fino in fondo, senza un Euro o una Dracma in tasca.

lunedì 10 dicembre 2012

Teoria dei Giochi
 "Puoi cambiare la società sapendo che se procedi apertamente andrai incontro a reazioni di opposizione, così non lo fai apertamente, ma con il gioco di: problema → reazione → soluzione. Fase 1: crei un problema (una bomba, un 11 settembre, una corsa di un acquisto a una valuta, un crollo della borsa, la caduta di un governo), poi comunichi alla gente la tua versione di: a. chi è stato; b. perchè. A questo punto lo schema problema-reazione-soluzione, crollerebbe se i mezzi di comunicazione avessero qualcosa a che fare con il giornalismo. Al contrario i mass-media sono un “ufficio pubbliche relazioni per la versione ufficiale degli eventi". Praticamente l'unica fonte di informazione su un evento sono i mass-media e ciò a cui puntano nella fase due dello schema problema-reazione-soluzione è la reazione di sdegno, di forte paura, vogliono che il pubblico dica che è necessario intervenire. Questo consente la fase 3, cioè chi ha creato il problema raccoglie la reazione pubblica tramite una storia falsa per poi offrire pubblicamente le soluzioni ai problemi che essi stessi hanno creato".


 mONTI ricorrerà allo schema problema-reazione-soluzione. A seguito delle sue dimissioni(problema), aumenterà lo spread (reazione) e poi tornerà più splendente che mai!!!! (soluzione)... -almeno questo è quello che vorrebbero realizzare lui e i suoi "compagni di merenda".
Dopo di che chi si azzarderà più a contrastarlo?
Si tratta della pietra tombale sul vecchio sistema domocratico?

domenica 9 dicembre 2012

due per uno.
Lèggi del Mercato.

Questa storia ha origine in una regione di niplandia, chiamata nipregione. In questo luogo si vive sulla "soglia" -non al di sotto!"- della povertà e alle volte si scivola al di dentro, a "vite" o... a scelta.
Le condizioni di vita sono talmente misere che in una famiglia si usano i vestiti a turno. Inutile dire che lo stato delle cose rappresenta l'humus adatto al fiorire di comportamenti "socialmente devianti". Si dice: "l'ampiezza del mercato marcia di pari passo con la divisione del lavoro", ma si potrebbe anche dire: "la divisione del lavoro segue l'ampiezza del mercato". A rendere soggettivamente vere queste affermazioni è, poi, l'atto di fede nel nesso causale per il quale si ha preferenza. Identiche condizioni si riflettevano anche nel mondo un po' torbido della piccola criminalità.
N16-313 e n4-331 erano buoni amici, e qualche volta, più per bisogno che per convinzione, tentavano di arrotondare le magre finanze familiari con i proventi di attività "poco lecite". Niente di serio, lavoretti di poco conto. Furto con poca destrezza di una bicicletta o di una borsa lasciata involontariamente incustodita, o di una carrozzina parcheggiata senza sorveglianza...
Questa volta avevano fregato un campionario di scarpe. Scarpe di classe, non le solite scarpe di cartone lavorato in finta pelle o con tomaia e suola di copertone d'auto usato. Scarpe di marca con suole in cuoio e tomaia in vera pelle. Capolavori dell'artigianato nazionale, scarpe che si espongono soltanto nei negozi di lusso del centro del solito "villaggio globale". Scarpe costosissime, che arrivavano a costare anche 3-4 stipendi di un umile operaio non qualificato e 7-8 di un precario. Questi magnifici manufatti, delle vere e proprie opere d'arte avevano un unico inconveniente: erano scarpe uniche, o destre o sinistre. Subito dopo il colpo, galvanizzati dal successo, organizzarono un "banchetto" per la vendita. L'iniziativa riscosse l'approvazione di tutto il rione. In poco tempo il banchetto si ritrovò immerso in una folla da piccolo stadio.
Inizialmente, i potenziali acquirenti non si erano nemmeno accorti che sarebbe stato necessario essere "monogamba" di "destra" o di "sinistra" per poterle "agevolmente indossare e "goderle appieno".
N16-313: "Strepitosa offerta. Scarpe nuove totalmente in pelle e cuoio, plantare anatomico, calzabilità perfetta.
Pianta larga? piede lungo o piatto? arco rialzato?... non ha importanza. Si possono calzare avendo la sensazione di essere a piedi nudi, tanto sono morbide e adattabili a ogni tipo di piede. Il prezzo? IRRISORIO!... 1n a scarpa".
All'annuncio del prezzo si scatenò una ressa che sembrava volersi evolvere in rissa. 1n per scarpe che no costavano 8.000-9.000. Subito si costituì, notevole esempio di "auto-organizzazione" delle masse, sotto l'energica direzione di N16-313, un "servizio d'ordine" con lo scopo di disciplinare, e, qualora fosse stato necessario, reprimere e sedare eventuali "facinorosi".
Ogni persona voleva almeno 4 scarpe, le donne e anche i banbini protestavano, essendo fisicamente più deboli e destinati necessariamente a soccombere n4-331, "il servizio d'ordine", faceva fatica a mantenere la distanza minima di sicurezza tra le scarpe e la piccola folla scalpitante. Qualcuno tentò anche "l'esproprio sottoproletario". Il tentativo fu immediatamente represso, data la notevole esperienza sul campo dei 2 improvvisati venditori.
N16-313: "non vi accalcate, ci sono scarpe in abbondanza. Vi comunico, senza tema di smentita, che la vendita andrà avanti fino all'esaurimento della merce. Vi prego, perciò, Signori e Signore, di mettervi in fila, rispettando l'ordine di arrivo".
Disciplinata la folla una volta per tutte, attraverso il cordone del servizio d'ordine, iniziò la vendita. "il primo acquirente chiese subito 30 paia di scarpe, scatenando le ire degli altri. In quel pandemonio c'èra chi urlava: "profittatore"; chi si faceva "sotto" serrando i pugni; chi ripeteva "è illegale! Bisogna adottare la regola dell'appalto pubblico. Non più di tre paia di scarpe per ogni richiedente"; chi sosteneva che così i primi della fila avrebbero esaurito lo stock di scarpe, lasciando tutti gli altri a "bocca asciutta" o per meglio dire "a piedi... nudi".
Per calmare gli animi ed evitare incidenti, i titolari del "negozio", contro il loro stesso interesse, proposero una regola di acquisto che ricevette l'appoggio quasi unanime degli acquirenti.
N16-313: "Signori e Signore, stabiliamo, allora, contro i nostri stessi interessi di vendita, e al solo scopo di poter accontentare il massimo delle famiglie che desiderano acquistare, a prezzi irrisori, oggetti indispensabili alla vita di ogni giorno e, allo stesso tempo, poter redistribuire il più possibile benefiche risorse, che ogni acquirente potrà acquistare solo 2 scarpe".
I primi 4 della fila dissero: "non è giusto!"... anzi lo gridarono, e per questo quasi li linciarono.
N16-313, al fine di conciliare interessi contrapposti e ricomporre le "diverse anime" presenti nella folla, fece notare ai dissidenti che loro, essendo i primi della lista, avrebbero avuto il vantaggio della scelta.
Questa giusta osservazione, anzichè tacitare gli animi, scatenò di nuovo le proteste dei ritardatari. Argomentavano che non era regolare accordare il diritto di scelta a chi, casulamente, si era trovato a passare di li prima degli altri, non avendo avuto nessun merito, se non essere stato favorito dalla fortuna, dato che non si era provveduto, preventivamente, a distribuire  volantini che avvertivano che in quel dato giorno, a quella data ora avrebbe avuto luogo la vendita di oggetti particolarmente "interessanti" e con un loro fascino "economico". Sarebbe stato più corretto oltre che eticamente onesto, a questo punto fare un sorteggio tra tutti i presenti.
N16-313 in questa occasione mostrò tutta la sua abilità oratoria, attitudine al compromesso politico e capacità di mantenere il punto. Fece osservare, da abile oratore che, accettando tale punto di vista, questo sarebbe stato vero non solo per tutti i partecipanti alla fila e che si sarebbero dovuti sorteggiare tutti gli abitanti del rione, se non anche della città, provincia, regione, nazione... Un brusio interessato e di sgomento tacitò tutte le voci "critiche" e chi aveva sollevato obiezione, ammise il suo errore e fece autocritica.  Di fronte a tanta sagacia anche "la banda dei quattro", per gratitudine, alla fine sciolse la "riserva", e fu possibile iniziare la vendita.
N8 (primo della fila): "io vorrei quel paio nere con i lacci e il paio di mocassini accanto".
N16-313 prontamente consegnò la scarpa con i lacci e la scarpa mocassina richiedendo denaro.
N8: "... ecco questo è il denaro, ora dammi anche le altre due ...".
N16-313: "quali altre scarpe? si è stabilito il criterio: "2 scarpe a cranio"..."
N8: "...ah, non avevo capito, allora ridò indietro quella nera"
N16-313: "non vuoi più la nera? Non c'è problema, ...ecco il tuo n".
N8: "no, non mi sono spiegato, tieni i 2n, ma dammi il compagno del mocassino! ... la sinistra"
Brusio di stupore tra le fila della fila! "È  SCAN-DA-LO-SO"!
N16-313: "Eh signori... vediamo di capirci. Qui vendiamo solo scarpe singole, o destre o sinistre".
N14: "Vendete solo scarpe singole?"
N16-313 "'A compà Chi non risica non rosica. Se avessimo avuto per ogni modello entrambe le scarpe non le avremmo vendute ad 1n. Ogni scarpa vale 4.000-4.500n! La convenienza è indiscutibile. Se si acquistano 2 scarpe si guadagnano dai 7.998 agli 8.990n. Il prezzo è così conveniente proprio perchè c'è un piccolo... inconveniente. Cosa vorreste? non si può ottenere "la botte piena e la moglie ubriaca". In economia vige questa legge universale. Nella compravendita di una casa, si spunta un prezzo diverso a seconda che un appartamento sia da ristrutturare o sia già ristrutturato, con rifiniture di lusso o in edilizia popolare convenzionata. Nessuno si sognerebbe, nemmeno lontanamente, alla stipula del rogito di chiedere un appartamento nuovo al prezzo di uno "sgarrupato". Perchè allora per le scarpe deve essere diverso?... eppoi c'è sempre la possibilità che nella prossima vendita capiti la compagna della scarpa che stai acquistando oggi... comunque, se non vuoi nessuna scarpa, non c'è problema, ti rendo il denaro e "amici" come prima. "soddisfatti o rimborsati". La "premiata ditta" qui presente offre il massimo della qualità".
N8: "...ma che ne faccio di una scarpa sola?"
N16-313: "Non dire così. Anche una scarpa sola ha una sua utilità intrinseca. "un uomo può sempre ricavare qualcosa da un qualsiasi oggetto". Va benissimo ad esempio per chi ha una gamba sola... ecco... potresti fare la tua porca figura regalandola ad uno sciancato; potresti indossare una scarpa sinistra di un modello ed una destra di un modello simile; due scarpe sinistre dello stesso modello, magari di un numero più grande e nessuno noterebbe la differenza... chi se ne accorgerebbe? Senza considerare che potrebbe essere occasione per lanciare moda. Dopo quella dei pantaloni a vita bassa, quella delle scarpe uni-verso. "FICHISSIMO!". Potresti acquistarne 2 diverse, non indossarle mai, ma tenerle in bella vista nella scarpiera da mostrare con noncuranza e disinvoltura ad amici e conoscenti quando vengono a farti visita. STATUS SIMBOL... LIMITED EDITION. Pensa all'invidia che susciteresti. Del resto soltanto l'assuefazione al mero valore di scambio impedisce di vedere e godere della cosa in se. Si tratta di scarpe fresche d'estate e calde d'inverno, che consentono la traspirazione... robuste e belle da vedere. Il fatto che se ne possono indossare 2 ai piedi, non toglie nulla alle affermazioni precedenti. È solo una mera, amena, questione apparente... solo P.F.C.
N8, non sapendo bene "che fare" e temendo di lasciarsi sfuggire il miglior affare della sua vita, decise di acquistarle. "Sta bene", ho deciso... prendo quelle in "alto" a "destra"... si, quei mocassini simili!
La vendita dopo questo piccolo intoppo iniziale andò eccezionalmente bene. Dopo solo 2 ore N16-313 e n4-331 avevano esaurito l'intero campionario, ricorrendo, per le ultime, ad una piccola asta, spuntando prezzi notevolmente superiori, tanto erano le richieste, facendo conto sulla legge di mercato secondo cui quando l'offerta è "scarsa" il prezzo "sale".
Per N16-313 questo episodio fu centrale nella sua vita. Capì di essere un "eccellente" venditore e divenne un politico di "fama". n4-331, invece, divenne la sua guardia del corpo.
N8, come ogni altro "fortunato acquirente" non ebbe mai occasione di comprare le scarpe mancanti. Pensò, ma fu un pensiero fugace,  anche di farsi amputare una gamba o di camminare o per meglio dire saltellare, a giorni alterni, un po' sulla gamba destra un po' sulla gamba sinistra, ma non fece nè l'uno nè l'altro, avendo paura di consumare quelle meravigliose scarpe e sperando, fino alla fine dei suoi giorni, di poter un giorno o l'altro comperare le compagne delle sue due "singleS". Una sola volta provò ad indossarle entrambe simultaneamente, ma venne scambiato per un tipo "piuttosto originale"  e soprannominato "'o sciancato", per via del fatto che le scarpe avevano una diversa altezza. Il desiderio di eliminare "'a scarpa scumpagnata" divenne un pensiero fisso, o per meglio dire un'ossessione. 'O fatto 'ra scarpa mancante" lo tediò per tutto il resto della sua vita.

sabato 8 dicembre 2012

L'altra faccia della medaglia.
Allievo: "Maestro, perchè nelle
cosiddette "società avanzate",
nessun malato di mente "riesce a guarire"?
Maestro: "Quel che dici è vero.
Nella desolante realtà attuale
può solo cronicizzarsi.
Solo nelle società "primitive"
è possibile guarire un malato di mente;
È quel che manca ad essere essenziale.
È la rescissione del legame
tra singolo individuo e
comuntà di riferimento 
ad impedire la "guarigione".
Benessere del singolo individuo,
sanità mentale e comunità sono
inscindibilmente legate.
La "malattia mentale"
è condanna senza appello
per chi ha la sventura di capitare
nel posto sbagliato
al momento sbagliato
-il lancio di una monetina-,
paradigma di profezia che si autoavvera.

mercoledì 5 dicembre 2012

tre per uno.
Usare le difficoltà
per far crescere business, PIL,
occupazione e lavoro .
Il mondo è peggiorato.
È più cattivo ed indifferente.
Sarà perchè la popolazione è invecchiata
 -l'equivalente alla frazione secca del rifiuto-
e con essa è cresciuto
esponenzialmente il cinismo?
 Dove è finita la "frazione" migliore
degli esseri umani?
Scomparsa, Sotto Le Macerie
Del Muro Di Berlino.
Sono Gibo e faccio l'agricoltore. Produco rispettando tutti i crismi della libera impresa, ma non è facile. È finita l'era delle vacche grasse, dei fertilizzanti e dei pesticidi liberi che garantivano raccolti sempre crescenti ed abbondanti. Come un morbo si è insinuata l'agricoltura biologica. Dico io, dato che nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si modifica, anche le molecole di sintesi ricavate dal petrolio, fanno comunque parte delle sostanze che, almeno potenzialmente, appartengono a questo mondo... dico io... alla natura. Non è che io irroro i miei campi con prodotti alieni, sono comunque terrestri e dunque completamente compatibili con questo eco-sistema. Non credo che le sostanze ricavate dal petrolio possano essere dannose, in fondo il petrolio è sostanza organica. è composto, fondamentalmente da carbonio, lo stesso elemento di cui è composto il corpo umano o gli animali... e da quando questi sono diventati tossici? Del resto gli altri elementi del petrolio sono tutti rigidamente ed esclusivamente naturali: idrogeno, zolfo, azoto, ossigeno... ossigeno, il gas che permette di respirare e senza il quale, probabilmente, la vita stessa non sarebbe possibile. Comunque adesso va di moda l'agricoltura biologica. È così che va il mondo e non ci si può opporre, solo adeguare, pena l'esclusione dal mercato e l'impossibilità di partecipare alla costruzione di una economia più sana e più forte in grado di competere con quelle merdaccie dei tedeschi o degli americani. Non che non faccia, più uso di fertilizzanti e pesticidi, me ne guarderei bene, ma semplicemente ho dovuto adattare la mia produzione a quello che il mercato richiede. Tutto ciò è il nauseante risultato di anni di propaganda ideologica ideata da quattro "liberali pipparoli" che non sapevano come impiegare il loro tempo, persone che nella maggior parte dei casi non hanno mai lavorato, che non vivono del sudore della loro fronte, figli digeneri -e magari proprio- dei magnati della chimica, che adesso agitano lo spauracchio della tossicità di certe sostanze e che domani, senza un valido motivo, si pentiranno delle castronerie delle quali vanno cianciando e andranno a occupare indegnamente le poltrone dei loro genitori, senza pagare alcuno scotto per le difficoltà e sofferenze che adesso a noi agricoltori ci tocca sopportare... dicevo ho dovuto adeguare il mio ciclo produttivo alle nuove esigenze. La qual cosa è stata possibile grazie al fatto che i "prodotti biologici" spuntano prezzi più alti e dunque permettono processi produttivi più complessi ed articolati. In particolare nel mio caso io continuo ad usare abbondantemente i prodotti di cui sopra, ma alla fine del processo produttivo originario, ho dovuto aggiungere altre "fasi". Metto il raccolto in grandi ambienti di stoccaggio, e poi lo faccio colonizzare  da insetti "dannosi", quali mosca bianca, ragnetto rosso, afidi, mosca della frutta, agrotidi, altiche, cavolaie, cocciniglie, lumache,  limacce, mosche della cipolla, tortrici  et altri che creano nel  prodotto piccole fosse, graziose gallerie di cunicoli e ammaccature varie che danno quel caratteristico aspetto naturale e "rustico" ai frutti e alle verdure. È sorta una vera e propria industria di produzione di insetti dannosi e, sembra che i principali attori di questa nuova industria siano proprio quelle imprese che producono Acaricidi, Avicidi, Fumiganti, Funghicidi, Erbicidi, Insetticidi, Nematocidi, Antibiotici... Hanno investito in ricerca e sviluppo creando specie più aggressive e resistenti agli Antiparassitari, Ethephon, Brodifacoum, Fitofarmaco, cototropico, fitofarmaco sistemico, fosfuro di zinco, Zyklon B, Cianoformiato di metile, prodotti fitosanitari...
Tutto ciò è stato necessario, perchè all'inizio quei bastardi di insetti, non erano in grado di sopportare disserbanti, anticrittogamici, insetticidi e fertilizzanti. Si è dovuto procedere allora ad una selezione ed ad una modifica genetica degli insetti originari, in modo da renderli capaci di resistere a questi agenti e poter dare alla frutta quel caratteristico aspetto naturale. Del resto chi se non loro. Sono stati in grado nei loro laboratori, con un ritorno positivo anche per l'occupazione, di selezionare e modificare geneticamente le specie più resistenti ai loro prodotti.  Ovviamente, dopo questa nuova "fase" del processo produttivo è stato necessario -ed anche qui le imprese hanno dovuto investire in ricerca e sviluppo, con una ricaduta positiva anche a livello occupazionale- "irrorare" nuovamente questi prodotti agricoli con nuovi e più forti composti capaci di distruggere questi nuovi organismi e le eventuali muffe funghi e spore eventualmente insorgenti, onde evitare un più grave danneggiamento. Una volta terminato anche questo secondo ciclo dello "sterminio",  il raccolto viene messo in enormi vasche di stabulazione refrigerate, allo scopo di farle decantare per fare si che tali principi attivi possano essere "metabolizzati". Infine il "prodotto" viene ulteriormente irrorato con sostanze "conservanti" per farlo arrivare sulla tavola dei consumatori nelle migliori condizioni.



lunedì 3 dicembre 2012

Mensa
Ero in fila alla mensa, quando 
quello davanti a me è scoppiato.
Arrivato in cassa ho pagato.
Al primo posto disponibile
mi sono seduto.
Ho ripulito con le posate e, 
perfino, con le dita,
il cibo dai residui dell'esplosione,
poi ho iniziato a mangiare.

domenica 2 dicembre 2012

Visto il Film "Il Silenzio Degli Innocenti"
Uno dei tanti  
Sherlock Holmes...
disegnato in negativo...
e con John H. Watson
Interpretato da Jodie Foster.

venerdì 30 novembre 2012

Essere Ottimisti
(magari non come quelli
che vanno nel supermercato
degli elettrodomestici),
ovvero quel che si contrappone,
come ideologia individualista,
agli Indios del Chapas.
Perbacco, ma io sono ottimista..., più ottimista di un paguro in cerca di casa che all'improvviso trova una bellissima conchiglia vuota. Altrimenti, come tu ben dici, "non avrebbe senso neppure scrivere". Sono ottimista perchè, nonostante tutto, sono disposto a "ricominciare daccapo"; perchè, me ne impippo della caduta del muro di Berlino, o del fatto che la Cina da paese socialista si sia trasformato, come per una sorta di incantesimo del mago d'oz, in paese a capitalismo "giovane", in quel tipo di capitalismo che riesce ancora a produrre merci che garantiscono retribuzione del capitale o del fatto che tutte le ipotesi strategiche a sinistra, da quella socialdemocratica a quelle più estremiste, sono miseramente fallite, però un conto è essere ottimisti un conto è chiudere gli occhi su quel che accade intorno a te. È necessario, anche se può essere doloroso o fastidioso, dare conto di quel che accade non tanto -naturalmente anche quello- nel mondo delle scempiaggini, delitti, misfatti o atti da criminali di guerra che compiono i quattro padroni del mondo, ma delle trasformazioni "anomale" che sorgono e si installano come tumori maligni nelle persone "normali", mediamente medie che compongono le mediamente medie società avanzate in cui io, purtroppo, mi trovo immerso e che, guarda caso, sono proprio quegli elementi che si contrappongono al tipo di società a cui mi sento legato e che in qualche modo ritrovo, ad esempio, negli Indios del Chapas.
Effetto abbagliante.
Quel che è possibile notare in prima battuta, ha una similitudine con quel che succede ad un animale mentre sta attraversando una strada e si viene a trovare nella traiettoria di luce dei fari di un'auto. Non fugge, si rannicchia, rimane fermo e tremante in attesa di essere travolto. Si dice, giustamente, che è abbagliato, perchè sono le luci che determinano quel suo stato di l'immobilità. Ecco questo effetto "abbagliante", lo sbrilluccichio di merci perlopiù inutili il cui scopo reale è ingolfare e rendere tossica l'esistenza dei singoli individui e la chimera di una vita da trascorrere tra agi, mollezze ed opulenza, conseguente ad un facile e rapido arricchimento -e che non ha importanza se ottenuto passando sui cadaveri o procurando negli altri malattie terribili o morte-, si può riscontrare anche nelle persone. Le persone risultano abbagliate, sembrano incapaci di sottrarsi al seducente ed irresistibile "effetto monetario". Si tratta di un'idea maligna che si insinua di soppiatto nelle menti e produce danni colossali. L'idea, una affascinate e luccicante esca che contiene solo ami e insidie, dell'arricchimento veloce, dell'accantonamento rapido di denaro, tanto accattivante quanto vuoto e vano. Bisognerebbe spiegare che il denaro, in fondo è solo carta straccia, e che "l'arricchimento" non è una soluzione realizzabile, o almeno non lo è per tutti quando e se si decide di "correre da soli", ma solo per una ristrattissima cerchia di persone specializzate nell'arte dei salassi. Perchè le persone sono attratte irresistibilmente da questa idea e sono disposte praticamente a tutto per realizzarla? Non sono immuni da questa ossessione per l'arricchimento facile nè, ad esempio, gli abitanti delle "favelas" sudamericane, nè le classi medie di tutto il mondo. Si tratta di una "aspirazione" universale. Sembra che nasca quando vengono meno i legami di appartenenza alla propria comunità di riferimento, che so... la classe, la comunità agricola... Ha come levatrice la disperazione e la realizzazione che si è soli ed in balia di forze indifferenti, terribili e crudeli che possono schiacciarti senza alcuno sforzo ed in qualsiasi momento.
È allora che prende corpo l'idea, come via di fuga perlopiù immaginaria, dell'arricchimento veloce a tutti i costi e senza scrupoli come tentativo di porsi al riparo da tale forza incontrollata.
Individui isolati e comunità territoriali.
La società industriale si basa, fin dalla nascita, su comportamenti individualistici che mirano scientemente al perseguimento dell'interesse personale, perchè -nella metafisica ideologica del capitalismo- così facendo si "persegue l'interesse generale"!!! Ovviamente si tratta di una sciocchezza. Si può dare del capitalismo anche una versione disecologica. Il capitalismo, proprio perchè si basa sul ripudio dei legami di comunità a vantaggio dell""iniziativa individuale" e contro le comunità, nasce, si sviluppa e "crea ricchezza", da sempre, a scapito dell'ambiente e degli altri individui. Consegue, da sempre, considerevolissimi vantaggi individuali a scapito di degrado ambientale e conseguenti costi -non solo economici- che vengono ripartiti su tutta quanta la collettività. Si tratta delle famose "diseconomie esterne", la faccia oscura del profitto.
Senza l'aggregazione di individui isolati in comunità radicate nel territorio non è possibile immaginare nessuna alternativa all'agghiacciante incubo rappresentato dalle società attuali. Ascanio Celestini, un pò di tempo fa rifletteva sulla "trasformazione" subita nel passaggio da "pubblico" a "privato". Rifletteva sul fatto che molte cose che prima si facevano nel pubblico, adesso si ricercano nel privato. Aveva ragione Romero... siamo tutti Zombi attratti dai luoghi che maggiormente frequentiamo. Qual è il luogo di "socializzazione" principale nelle società industriali e a cui tutti gli altri popoli esclusi "dalla società dei consumi" aspirano? Il supermercato. In questo luogo reale quanto immaginario ed ideologicamente schierato, però, accadono cose magiche e misteriose, si sperimentano mutazioni perfino della scienza ufficiale capaci di aderire perfettamente, come un abito confezionato da abilissimi sarti, alle "fattezze" del "consumatore"... nel supermercato - scientemente concepito per questo scopo- "uno più uno, non fa mai due", rimane sempre uno. Basta poco per essere -non pessimisti ma- terrorizzati testimoni del disfacimento della società. Nelle piazze, nei giardini nelle vie ci sono solo extracomunitari, persone non ancora del tutto lobotomizzate, che ancora hanno un orizzonte "comune", "pubblico". Si incontrano ancora italiani per le strade, ma sono sempre occupati, affaccendati e preoccupati di dover andare da qualche parte che si configura, comunque, come "privato". Il loro orizzonte non comprende più ciò che è pubblico e con ciò stesso l'idea di una società diversa. Possono avere case bellissime e grandissime o "villette a schiera", tutte deprimentemente uguali, oppure appartamenti sul modello degli alveari dotati di tutti i "comfort", ma come dice sempre Celestini, si tratta comunque di prigioni, perchè se l'orizzonte è individuale, privato, limitato, per quanto grande possa essere "limitato", si sta, comunque, pur se dorata e gradevolmente piacevole, in una prigione, dentro steccati e recinti che si sono installati permanentemente soprattutto nella mente -e da cui, dunque, è impossibile evadere- degli esseri umani degradandoli a cose, alle "merci" inutili, colorate, patinate e sbrilluccicanti -valori di scambio... "potenza formale del confine"- a cui tanto aspirano. Celestini è convinto che attraverso la "costrizione" e la, conseguente, lotta si possano "tirare fuori" le persone da quella specie di incubo in cui, in parte, si sono volontariamente cacciate. Questo può essere vero, ma solo temporaneamente. Solo l'affermazione di un sistema -economico- di vita in cui la condivisione e l'orizzonte pubblico sono totalmente ripristinati, può modificare tale stato in maniera duratura. Le persone, invece, e in particolar modo, le persone giovani, sono tutte chiuse in un bozzolo -confinate tra "studio, computer, giochini idioti e film capaci di far impallidire quelli dell'orrore"-, nel loro individuale e personale orizzonte privato, completamente chiuso e deserto. Stiamo sperimentando una nuova e più terrificante mutazione antropologica di quella, evidenziata da P. P. Pasolini, "consumistica". Le persone, trasfomate in gradevoli e perfette bambole di gomma, non si incontrano più fisicamente, non frequentano più il campo di calcetto -semmai vanno ad una "scuola calcio" a pagamento, luogo a metà strada tra pubblico e privato, ma con finalità sempre e comunque privatistiche- non giocano (o si intrattengono) più per la via e nella piazza. Si conoscono tramite dispositivi elettronici e magari, forse, si vedono combinando un appuntamento convinte di incontrare chissà quali geni o esseri eccezionali, non rendendosi conto che si tratta della stessa merda che potrebbero incontrare facendo quattro passi. Basta andare in una piazza o su un tram per vedere persone che si scambiano "messaggini" o che fanno parte, e si sentono intimamente parte integrante, di una "comunity" "virtuale" ed in questo ambito "espletano" -sarebbe meglio dire evacuano- il loro essere sociale ... Questa si che è pornografia pura!... ulteriore "obiettivo ipertrofico implementante le magnifiche sorti e progressive"... Poi magari si incontrano pure e magari -nevroticamente costretti da quel che è stato loro concesso- si sfregano un pò, ma non fanno l'amore, sono comunque rinchiusi nel loro bozzolo individuale in una specie di terrificante versione reale del film "Matrix", usano l'altro come "strumento masturbatorio" -l'equivalente di essere catturati da una di quelle macchine per la ginnastica passiva-, ma si tratta solo di sport in cui ognuno è concentrato solo sui propri "addominali" e l'altro assume la forma di uno di quegli strani strumenti che si possono tranquillamente trovare in una qualsiasi palestra di periferia. La "società dicotomica" che si nasconde sotto le spoglie di quella "sussidiaria" sta avanzando in maniera travolgente, monetizza perfino i sentimenti, e sembra affermarsi senza trovare alcun ostacolo, ma nel fare ciò sta lasciando dietro di se enormi spazi pieni di macerie. È in questi spazi che è necessario collocarsi, provando (ed in ciò consiste il mio ottimismo) a sviluppare una società di liberi ed uguali.
Tutto cio non è "pessimismo", ma osservazione di quel che matura nel reale, ed io sono "ottimista" proprio perchè nonostante questa terrificante e nauseante merdazza, continuo nella ricerca di una società altra.

lunedì 26 novembre 2012

logica del cento, ovvero ricetta per la felicità
Ho un solo sogno: avere per soffritto il cielo!
Avevano ragione i Maya!
Ad un certo punto della storia i Maya abbandonarono le grandi città e si raggrupparono in agglomerati più piccoli, pur mantenendo, tra questi, stretti contatti, pur continuando a mantenere una visione d'insieme. I Maya avevano capito che non hanno senso i grandi agglomerati... semplicemente non sono a misura d'uomo. Il premio nobel H. Simon, con un migliaio di anni di ritardo, nella sua "Teoria dell'organizzazione", seppur incidentalmente, ribadisce un concetto simile. Oltre le 100 unità una organizzazione (intesa in senso lato), qualsiasi organizzazione, si frammenta in sotto organizzazioni. Il cervello sembra avere un limite nella capacità di intrattenere e gestire continuativamente rapporti con alte entità, più o meno intelligenti, e questo limite sembra essere 100. 100 deve essere un numero magico, ma cosa rappresenta? Sembra un numero scolpito a fuoco vivo nel cervello umano. Sembra avere a che fare con la dimensionalità, genetica, della mente umana. 100, le dieci dita di dieci uomini, a ben pensarci, non è altro che il numero degli agglomerati primitivi... le "tribù primitive" a cui il cervello umano sembra biologicamente e geneticamente legato in maniera inscindibile. È per questo che sembra possibile dire che l'uomo non è un "animale sociale", ma un "animale a socialità limitata". Vivere in comunità "idealmente poco numerose" radicate sul territorio al punto da essere indistinguibili da esso e condividerne le sorti, è un elemento di benessere per gli uomini, ma non l'unico. Occorre che questi agglomerati si "sintonizzino" su una comune lunghezza d'onda, riproducano quello che nel Film "Avatar" è il legame che i singoli individui, attraverso un'"appendice" sinaptica, avevano con il "resto del mondo". Solo così è possibile dire "niente per me, tutto per noi", e bene fanno gli Indios del Chapas a tentare di far capire a dei sanguinari ignoranti senza speranza che è necessario, per il bene dell'umanità e del pianeta pensarsi non come individui, ma come collettività. Tutto, in questo segmento di umanità và in questa direzione. Anche il "subcomandante" - e a partire proprio da SUB- Marcos che non mostra nemmeno il volto, perchè non vuole che si confondano il piano individuale e collettivo e che lui rappresenta solo ed esclusivamente il secondo, anzi è definito, come entità individuale proprio nella dimensione collettiva. È così e solo così, accoppiando questi due elementi, che gli uomini possono sperare in uno spicchio di vita dignitosa e felice, facendo in modo che le singolarità siano espressione, esattamente, della vita collettiva, senza che questo significhi costrizione. Esiste una dimensione in cui tutto ciò è possibile, ma questa dimensione è preclusa agli "occidentali", le famose e famigerate società sviluppate, -una "nuova, inedita" specie di "paradiso perduto"- i cui membri vivono da troppo tempo nella fogna dell'individualismo che è stata capace di eliminare in maniera definitiva ed irreversibile i legami di comunità. Il vivere tappati dentro buchi maleodoranti, uno a fianco dell'altro senza sapere nulla l'uno dell'altro, è un potente acido, capace di corrompere perfino i metalli più duri e preconfigurare l'unica società compatibile con un individuo isolato, abbrutito, psicotico: la società dei serial-killer di massa, dei "distruttori" in senso lato... distruttori di se stessi, degli altri, del mondo circostante.
"Singoli Individui" e livello aggregato.

Alievo: "Maestro cosa pensano
gli uomini della guerra e
soprattutto perchè la fanno"

Maestro: "se tu chiedi ad un 'uomo',
ad ogni 'uomo' preso 'singolarmente',
cosa pensa della guerra,
ti dirà che ne ha orrore,
ma ciò nonostante la guerra è
una costante ineliminabile
dell'attività umana.
L'errore consiste nel chiedere
'singolarmente' ad ogni 'uomo'
cosa pensa della guerra,
perchè la guerra è una
variabile aggregata che poco
a che fare con le singole 'individualità'."

domenica 25 novembre 2012



http://youtu.be/8so-xyKyJ-A

What A Wonderful Word
I see trees of green, red roses too
I see them bloom for me and you
And I think to myself, what a wonderful world

I see skies of blue and clouds of white
The bright blessed day, the dark sacred night
And I think to myself, what a wonderful world

The colours of the rainbow, so pretty in the sky
Are also on the faces of people going by
I see friends shakin' hands, sayin' How do you do?
They're really saying I love you

I hear babies cryin', I watch them grow
They'll learn much more than I'll ever know
And I think to myself, what a wonderful world
Yes, I think to myself, what a wonderful world

Oh yeah

sabato 24 novembre 2012

In attesa del partito nuovo.
Occupare il "fianco sinistro" del M5S
nella battaglia imminente tra civiltà e barbarie
(cASTA pOLITICA, gOVERNICCHIO mONTI,
bce, bANCHE, mULTINAZIONALI...).
Frammenti di un "possibile, utopico, evanescente, volatile" programma economico. 
Tanto per fare esempi noti a tutti, si può parlare di:
raccolta differenziata. Innanzitutto va chiarito subito, contrariamente a quella che è l'opinione generale, che la raccolta differenziata costa meno del trattamento dei rifiuti in discarica o in inceneritore. Nonostante il buon senso e tutti gli indicatori economici siano a favore della raccolta differenziata questa stenta ad affermarsi. Solo un iscritto al pd, un cerebroleso, un politico -tra questi la differenza è davvero minima- o un "avvoltoio" (trattasi comunque di un malato di mente) che ha nel profitto, ottenuto a tutti i costi anche a scapito della salute di un'intera popolazione, il suo unico scopo della propria vita, può "preferire" la discarica o l'inceneritore. Tali loschi personaggi non dovrebbero poter gestire la raccolta differenziata, in virtù del fatto che esiste un evidente "conflitto di interesse". In una tale situazione di "stallo" le comunità locali potrebbero, loro stesse, in prima persona, organizzarsi per la raccolta differenziata, avendo, nel M5S la sponda politica. La RD non solo evita di produrre "rifiuti" rimettendo in "ciclo" i materiali che altrimenti finirebbero in discarica o in inceneritore aumentando il degrado ambientale, ma è un'occasione per creare occupazione;
settore dell'energia alternativa (eolico, fotovoltaico...). Potrebbe essere un volano eccezionale di sviluppo e occupazione. Immaginare un tipo di produzione di energia diretta e diffusa, con singole "unità produttive" (case, imprese, ed ogni soggetto concepito e costruito nei "centri motore di sviluppo") che producono la propria energia, la immettono in un "serbatoio" comune e sono comproprietari di una rete di distribuzione bidirezionale che appartiene a tutti. Si potrebbe immaginare il settore di produzione dell'energia come "orizzontale" e "diffuso", dato che è fondamentale non permettere monopolio dell'energia. Produrre la propria energia significa conquistare concretamente la propria libertà individuale e collettiva. Non possono essere "imprese" "accreditate" come enel o acea o"pizza margherita" o qualsiasi altra cosa ad avere il controllo delle energie alternative (che dovrebbero diventare le uniche energie che possono essere prodotte), perchè in questo modo si rendono gli individui, le comunità ed i paesi dipendenti da qualcuno che produce qualcosa di essenziale alla stessa vita e libertà di tutti e perchè anzichè potenziare lo sviluppo di queste fonti di energia, tenterà in tutti i modo di limitarle, essendo per loro natura potenzialmente "orizzontali" e "diffuse".
Tutto il settore dell'edilizia dovrebbe essere rivoluzionato attraverso l'autoproduzione esclusiva di case attive, capaci di generare energia.
Ogni struttura produttiva, ogni casa, ogni impresa deve essere uno scambiatore di energia.
Le forze realmente orientate al cambiamento e al conseguimento di una società ancora capace di progresso sociale, possono utilizzare come uno strumento di eccezionale capacità di sviluppo, il settore verticalmente integrato della cannabis, capace di sostituire totalmente il "petrolio e i suoi derivati"; questo settore apre una enorme opportunità di sviluppo economicamente sostenibile (e, in fondo, di civiltà) ed appetibile, essendo, questo, ancora un settore in embrione, ma capace di esplodere e di mettere in un angolo tutte le produzioni della "chimica lebbra" e di quei settori che incidono pesantemente sull'ambiente naturale producendo inquinamento, malattie e morte.
Invertire la tendenza allo sviluppo tramite il consumismo sfrenato, nevrotico e eteroindotto che produce "oggetti" ("beni" più o meno durevoli) con la data di scadenza come il latte. costruire, al contrario, imprese capaci di produrre beni che non si rompono mai.
I "soliti noti" sono in grado di usare il "lavoro" come arma di ricatto, perchè sono i soli a poterlo, illusoriamente, "offrire" come "ultima offerta  non negoziabile" e da "prendere o lasciare" (secondo l'antico adagio popolare: "o mangi questa minestra o salti dalla finestra"), per "compiere qualsiasi scempio e nefandezza". È possibile, però, concepire e realizzare concretamente un diverso modo di "offrire lavoro", capace di conseguire simultaneamente 2 obiettivi:  una vita dignitosa; togliere la potentissima arma del "monopolio dell'offerta di lavoro" ai soliti quattro sciacalli capaci di tutto per un "po'" di "profitto". È possibile immaginare anche su questo fronte una vera e propria "rivoluzione". Basare le opportunità di sviluppo non sul capitale, ma sulla intelligenza. Non dovrebbe essere permesso l'uso (abuso) del lavoro come arma di ricatto per imporre mostri capaci di devastare il territorio e produrre morte (vedi TAV, PONTE SULLO STRETTO, CENTRALI A CARBONE, NUCLEARI...), il lavoro deve essere un elemento (uno tra i tanti, non l'unico) capace di consentire una vita dignitosa ed in piena armonia e protezione con l'ambiente naturale.
Tutti obiettivi del M5S, tutti pienamente condivisibili, tutti capaci, potenzialmente, di sviluppare un più elevato grado di democrazia "diretta" e "diffusa" ed una economia altrettanto diffusa, capillare e partecipata,  di "trattenere" il reddito prodotto dentro le comunità locali e, più in generale, dentro il "sistema" paese, evitando le strettoie concepite a livello internazionale e capaci di generare solo "controllo" e "catena di comando".
Si tratta di capire come realizzarli. Il sistema della formazione di centri motore di sviluppo organizzati territorialmente che passano dentro le comunità locali è pienamente organico a tali obiettivi e potrebbe configurarsi come un elemento essenziale per la  realizzazione di una società più a misura d'uomo e capace di conseguire quel minimo di felicità tale da rendere dignitosa la vita.
tutto ciò è a portata di mano e immediatamente realizzabile. Si tratta di mostrare,  solo di mostrare, senza bisogno di "inventare" o dire cose capaci di far ammutolire un tale in procinto di essere buttato giù da un aereo in volo, cosa si può realizzare, attraverso questa via  e poi confrontarlo con lo squallore dell'"esistente".
Unica nota dolente. Il M5S (ahimé) sembra essere convinto che tutto ciò sia possibile realizzarlo solo ed esclusivamente attraverso la leva politica, ed è per questo che è sceso in campo nell'"arena" della competizione elettorale. Sembra molto probabile che per questa via non si riuscirà mai ad ottenere alcun risultato, essendo il sistema politico abbondantemente lottizzato -da "funghi, muffe e spore"-, sclerotizzato, diffusamente necrotizzato e al massimo della sua "entropia" possibile e dunque tale da rendere ogni ulteriore tentativo di un suo utilizzo anche al solo scopo "umanitario" ulteriormente peggiorativo.
È per questo che bisognerebbe scendere in campo al fianco -sinistro- del M5S, andando a coprire e sostenere il "quarto settore" -il settore economico-, contribuendo a costruire il sostrato della base economica capace di garantire mutazioni stabili e durature del sistema economico.

mercoledì 14 novembre 2012

Partito nuovo... uomo nuovo. Uomo nuovo--- partito nuovo.
Bisogna togliersi dalla mente che possa nascere un “partito nuovo” che non sia un'organizzazione che si pone come obiettivo il superamento dell'attuale sistema capitalistico. L'attuale crisi è simultaneamente congiunturale, strutturale e sistemica e trae origine e forza dalla impossibilità di retribuire il capitale direttamente nella sfera della produzione di merci. La finanziarizzazione dell'economia ha come obiettivo la retribuzione del capitale, che non ha più sufficiente “alimento” dal settore reale. Pertanto oggi la crisi si configura come crisi dell'attuale sistema economico dominante ed ha come epicentro, finalmente (a meno di una qualche miracolosa risurrezione del sistema stesso, che ha sempre dimostrato una capacità di rigenerazione e mutazione incredibile), il profitto stesso. Chiunque si ponga dentro tale sistema ha già perso la sua “battaglia” per un partito “onesto”, “pulito”, “non corrotto”... il problema è che un partito, qualsiasi partito, in un contesto capitalistico non può non essere “corrotto”, essendo funzionale agli interessi enecessariamente agganciato al mondo dell'impresa capitalistica. Che che se ne dica, e con buona pace degli esegeti del libero mercato, il sistema capitalistico è molto distante dal paradigma della concorrenza perfetta. Si trova esattamente al suo opposto. Ogni impresa per poter vivere ha necessità -estremo bisogno- di stabilire una rete di relazioni il più possibile permanenti e durature, tali da rendere la sua attività il più possibile stabile. All'interno di questa cornice i partiti, tutti i partiti che si muovono nell'orizzonte di questo sistema, sono o divengono, in breve tempo, necessariamente delle “appendici” del mondo dell'impresa.
Esiste un nuovo modo di concepire un partito?
“Un nuovo partito, una nuova forma di organizzazione, in questo momento, sembra essere necessaria come il pane”.
Come dovrebbe essere il partito?
Non credo che si possa ricorrere ai tipi di organizzazioni politiche del passato, riproporre un partito di tipo “giolittiano”/”anglosassone” o un partito “leninista”. Quindi, in tal senso, si tratta davvero di costruire qualche cosa di nuovo.
Che caratteristiche dovrebbe avere?
Certamente non dovrebbe essere un partito di “opinione”, un partito leggero. Al contrario dovrebbe avere una potente rete organizzativa ed una capillarità tale da far impallidire persino i “carabinieri”. Dovrebbe essere presente in ogni paese ed in ogni città, proprio come era presente il vecchio PCI. Strutturarsi secondo comunità territoriali che riproducano in ambito economico l'esperienza del software libero, dotarsi di centri motore di sviluppo economico totalmente compatibili con il mantenimento integrale dell'ambiente naturale. Eliminare totalmente l'idea stessa di profitto, che non significa rinunciare alla ricchezza, ma configurarla diversamente dall'accumulazione di carta straccia. Verificare sul “campo”, selezionare e riprodurre le esperienze economiche significative e valide. Dovrebbe considerare prioritari l'aspetto economico e la tutela integrale dell'ambiente naturale, in quanto componente essenziale di ogni aspetto della vita comunitaria e a partire da ciò fare della dignità di ogni essere umano un principio inviolabile ed inalienabile. Capace di infiltrarsi in ogni interstizio della società e divenire egemone non solo culturalmente ma, soprattutto, economicamente.
Il movimento 5 stelle.
Credo molto nel Movimento 5 Stelle. Condivido quasi tutto il programma di questo nuovo soggetto politico, però sono convinto che, nonostante si tratti di consistenti e rilevantissimi contributi alla realizzazione di un tipo di democrazia diretta e diffusa, non sia sufficiente.
La partita si giocherà essenzialmente sul terreno economico peraltro macroscopicamente truccato. A partire da questo dato di fatto, bisognerebbe costruire una nuova, inedita, forma di organizzazione. A fronte della crisi devastante che attraversa tutto il mondo e che non ha ancora esplicato i suoi maggiori effetti. è chiaro che la credibilità di un (nuovo) soggetto politico sarà necessariamente proporzionale a quello che riuscirà a mettere in campo come nuovo progetto di sviluppo economico capace di bloccare gli effetti della crisi in corso.
Il sistema capitalistico sembra somigliare sempre più ad un “gigante con i piedi d'argilla” e forse sono maturate le condizioni che consentono di assestargli un “colpo di incontro” capace di metterlo definitivamente al tappeto. Il sistema attuale è stato in grado di salvare soltanto banche, multinazionali e poco altro, “gettando a mare” tutto il resto, inclusi i settori della borghesia medio alta. Questo è un elemento inedito della crisi. Il sistema è talmente debole da dover “sacrificare” quel che è sempre stato usato come uno straordinario elemento di “assorbimento” e “contenimento” di tutte le istanze rivoluzionarie. Nel fare questo, però, ha lasciato dietro di se enormi spazi vuoti -che andrebbero occupati immediatamente-, anche perchè convinto di aver acquisito una specie di invulnerabilità a causa di una serie di meccanismi posti in essere a livello internazionale capaci di contenere e controllare le eventuali spinte, vecchie e nuove, verso un superiore sviluppo economico ed una maggiore giustizia sociale. Questo sembra spiegare come mai le enormi mobilitazioni che si sono verificate in Grecia, non hanno ottenuto, almeno per il momento, nessun risultato tangibile. Nessun risultato è emerso da queste enormi “scosse telluriche”, perché nessuno sa dove cazzo andare e come scardinare questi meccanismi che sembrano essere “invisibili ai comuni mortali” ed irraggiungibili, ma che pesano come montagne sulla vita di miliardi di persone. Non si tratta di “tradimento”, o, almeno non soltanto di quello, delle forze politiche che tradizionalmente erano legate agli interessi dei ceti popolari, ma di una impossibilità oggettiva di modificare alcunché all'interno degli schemi tradizionali e di una mancanza di prospettiva dovuta al fatto che ci si sta inoltrando in un nuovo terreno. Sembra necessario scompaginare totalmente lo schema di azione economico-politico andando ad occupare tali enormi spazi vuoti che il capitalismo ha lasciato dietro di se e che a questo punto non sembra più in grado di gestire (sviluppo pienamente sostenibile con l'ambiente, sanità, istruzione, gestione delle risorse necessarie alla vita come il cibo, l'aria, l'acqua...). Ma come è possibile gestire questo enorme e complesso insieme di spazi, beni e servizi potenziali? È in questo contesto che ha senso porsi il problema dell'organizzazione -del “partito nuovo”-, tenendo bene a mente che non sarà più possibile attuare le “solite” “ricette” di “sviluppo economico”, le classiche politiche keynesiane, sia perchè quel tipo di teoria soffre di indeterminatezza, essendo venuto meno il trade-off tra inflazione e occupazione, sia perchè esistono tutta una serie di vincoli a livello internazionale che possono far fallire questo tipo di strategia economica nel modo peggiore, scippando tutto l'incremento di reddito che un singolo paese è stato capace di realizzare (a questo proposito si può ricordare la prima esperienza mitterrandiana) e costringendolo ad un rapido dietrofront. I meccanismi che congiuntamente e in maniera sinergica, nel concreto, impediscono l'adozione di politiche di sviluppo sono:
il vincolo della bilancia dei pagamenti;
l'aumentato grado di apertura delle economie;
la globalizzazione -l'unica!- del mercato dei capitali;
la sincronizzazione del ciclo economico dei diversi paesi;
il modello di sviluppo, universale ed accettato da tutti, basato sulle esportazioni e che poi è stato alla base della crisi del '29 sfociata nella II guerra mondiale;
nel caso dell'Europa, nell'adozione di una moneta unica (il famoso e famigerato EURO) in economie molto diverse e con obiettivi strategici addirittura opposti. Un effetto “moltiplicatore” della crisi in questo continente è stato sicuramente modellare i parametri "dell'unione" sulla base dell'unico paese strutturalmente esportatore.
L'azione di questi nuovi organismi economici -”veri e propri anticorpi capaci di attaccare e distruggere tutti gli agenti patogeni portatori più o meno sani di crisi”- dovrà “raggirare” tali meccanismi e tenere il più possibile all'interno -nel paese, nelle regioni, nelle città e nelle singole comunità- il reddito che queste hanno prodotto ed utilizzarlo come volano di ulteriore sviluppo in una specie di circolo virtuoso che miri a creare e consolidare condizioni di sviluppo economico pienamente sostenibile con l'ambiente e capace di imporre realmente migliori condizioni (ricordando anche che “la quantità non migliora la qualità”) di vita al di fuori dei meccanismi del consumismo e del degradante sviluppo indotto attraverso di esso, giocando da entrambi i lati dell'economia, non solo producendo unità economiche capaci di soppiantare le imprese capitalistiche, ma usando il potere d'acquisto di ogni singolo individuo in maniera, tendenzialmente e potenzialmente esclusiva per far crescere queste nuove realtà economiche.
In ultimo ma non per ultimo non basta mettere insieme, “raggruppare”, fare la sommatoria delle esperienze “alternative” che si sperimentano in campo economico per formare un partito, è necessario che queste esperienze siano cementate da un collante comune, da un comune sentire, da una identica aspirazione e questa non può essere che, di nuovo, l'aspirazione comune ad una società comunista.

domenica 11 novembre 2012



La Strada

sabato 10 novembre 2012

Incoscio conscio, io e super io. Una inusuale ricerca del "Se?".
"... si Mao dice così è perchè non ha capito Freud"
 La qualità della vita è peggiorata - tutt'ora è in picchiata accelerata con leggero avvitamento-, nonostante le analisi tecniche e la delega omnicomprensiva e permanente.
Ho delegato al commercialista la gestione dei miei affari, al legale i rapporti giuridici, al clero i rapporti con Dio..., ma nonostante ciò la vita... la mia vita si è ingolfata in un enorme vortice dal quale è impossibile uscire. Sono un giovane uomo in cerca di "identità", ma potrei anche essere una giovane donna in cerca di "affermazione", tanto ... sarebbe la stessa cosa.
Il prete, il commercialista, l'avvocato... in un gioco delle parti affidano a me la loro psiche sempre in cerca di cosa, ad un certo punto indefinito, ha impedito e menomato e causato involuzione della propria vita interiore... le malattie del fegato, dello stomaco, delle reni, delle vie biliari.
La scoperta di un nuovo blocco emotivo/emozionale è un progresso la cui soluzione è sempre una tappa fondamentale dell'invenzione e ricostruzione del "vero" proprio io. Si tratta di una evoluzione senza fine, di una soluzione insoluta perchè la scoperta di un "blocco" rimanda sempre ad un altro ancora più profondo e complesso e tutta questa attività di ricerca interiore conduce, alla fine, ad uno stato primordiale che confina inevitabilmente con l'ameba. Non potrebbe essere altrimenti al cospetto "della potenza formale del confine".
Non ci sarebbe niente di male in tutto ciò, se non interferisse con l'attività professionale. La ricerca del "se" incide negativamente sul rendimento lavorativo e ha influenze nefaste su quel che ho loro affidato. Il prete, a fronte dei miei peccati, non da più un'assoluzione piena, certa e tangibile, ma cerca di ricondurli alla propria esperienza, rileggendoli in chiave psicanalitica, in un devastante effetto eco al contrario che ogni volta rimbalza e torna indietro ingigantito.
L'avvocato invece di fornirmi assistenza e tutela legale, anche se su questo io qualche dubbio l'ho sempre avuto, si limita a dire "tutto è relativo".
Il commercialista, avvolto in una nube esistenzialista, non fa più la dichiarazione dei redditi e non segue più la mia contabilità, perchè le ritiene amene stronzate. Io, di contro, sono giunto invece alla conclusione che la psicoanalisi è uno strumento inadeguato a risolvere questioni che hanno a che fare con il decadimento dell'intera società. Mi rendo conto, sempre più spesso, della sua inefficacia e inconsistenza e mi diletto nello studio del diritto, dell'economia e dei rapporti con Dio.
Io, a dirla tutta, ho sempre avuto dubbi anche sulla capacità della moderna Psico-Logia di risolvere conflitti e problemi individuali. "la soluzione ottenuta per via psico-coitale porta sempre con se una strana tendenza al suicidio". Comunque qui non si tratta più di traumi subiti in età infantile o di bisogni libidici malamente repressi, che, quando meno te lo aspetti, vengono fuori da sotto il letto come il comune ba-bau della dorata età pre-adolescenziale, anche perchè ormai, già da lungo tempo, non hanno più ragione d'essere. Inoltre studi consolidati hanno dimostrato la loro scarsa influenza nella configurazione psichica di ogni individuo. Ognuno può esprimere liberamente la propria sessualità. È finita, purtroppo da un bel pezzo, l'età d'oro in cui si poteva dare la responsabilità delle costrizioni e degli impedimenti dello sviluppo della propria personalità ai traumi pre o post parto, pre o post infanzia, pre o pro adolescenza.
Ad esempio l'altro giorno ero in metropolitana, sudato e accaldato, quando si è avvicinata una bellissima fanciulla piuttosto discinta che, solleticandomi con l'alito tiepido e la voce roca mi ha sussurrato in un orecchio che mi avrebbe volentieri fatto un "vestito di saliva". Io, lo confesso, nonostante la notevole esperienza in campo psichiatrico, sono violentemente arrossito e, impacciato come un giovane liceale alle prese con la sua prima esperienza sessuale, ho garbatamente rifiutato. Tanto è bastato a scatenare una vera e propria crisi "isterica". Lacrime e urla hanno deformato il bel volto e sciolto il mascara in una maschera grottesca. Alla fine la "signorina" ha preteso l'intervento dell'autorità costituita ed io mi sono sentito un malfattore. Il tutto è finito, si fa per dire, anche perchè a volere essere precisi si potrebbe dire, viceversa, che è iniziato, con una denunzia querela. n111, la graziosa signorina discinta, riteneva che il mio rifiuto le avesse irrimediabilmente compromesso l'equilibrio interiore e minato irrimediabilmente ala fiducia nelle proprie capacità seduttive. Un muro di sguardi di riprovazione mi ha accompagnato fuori dalla vettura, e nessuno si è minimamente preoccupato dei guasti che questa esperienza mi ha causato, quali la diffidenza verso l'altro sesso, la sfiducia verso il genere umano tutto, l'incapacità, per il resto della mia vita, a "lasciarmi andare" e/o la frigidità fisico/emotiva generata dall'evento shock-ante.
L'epilogo, poi, è stato un processo nel quale un P.M., nella sua magnanimità, ha richiesto che rifondessi le spese per un ciclo di sedute psicanalitiche necessarie al ripristino dell'equilibrio compromesso di n111, con il plauso del mio avvocato difensore che si è dichiarato completamente d'accordo con la controparte e anzi ha proprosto, una ammenda ulteriore di 5.800n. Alla fine il giudice, con una sentenza di compromesso, che ha tenuto conto anche delle mie fondate richieste, mi ha condannato a curare n111 gratuitamente, soluzione che mi sono visto costretto ad assecondare di buon grado al fine di evitare sostanziosi esborsi di denaro. Il giudice, sicuramente montessoriano convinto, ha anche aggiunto che in sede di Psico-Terapia, io e la "paziente" impaziente, a scopo esclusivamente terapeutico e per un recupero più rapido e duraturo a favore delle parte lesa, avremmo potuto riprendere il discorso "interruptus" sulla vettura della metropolitana, magari dopo una seduta in sauna. A questo punto ho fatto umilmente notare che i canoni della moderna psicoanalisi  escludono categoricamente il coinvolgimento fisico/emotivo tra paziente e analista, facendo verbalizzare la mia ferma opposizione. Il giudice ha concluso dicendo: "ah, bè allora...".
Comunque a processo finito e a "bocce ferme" il magistrato mi ha richiamato nella stanza "a porte chiuse" e mi ha confidato che secondo lui, che nei momenti di tempo libero, come secondo lavoro, svolge attività di psichiatra, la psicoanalisi è fondamentalmente sessuofobica e repressiva.
"non necessariamente..." ho ribattuto ... "Il fatto è che gli uomini si smarriscono dentro mondi che loro stessi costruiscono. Quelli che hanno capacità di "guardarsi" da fuori sono pochi ed è in uso chiamarli "maestri".

mercoledì 7 novembre 2012

 Scherzi del tempo.

Anziana Signora "democratico-progressista", ex-sessantottina, riflussiva, pentita praticamente di tutto, incline al privato, sostanzialmente in accordo con il concetto di "governance" mondiale, sostenitrice dei "governi tecnici", intimamente convinta che esista una società strutturata che prevede "i monaci, i guerrieri, un apparato digestivo-escretore e chi "sta sotto i piedi": "Quando vedo il film "It's a Wonderful Life" del 1946 diretto da Frank Capra e interpretato da James Stewart, tratto dal racconto The Greatest Gift di Philip Van Doren Stern,  scoppio in pianti dirotti"...

ed io: "Lo stesso a me "Stalingrado" dall'album "un biglietto del tram" del 1975 degli Stormy Six".
... a questo punto l'anziana signora ha mormorato: "oh, Gesù!", e con un tonfo carnoso, è caduta svenuta secca, segno che pure lei conosceva il "complesso".


http://youtu.be/QJynB7MPEuw 


Am I Blue




http://youtu.be/cuu-pEEIfuw




http://youtu.be/g9x9XEWC31g

domenica 4 novembre 2012

Potere Talismanico Del Viaggio.
Ernesto Guevara de la Serna 
partì "Fuser" ed arrivò "Che".

giovedì 1 novembre 2012


Cancro in tutte le lingue del mondo.
Tumor;ورم;ուռուցք;şiş;tumore;অর্বুদ;пухліна;тумор;nádor;肿瘤;腫瘤;timè;הגידול; kasvaja;pamamaga;kasvain;latumeur;tiwmor;სიმსივნის;腫瘍;όγκος;ગાંઠ;ट्यूमर; meall;æxli;ಗೆಡ್ಡೆ;PANUS;audzējs;auglys;туморот;ketumbuhan;tumur;svulst;تومور;;guz;tumoare;опухоль;тумор;nádor;tumör;เนื้องอก;கட்டி;గ్రంథి;tümör;пухлина;ٹیومر;khối
u;
אָנוווקס;kanker;kancer;سرطان;քաղցկեղ; xərçəng;minbizia;ক্যান্সার;рак;càncer;rakovina;;kansè
nan; rak; kræft;
סרטן; vähk; vähk;syöpä;le
cancer;canser; კიბოს;
がん; καρκίνος; કેન્સર;kanker;cancer; ailse; krabbamein;ಕ್ಯಾನ್ಸರ್;vēzis;vėžys;рак;kanser;kanċer;kreft;سرطان;câncer;рак;rakovina;raka;cáncer;kansa;โรคมะเร็ง;புற்றுநோய்;Krebs;క్యాన్సర్;kanser;rák;کینسر;ung
thư;
    ראַק

"Ci troviamo nel bel mezzo di una epidemia. Un uomo su due e una donna su tre si ammalano di cancro..."

"se prendo una pistola e ti sparo è un crimine; se ti espongo a sostanze chimiche che so che ti uccideranno, quale è la differenza?... solo che morirai più lentamente"... Una differenza c'è ed è nelle "curve di preferenza". Infatti preferirei essere sparato piuttosto che ammalarmi di cancro!



martedì 30 ottobre 2012

"a Napolità l'hai sentito er BOOOM?"
Il Dottor StranamONTI
ovvero: come imparare a non preoccuparsi ed ad amare lo spread

...
Qualcuno non è in linea
con il programma "mONTI",
articolazione locale
dei "padroni della terra"?
... lo spread cresce!
Il M5S ottiene risultati
da guinness dei primati?... 
lo spread cresce!
... 

Lo spread, ormai dovrebbe essere chiaro a tutti, è manovrato da quattro loschi figuri che pesano sulle vite di tutti i "comuni mortali" come una montagna.

Dietro tutto questo
c'è un concetto
estremamente semplice
e, soprattutto,
estremamente pericoloso:
esiste un solo modo
di "governare" il mondo.

domenica 28 ottobre 2012

Limiti temporali
Maestro: "cosa pensi in merito al fatto che
la corteccia celebrale frontale
si struttura definitivamente
tra 25-28 anni e
dopo i 40 inizia
il processo di
rincoglionimento?"
Allievo: "mi viene in mente che...
devo darmi una mossa!!!"

venerdì 26 ottobre 2012

"Elettrodomestici"
Marx nei "Grundrisse" ha dato una definizione esemplare di... sviluppo... no, non sviluppo (potrebbe suggerire un'idea di continuo, indefinito progresso),... evoluzione... (no, nemmeno evoluzione, dato che potrebbe suggerire la stessa idea di sviluppo, di "magnifiche sorti e progressive")... modifica delle condizioni storico-sociali. Quest'idea è assolutamente non deterministica. La modifica di questo insieme di condizioni è dato dai rapporti di forza tra gli aggregati che spingono per l'ulteriore sviluppo delle forze produttive e quelle che vogliono mantenere i rapporti di produzione attuali. Il motore della "storia è semplicemente questo e non vi è nulla di meccanico e/o deterministico. All'interno di questo quadro si inseriscono tutte le azioni, individuali e collettive, ognuna con il suo carico di carne, sangue, sogni, speranze, fantasia... e "risultati raggiunti". Se le cose stanno così le forze di progresso, quelle forze che spingono per l'ulteriore avanzamento delle forze produttive hanno già perso. Le forze reazionarie, quelle che si battono per il mantenimento dello status quo hanno fatto breccia nella sfera individuale, nell"'anima" di ogni soggetto che hanno corrotto e reso vile, andando ad amputare la naturale capacità alla socializzazione (capacità, peraltro limitata, dello stare insieme, dell'interrelazione personale) degli individui e, perciò stesso, creando un "uomo nuovo" isolato, psichicamente instabile, psicotico/psicopatico a 48 carati. Ogni possibilità di cambiamento poggia su un aspetto essenziale, vale a dire la capacità dei soggetti di essere soggetti sociali e dunque capaci di entrare in relazione gli uni con gli altri. Il capitalismo, e tutti i suoi apprendisti stregoni sono riusciti a spezzare la capacità di interrelazione e dunque di integrazione degli individui che sono stati frantumati in atomi, in automi funzionali al sistema dato. "chi è dentro il sistema, fa parte del sistema". Questo risultato è stato possibile grazie ad un abnorme crescita dell'IO associata alla capacità del cervello di inventare "realtà" fittizie entro i cui limiti gli individui stessi si costringono, con compiacimento, a vivere. Questa situazione di nascita di una "infinità" di universi paralleli destinati a non incontrarsi mai, impediscono un qualsiasi sblocco del sistema. La situazione di stallo, a questo punto, si tende fino a spezzarsi e a rovesciarsi al di fuori di se solo attraverso un evento fortemente traumatico, il solo capace, a questo punto, di strappare gli individui a quella specie di sonno ipnotico generato dalla realtà che essi stessi "inventano". La guerra, forse davvero "igiene del mondo", consente di "ridurre" drasticamente il numero di realtà individuali inconoscibili e non commensurabili tra loro  attraverso un "meccanismo di condivisione" che si instaura tra carnefice e vittima. Un proiettile, la forza "vitale" di un pezzo di metallo nell'impatto con la carne, manda in frantumi le proiezioni mentali individuali e permette di incontrare una "realtà" aliena fatta di terra, gelo, fame, macerie...

I sistemi, tutti i sistemi, evolvono fino a raggiungere il massimo della complessità "intrinseca" compatibile con il loro funzionamento... poi si bloccano.
Questo è il (un) tempo in cui un dato sistema ha raggiunto il proprio limite intrinseco di complessità ed è entrato in stallo.
Quando ciò accade, deve emergere un "nuovo" sistema che consente di gestire più elevati livelli di complessità. Nell'intervallo tra la caduta del vecchio sistema e l'emergere del nuovo -ammesso che qualcosa di nuovo possa o faccia in tempo ad emergere- l'intera struttura deve necessariamente regredire e trasformasi in un tritacarne.

domenica 21 ottobre 2012

Avatar.
Solito polpettone effettistico/speciale. L'industria cinematografica e con essa i registi statunitensi sono, nella maggior parte dei casi, patetici e riflettono l'arroganza militaristico-imperialista degli Stati Uniti d'America. Sono delle vere macchine propagandistico-governative. Nel film Ho trovato degne di interesse:
la ricostruzione "verde". Si tratta di bisogno reale, primordiale, viscerale, impellente, immediato, bisogno di assetato disperso nel deserto,  di ambiente incontaminato. Mi fa venire in mente un mondo antico, non ancora impestato dai residui tossico-radio-attivi della, prima di tutto, mutazione genetico-cancerogena del cervello umano;
il meccanismo di condivisione che ogni essere, vivente e non, di "Pandora" aveva con il tutto-unico aggregato. Ecco di questo ci sarebbe veramente bisogno, e non averlo è una disgrazia .-SIAMO SOLI E SÒLE!-, perché non abbiamo, non abbiamo più - forse non lo abbiamo mai avuto - né un contatto né una vaga idea del livello aggregato che, forse, possiamo identificare con Dio, e che è -sarebbe- l'unica cosa che a questo punto potrebbe salvarci. Da questo punto di vista siamo "ciechi", e questo, forse, spiega perché siamo cosi spietati e privi di scrupoli con il sistema-mondo che ci circonda, in primis con gli individui della nostra stessa specie.

domenica 14 ottobre 2012

trasformata di Fourier consumistico/reale.
Goffe, incerte, gonfie, grasse, avariate,
marce, putrescenti, fetide statue di cera,
pronte ad accendersi e a consumarsi
 per un: "no!-nulla!",
quint'essenza della "bellezza" post-moderna.
Cera! Si, come cera possono annientarsi
i tratti somatici tornando ad essere "tabula rasa".
Finti manichini, che ogni tanto vanno in vacanza
come in un vecchio film di fantascienza.
Dire si, dire no, ballare...
 come tanti orsi ammaestrati
che attendono lo zuccherino
quando fanno bene il loro numero.
Arrossire, sbiancare, abbronzarsi,
sbronzarsi, decolorarsi,
tirarsi le zampe di gallina
per un successivo, ulteriore, ennesimo
tagliando di bellezza
obliterato nell'officina più vicina.
Fare inchini, riverenza, blandire...
a comando...
senza convinzione.
Annoiandosi e sbadigliando,
grattarsi dove il pelo è più folto.
Stiracchiarsi, massaggiarsi, spulciarsi
e poi, in "premio",
sfregarsi nevroticamente
fino ad accendersi
in una parodia
di tanti piccoli, gratificanti,
meschini orgasmini
non nocivi per alla salute.
Esseri fantascientifici dotati
di umorismo addomesticato
capace di tirare appena
le labbra come in rigor mortis,
per evitare di "sciupare" merce.
Sepolcri imbiancati,
"esteriormente perfetti
e capaci di fare cose atroci",
in cambio di "pochi
- nemmeno trenta- denari"
... la paghetta del soldato
a cui hanno estirparto il
"sennò la coscienza...",
a conferma che si tratta
di un optional.
Dopo, a casa, basta
un "optalidon"
un "prozac"
un "ropnol",
un'anfetamina,
un acido,
una dose letale di dopamina,
una "pera",
unica via per i vegetariani
con la convinzione
di poter cambiare il mondo
semplicemente ingollando
flora ad ornamento
delle pietre tombali
residenti nell'alveo
della cavità virtuale.

domenica 7 ottobre 2012

Maestro: "Da cosa deriva Credenza?"
allievo: "da Credere, prestar fede e quindi affidare, confidare, consegnare, depositare per mezzo del..."
Maestro: "... e allora che cosa è la Credenza?"
Allievo: "Mobile in cui si tengono stoviglie, posaterie, bicchieri o alimenti, gener. composto da una parte bassa a ripiani, chiusa da sportelli, e da un'alzata a ripiani aperta o chiusa... poi c'è pure la Credenzina..."