martedì 25 febbraio 2014

Renzi(e) è Come la Luisa:
"arriva presto, finisce presto
e non pulisce il Water"

domenica 23 febbraio 2014

'Eppur Si Muove'
"La teoria dell'equilibrio elimina la possibilità della crisi. La ragione decisiva, secondo me, del perché la teoria dell'equilibrio è preferita alla teoria del non-equilibrio in pressoché ogni ramo della teoria economica, è che nel quadro teorico dell'equilibrio è di fatto impossibile formulare una teoria della crisi. Invece, la crisi è sempre vista come il risultato di fattori esogeni; del cattivo governo, della cattiva politica monetaria, della politica tecnologica, del sistema di regolamentazione, dei sindacati, dei comunisti, dei terroristi, degli sceicchi del petrolio - di qualsiasi cosa, di fatto, tranne che del sistema stesso.

Eppur si muove. Il sistema produce le crisi. Stiamo attraversando quello che io penso sia la 28esima recessione periodica del capitalismo e la sua quarta onda lunga di declino di accumulazione. Tali eventi si sono manifestati con la regolarità delle comete, con ogni combinazione concepibile di politiche monetarie, di regimi di regolamentazione, di governo politico. Attribuire eventi così regolari, la cui forma è ripetuta più o meno in ciascun caso distinto, a cause storiche e effimere o transitorie mi sembra essere del tutto non scientifico. Chiaramente queste cause esterne interagiscono con, e hanno un impatto profondo sul corso di, queste crisi ma penso che noi dobbiamo considerare almeno la possibilità che il loro determinante ultimo sia il mercato stesso, e questa è l'idea che è intollerabile e inaccettabile da coloro il cui potere e la cui ricchezza derivano da questo mercato.
Perché è inaccettabile? Perché, se è chiaro che il sistema produce le sue proprie crisi, la prospettiva cambia. Quello che veramente accade è questo: il sistema del mercato, e soprattutto il mercato dei capitali, pone i suoi propri limiti a se stesso. Il problema è concepito capovolto perfino da parte degli oppositori più incisivi della globalizzazione, perché in effetti essi accettano il punto di vista teorico che la globalizzazione è un processo automatico e naturale, e limitano i loro obiettivi (decisamente nel caso della Tobin Tax) a 'gettare un granello di sabbia nel meccanismo'. Non ho nulla contro il gettare sabbia nel meccanismo se ciò migliora la condizione umana, ma il problema è secondo me molto più serio, perché l'intero veicolo esce periodicamente di strada con o senza la sabbia. In questo caso, il problema è completamente diverso: scappare con le minime perdite di vita. Il punto non è quello di fermarlo o di farlo avanzare; questo è un falso dibattito. Il problema è cosa fare riguardo ai terribili risultati che si verificano quando il veicolo si ferma da solo.
Che fare? è precisamente in momenti di crisi che la coscienza umana diviene un fattore. In una macchina veloce su un rettilineo autostradale, il conducente deve stare attento solamente all'acceleratore e perfino questo è automatico nelle macchine americane. Ma se la macchina incomincia a virare, il conducente deve guidare. In questo caso anche piccole azioni contano, e quello che diviene importante non è quanto uno sia grande ma quanto uno conosce. Gli architetti della globalizzazione devono usare una teoria che oscura quello che sta succedendo. Le vittime della globalizzazione hanno bisogno di una teoria che renda chiaro quello che sta succedendo; questo è ciò che la nuova ricerca offre."


La teoria liberista e non solo, essendo l'economia un frattale ricorsivo dove è complicato capire chi determina chi, favorisce la mistificazione della crisi, la nasconde, privilegiando una nozione di equilibrio ex post, cioè l'equilibrio, meramente definitorio, si da una volta che le grandezze si sono "aggiustate".



http://youtu.be/_BMsIOe2ryI

giovedì 20 febbraio 2014

L'uomo Nuovo
'"Io cerco l'uomo nuovo, l'ha incontrato?"
"E' uscito proprio adesso, che peccato"
"Ha mica detto niente, se tornava".
Chissà se era serio o se scherzava.
Chissà se era serio o se scherzava 

 Io cerco l'uomo nuovo e sono stanco.
"Può mica darmi un po' di vino bianco?"
io cerco l'uomo nuovo e non so più che fare
chissà se è meglio andare o restare
chissà se è meglio andare o restare.'
Quali le caratteristiche salienti dell'uomo nuovo?
Biondo con gli occhi azzurri? non sbaglia mai? non ha mai paura? migliorato eu-geneticamente? un pò sul tipo nazista?
noooo, quel tipo è vecchio come il mondo, e sai già come va a finire la storia.
No, ha un livello culturale elevatissimo; ha smesso di essere alienato rispetto a quel che usa; costruisce da se, o almeno lo progetta, quello di cui ha bisogno; è perfettamente integrato nella sua comunità con cui scambia conoscenze umano/scientifiche e consolida legami all'interno del suo gruppo di riferimento; decide lo stock di oggetti di cui abbisogna e, conseguentemente, decide quanto lavorare, purchè il tempo dedicato al lavoro sia una frazione trascurabile della ore disponibili nell'arco della giornata; è stato capace di arrestare la deriva della riduzione del tempo per unità di prodotto; applica le sue notevoli conoscenze per migliorare il progresso tecnico comune a tutti; non produce rifiuti; ha eliminato alla radice il profitto; acquisisce , nel processo di redistribuzione della nuova ricchezza prodotta, esattamente, in base al proprio contributo alla produzione, seguendo un criterio di ripartizione condiviso con tutta l'umanità e senza distinzioni di sesso, religione o razza; tutto ciò fa si che viva dignitosamente una vita che vale la pena di essere vissuta... è perfettamente integrato nel suo gruppo di riferimento e nell'ambiente che lo circonda di cui è divenuto un forte fattore di difesa anzichè di rischio.

mercoledì 19 febbraio 2014

Maestro: "Ho Visto All Is Lost. 
si tratta di "una lotta uomo-natura"?
si tratta di "uomo contro la morte"?
si tratta di "pessimistica suspense esistenziale del quotidiano"?
si tratta di "metafora in agguato""?
Allievo: "Nin ZO!
Certo è che un contaner
zeppo di scarpe da ginnastica di PLASTICA
-di quelle che fanno puzzo da morto-
procura una falla nel suo guscio
alla deriva nell'oceano;
certo è che in tutto il film
il protagonista è praticamente immerso
ed asfissiato, oserei dire, da inutili
-inevitabilmente quando servono si rompono
o hanno la strana tendenza a perdersi-
oggetti di PLASTICA;
certo è che le navi che dovrebbero salvarlo
ma che, volutamente,
lo ignorano -lo trattano come se fosse invisibile,
senza più alcuna capacità interlocutoria,
o un disagiato mentale-
sono navi container che,
sicuramente, trasportano
PLASTICA, merci o ricconi
-che poi in fondo è lo stesso.
'Oggetti' che una volta
erano uomini e che hanno subito
un processo di reificazione,
un processo di oggettivazione-
certo è che il titolo del film è
'tutto è perduto'.
non sarà mica una metafora del futuro che ci attende?"

martedì 18 febbraio 2014

Moretti Nanni:
uno affetto
da albagia
di sinistra.

venerdì 14 febbraio 2014

prepuzio iuvant
Visto Avatar. Solito polpettone effettistico/speciale. L'industria cinematografica e con essa i registi statunitensi sono, nella maggior parte dei casi, patetici e riflettono l'arroganza militaristico-imperialista degli Stati Uniti d'America... Sono vere macchine propagandistico-governative.
Nel film Ho trovato degne di interesse:
la ricostruzione "verde". Si tratta di un bisogno reale, primordiale, viscerale, impellente, immediato, bisogno di assetato disperso nel deserto,  di ambiente incontaminato. Mi fa venire in mente un mondo antico, non ancora impestato dai residui tossico-radiattivi, della, prima di tutto, mutazione genetico-cancerogena del cervello umano;
il meccanismo di condivisione che ogni essere, vivente e non, di "Pandora" aveva con il tutto-unico aggregato. Ecco di questo ci sarebbe veramente bisogno, e non averlo è una disgrazia, perchè non abbiamo, non abbiamo più - forse non lo abbiamo mai avuto - nè un contatto nè una vaga idea del livello aggregato che, forse, possiamo identificare con Dio, e che è -sarebbe- l'unica cosa che a questo punto potrebbe salvarci. Da questo punto di vista siamo "ciechi", e questo, forse, spiega perchè siamo cosi spietati e privi di scrupoli con il mondo che ci circonda, in primis con gli individui della nostra stessa specie.
"Diseconomie esterne"
Le diseconomie esterne alle volte vengono chiamate, confondendole, con il termine di esternalità e consistono nel trasferire quote consistenti di costi (addirittura qualcuno sostiene che tali costi, attribuiti all'esterno, sono addirittura uguali o maggiori dei profitti stessi) all'esterno dell'impresa che li genera. Per associazione di idee fa venire in mente un qualsiasi "coglione" che si trova a passare casualmente in un luogo dove si scatena un conflitto a fuoco tra bande o tra malviventi e "forze dell'ordine" (che poi è lo stesso!) e viene ammazzato, o, e questo è un classico, le comiche delle torte in faccia che coinvolgono, casualmente, via via un numero sempre maggiore di persone. Un pò, per capirci, quel che succede in un condominio quando qualcuno rompe un vetro o una qualsiasi cosa comune che poi si dovrà riparare o sostituire con il costo a carico dell'intera comunità, o quello che spara all'amante della moglie, ma sbaglia persona... C'è però una differenza tra questi esempi e le "diseconomie esterne", in quanto nel primo caso l'errore è non voluto, capita per caso. Nel caso delle "diseconomie esterne" -o più correttamente si dovrebbe parlare di un caso particolare di "falsi positivi"?- invece è un processo intenzionale. Assomiglia di più a una truffa tra due compari a danno degli ignari "grulli" che di volta in volta "capitano". Solo che gli ignari "grulli" che si accollano il costo sono tutti i membri esterni alla/e "impresa/e" che sarebbe più corretto chiamare banda di terroristi oppure serial killers di massa, o con qualsiasi altro nome la creatività del momento suggerisce. La tentazione è irresistibile anche per il più "irreprensibile" ed "onesto", anzi proprio per i più "irreprensibili ed "onesti" degli uomini e le somme in gioco estremamente consistenti. Quello che si frega 100 unità di qualche cosa e poi, dato che sono 100, gli individui che, loro malgrado, partecipano al "gioco" ripaga al massimo 1. Un bel guadagno, non c'è che dire, 100 su 1... e se i partecipanti, mantenendo lo stesso rapporto, al gioco fossero 1.000... 1.000.000... 1.000.000.000... Certo, in tutto questo, ci sono anche "effetti collaterali" "spiacevoli" -come del resto in tutte le cose che ci circondano- tipo far ammalare di cancro un certo numero di persone -come nel caso della produzione, delle scorie o degli incidenti nucleari- o gassificarle o fargli ingerire misture chimiche o fargli venire le malattie più atroci che si possano immaginare come la SLA o il morbo della mucca "che passa", cioè no, della mucca "che se la spassa", cioè no della mucca "a spasso", cioè no, della mucca "pazza. Comunque niente che non si possa rimediare con la frase magica: "vittime del progresso", o meglio ancora: "lo faccio solo una volta"... E già, il potenziale di "ricchezza" insito in queste operazioni è talmente elevato che basta farlo un'unica volta, o almeno "una alla volta" ripetendo, però sempre "lo faccio solo..." per potersi "sistemare" per tutta la vita. naturalmente parliamo di individui "(r)capaci", dotati di cultura elevata, che occupano posti chiave -infatti sono dei "chiavatori" eccezionali capaci di chiavare o vendere la loro stessa madre- nella società "avanzata" e dotati anche di un certo rigore morale che li porta a provare anche rimorso -niente che non si possa dimenticare con una certa dose, considerevole e abbondante, di denaro e coca(r)ina-, altrimenti non sarebbero individui da "una botta e via". Non sono da biasimare: parliamo di anime gentili, della elite, della "crema" -anzi per meglio dire della schiuma-,  persone che al di sotto di un certo ammontare di ricchezza non si sporcherebbero mai le mani... eppoi c'è di peggio... quelli -appartenenti sempre all'"aristocrazia"- che lo fanno ripetutamente, quelli con il pelo sullo stomaco capaci di assassinare, in caso di necessità, una anziana signora per rubargli la pensione minima per poter andare a sputtanarsela con quelle trojone che oggi prendono il nome di "escort" -che fino a poco tempo fa era un'auto probabilmente a noleggio-, e dormono come i putti di Michelangelo... e non è finita... ci sono quelli-i livelli "esecutivi" che le stesse cose le fanno per mantenersi un lavoro di merda, quelli che godono a farle a prescindere dal lavoro che fanno... e giù giù, fino ad arrivare alle favelas, dove per 50 o anche per 25 o anche per 12,5 o anche per 6,25 o anche per... $ puoi far ammazzare una persona ed avere, con un piccolissimo incremento di prezzo, come simpatico souvenir le sue mani o le sue orecchie o il suo pene o il suo buco di culo con annesso un pezzo di "intestino crasso" da usare come originale posacenere. Favelas, favelas -La favela è una robusta pianta che cresce in climi semi-aridi-... equivalente sociale di "pattumiera", di "buco nero" indistinto capace di ingoiare i detriti e trattenerli con la "forza di gravità" al suo interno... frammenti delle macerie di formazioni sociali che via via vengono distrutte da quella specie di erpice che è la forma attuale di capitalismo, cioè consumismo edonista omologante. Anche in queste condizioni di povertà estrema gli individui che la popolano continuano ad essere "abbagliati" da una forma particolare di denaro -il dollaro americano la vera forza di gravità che schiaccia questi individui all'interno del "buco nero"- che gli impedisce -in una specie di legge dell'entropia sociale- di organizzarsi tra loro per migliorare le loro stesse condizioni di vita.
Qualcuno potrà dire: "niente di nuovo sotto il sole". È comportamento tipico del genere umano. Vero, sacrosanto, nulla è cambiato -l'uomo è biologicamente identico al suo antenato primitivo. il suo rugginoso organo di pensiero è immodificato-, ma sono cresciute in maniera esponenziale le sue conoscenze e capacità tecnologiche, è cambiato l'impatto che il genere umano, grazie alla tecnologia -la tecnologia ci salvera?-, ha sulla terra. I danni provocati da una sola bomba atomica o da "processi produttivi "disinvolti" non sono minimamente paragonabili a quelli conseguenti a una qualsiasi calamità che poteva avvenire nei secoli passati... e non è tutto. È  enormemente aumentato il numero di esseri umani sul pianeta. Pertanto quel che poteva essere "sostenibile", in termini di comportamenti distruttivi per l'ecosistema, non lo è più.
Progresso sc... sc... scientifico (2)
Premessa.
Ho potuto vedere cervello organizzare "pensiero", oppure "pensiero" organizzare cervello. Sembrava di essere nel centro di Milano in una giornata piovigginosa e di intenso traffico, con il grasso e lo sporco che sfrigolavano come "bacon" sulla piastra.

Maestro: "ieri ho fatto un esame che ha mostrato l'attività psico/magneto/elettrica del mio cervello"
Allievo: "cosa ne ha dedotto?"
Maestro: "che la tecnologia è meravigliosa... peccato. Solo "cacche di mosca sopra e sotto le righe"". 

mercoledì 12 febbraio 2014

Renzi dice che si romperà
o l'osso del collo o il buco del culo.
Sono convinto che alla fine scegliera,
con un certo piacere, la seconda possibilità.

lunedì 10 febbraio 2014

perchè una merce è una merce.

Esistono sostanze con effetti più o meno stupi-facenti,
ed esistono gli effetti psicotropici che si generano
in distinti individui i quali hanno un certo quantum
quali/quantitativo di attività psichica in diversi istanti spazio/temporali.
gli effetti possono essere infiniti, completamente aleatori
e quasi certamente non ripetersi mai,
la sostanza, invece è unica e ha precise caratteristiche fisico-chimiche.
mettersi a discutere degli effetti è come cercare
di fissare le figure che il "fumo" disegna
in ogni istante e chiedersi perchè
si è manifestata una data figura.
è più utile discutere della sostanza.

posso usare una merce, una volta che entra nella mia "sfera di influenza"-e farei meglio a capire in che modo entra nella "mia sfera di influenza", piuttosto che perdermi in vanegiamenti sulle sue capacità ammaestrative- come meglio mi aggrada... uno stecchino per le caccole del naso, una forchetta per il brodo, un cellulare come corpo fallico vibrante, un portatile come supporto pubblicitario per realizzare una locandina a "bandiera" oppure un oggetto secondo il suo valore d'uso, cioè secondo la sua attitudine a soddisfare meglio di altri un certo bisogno specifico. Non è l'oggetto di per se che mi impone un certo uso, non mi "parla", a meno che io non sia quel tipo speciale di persona che "sente" le voci. no, sono i rapporti tra le persone, l'organizzazione sociale che mi impone di trattare quel dato oggetto che ha certe caratteristiche intrinseche come una merce, ma come ha potuto l'edonismo consumista indurre una mutazione ... non modificazione... -il primo termine rende meglio il carattere cancerogeno intrinseco al consumismo- antropologica?

venerdì 7 febbraio 2014

Nanostorie Pasolinisticamente Fondanti
"Come sai il film è preso dalle 120 giornate di sodoma di De Sade, ma è ambientato durante la repubblica di Salò, cioè circa il '44-45'. Quindi c'è molto sesso, ma il sesso che c'è nel film è il tipico sesso di De Sade, cioè un sesso la cui caratteristica è esclusivamente sadomasochistica, in tutta l'atrocità dei suoi dettagli e delle sue situazioni. Ora a me interessa questo sesso, come, appunto interessa a De Sade, cioè per quello che è, ma nel mio film tutto questo sesso assume un significato particolare ed è la metafora di ciò che il potere fa del corpo umano, è la mercificazione del corpo umano, la riduzione del corpo umano a cosa, che è tipico del potere, di qualsiasi potere, cioè se io al posto della parola Dio, in De Sade, metto la parola potere, viene fuori una strana ideologia estremamente attuale e questa attualità segna un salto, un vero e proprio salto rispetto a film precedenti che ho fatto fino ad ora, cioè la trilogia della vita, Il Decamerone, I Racconti di Canterbury e le mille e una notte. È il marxismo puro, il “manifesto” di Marx dice proprio questo: il potere mercifica i corpi, trasforma il corpo in merce, quando Marx parla dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo parla effettivamente di un rapporto sadico. Che i sadici fossero dei potenti è un dato di fatto. In De Sade i quattro che fanno le cose tremende delle 120 giornate sono un banchiere, un duca, un vescovo e un presidente di tribunale, cioè rappresentano il potere, il braccio secolare del potere, sono 4 nazi-fascisti di quel periodo, però sono persone particolarmente colte, in grado di leggere veramente bene Nietzsche o Baudelaire o magari anche lautréamont, sono personaggi piuttosto ambigui e poi, soprattutto il film è privo di psicologia e quindi di dati anagrafici reali. Un altro elementi di ispirazione del film è rievocare quei giorni che io ho vissuto

Pasolini e i “giovani”
In che modo la lezione di questo film potrebbe essere capita dai giovani?
R. Io credo che i giovani non lo capiranno, non mi illudo di essere capito dai giovani, perchè con i giovani è impossibile instaurare un rapporto di carattere culturale, perchè i giovani vivono nuovi valori con cui i miei vecchi valori in nome dei quali io parlo sono incommensurabili. Sembra che si mettano d'accordo, parlano nello stesso modo, ridono nello stesso modo, si comportano nello stesso modo, fanno gli stessi gesti, amano le stesse cose. Insomma io ho visto delle divise, perchè io quando ero ragazzo ho visto i balilla, gli avanguardisti, però non ho mai visto la gente in divisa come oggi. Non si chiamano boy scout o balilla o gioventù nazista, però è tutto fondato su questo movimento informale ed autocreantesi di gioventù, è tutto fondato sui giovani. La cosa orrenda di tutto il giornalismo e la cultura italiana è che invece i giovani siano liberi, siano privi di complessi, siano disinibiti, vivano una vita felice... pensa che tutta la borghesia italiana è convinta di questo … anche tutta la sinistra.
L'ideale del consumismo.
C'è un enorme gruppo che si estende da mILANO a bOLOGNA, comprende rOMA, arriva, serpeggiando, al sud, è una società omologatrice che rende tutto uguale da cima a fondo, e quindi è chiaro che cadono i confini, i piccoli gruppi.
Senza ideologia?
...Come non ha ideologia... l'ideologia consumistica... invece che sotto una bandiera si mettono un vestito che è una bandiera. Sono cambiati alcuni strumenti esterni, ma in pratica tutto è una depauperizzazione dell'individualità che si maschera attraverso una sua valorizzazione...
Durante la cosiddetta età repressiva il sesso era una gioia, perchè avveniva di nascosto ed era un'irrisione di tutti gli obblighi e i doveri che il potere repressivo imponeva, invece nelle società tolleranti, come si dichiara la nostra, quella in cui viviamo, il sesso è semplicemente nevrotizzante, perchè la libertà concessa è falsa e soprattutto è concessa dall'alto e non conquistata dal basso, quindi non si tratta di vivere una libertà sessuale, ma di adeguarsi a una libertà che viene concessa.
Le società repressive reprimono tutto e quindi gli uomini possono fare tutto, invece le società permissive permettono qualche cosa e si può fare solo quello.
Vi è una grande libertà nella coppia eterosessuale, però è una libertà per modo di dire, perchè deve essere quella e poi è obbligatoria, e siccome è concesso, è diventato obbligatorio. Perchè un individuo, visto che è una libertà concessa, non può non approfittare di questa concessione, quindi si sente obbligato ad essere sempre in coppia, quindi la coppia è diventato un incubo, un'ossessione, invece che una libertà.
si tratta di una coppia totalmente insincera e falsa, di una insincerità spaventosa. Vedi i ragazzi presi da chissà quale slancio romantico, per strada camminano tenendosi per mano o abbracciati. Cosa è questo improvviso romanticismo? È semplicemente la nuova coppia rilanciata dal consumismo è una coppia che “compra”???? Tenendosi per mano vanno alla rinascente o all'upim. Con la tolleranza sono diventati tutti nevroTiCi. Gli italiani sono nevrotici, quando c'era la repressione erano molto equilibrati.
Modernità coincidenza di libertà con razionalità
Mutazione antropologica
La vera apocalisse è che la tecnologia, l'era della scienza applicata farà dell'uomo qualcos'altro da quello che era prima, è adesso che è successo qualcosa che non ha equivalenti nella storia dell'uomo e siamo terrorizzati che i nostri discendenti non siano più come noi. È un po' la fine del mondo...
Il sm è una categoria eterna dell'uomo, c'era al tempo di De Sade, c'è adesso, ma non è quello che mi importa... Ma il reale senso del sesso nel mio film è una metafora del rapporto del poterE con chi gli è sottoposto e quindi vale in realtà per tutti i tempi. Evidentemente la spinta è venuta dal fatto che iO detesto il potere di oggi. Ognuno odia il potere che subisce e dunque io odio con particolare veemenza il potere di oggi. È un potere che manipola i corpi in un modo orribile e che non ha niente da invidiare alla manipolazione fatta da Himmler o da Hitler. Li manipola trasformandone la coscienza, cioè nel modo peggiore. Istituendo dei nuovi valori che sono alienanti e falsi, i valori del consumo che compiono, quello che Marx chiama un genocidio delle culture viventi, reali, precedenti. Ha distrutto rOMA. Per esempio non esistono più i romani. Un giovane romano non c'è più, è un cadavere, il cadavere di se stesso che vive ancora biologicamente ed è in uno stato di imponderabilità tra gli antichi valori della sua cultura popolare romana e i nuovi valori piccolo borghesi consumistici che gli sono stati imposti

In realtà i produttori costringono i consumatori a mangiare merda... tutte robe sofisticate e adulterate che sono merda. Io potrei fare un film su un industrialotto milanese che produce biscotti e poi fa la pubblicità e poi li fa mangiare ai consumatori. Sarebbe un film terribile.
Il potere resta tale e uguale, soltanto cambia carattere. Il suo suddito anziché essere risparmiatore, religioso … è consumatore, imprevidente, irreligioso, laico... cambiano dei caratteri culturali, ma il rapporto è identico. Quindi un film non soltanto sul potere, ma su quella che io chiamo l'anarchia del potere, perchè nulla è più anarchico del potere, il potere fa praticamente ciò che vuole e ciò che il potere vuole è completamente arbitrario o dettatogli da sue necessità economiche che sfuggono alla logica comune.
Sia il cristianesimo che il marxismo sono stati imposti dall'alto, non sono mai venuti dal basso. Questo principio della sottomissione che sarà un po' analogo all'istinto di morte di Marx, coesistente allo spirito aggressivo dell'amore è continuato a vivere inalterato sotto il cristianesimo, perchè il cristianesimo è diventato immediatamente religione di stato, religione della classe dominante, ed è stato imposto, e quindi non ha cambiato questi istinti profondi. L'unico sistema ideologico che ha veramente coinvolto anche le classi dominate è il consumismo che dà una certa aggressività, perchè questa aggressività è necessaria al consumo, perchè se uno è puramente sottomesso, segue l'istinto puro della sottomissione, che consumatore è? ...Uno che accetta il suo stato di inferiore. Il consumatore deve lottare per elevare il suo stato sociale. Si crede falsamente e stupidamente aggressivo e non sottomesso.

Forme di rito

vari tipi di linguaggi
il cinema è più di un linguaggio. Un regista esprime la realtà attraverso la realtà è per questo che mi piace di più il cinema della letteratura. La lingua esprime la realtà attraverso un sistema di segni, esprimendo la realtà attraverso la realtà, opero e vivo continuamente a livello della realtà.
L'immagine su quali linguaggi si fonda? Si fonda sulle immagini dei sogni e della memoria. Quando sognamo e ricordiamo giriamo dentro di noi dei piccoli film. Allora il cinema ha le sue fondamenta su un linguaggio completamente irrazionale – i sogni, la memoria e la realtà come fatto bruto. In fondo una immagine è infinitamente più onirica che la parola".

mercoledì 5 febbraio 2014

Cuore di gatta.
Avevo tre gatte. ne è rimasta una sola, ed io ne ho la massima cura. È per questo che nemmeno mi avvicino. io ero un ragazzaccio, quando una fattucchiera mi regalò una gatta. Le avevo fatto un grosso favore. Volle darmela per forza. Io non la volevo. Mi disse che era per sdebitarsi, che dovevo assolutamente accettarla. "è un grosso dono. Usala bene. Trattala con cura, falla accoppiare il più spesso possibile, deve fare tanti cuccioli, perchè, si sa, ogni nuova vita significa aver cura della propria vita. Questo è vero in particolar modo per questa razza... non la sterilizzare, mantienila integra. Te la cedo a questa condizione".
Io pensavo, allora, data l'inesperienza, volesse disfarsene, ed ero fermamente convinto di rifiutare.
Bip: "no grazie... come se avessi accettato.Non potrei proprio privarti di un animale a cui tieni così tanto... davvero... non saprei dove metterla, e poi, mamma, sono sicuro, non la vorrebbe".
Alla fine, non so bene perchè, accettai e promisi, soprattutto dopo averla vista. Me ne sentii subito particolarmente attratto. Apparentemente era una normale gatta. Perciò la chiamai "Micia". In realtà era di più, anche se me ne resi conto solo con il tempo. La fattucchiera nel consegnarmi la gatta mormorò, con un filo di voce appena udibile,: "pongo lei a protezione della tua vita". Pensai: "manie da fattucchiera". Mi era già comparso un "bozzetto", proprio sopra il capezzolo sinistro, e tanta angoscia o paura mi aveva procurato. Avevo fatto visite specialistiche, consultato luminari. La diagnosi era stata: "niente di preoccupante. Si tratta di una escrescenza fibroso-cistica al seno "sinistro" da tenere sotto controllo. È un inconveniente che normalmente riguarda le donne". Pensai amaramente:; "sarà il mio lato femminile che vuole emergere".
Effetti collaterali: tendeva ad ingrossarsi, e poi, ad un certo punto i linfonodi inguinali avevano cominciato a dolere.
Io, come piccola reazione inconscia, non ci avevo più badato. Altro che tenere sotto controllo, solo a pensarci avevo una fifa blu e poi se poteva rappresentare un problema perchè cazzo non lo avevano tolto? Era come guardarsi dentro una bara da morto in divenire. Era l'equivalente del: "pochi, maledetti e subito", cioè fatemi vivere la mia vita "corta e piena di merda" senza tante palle, poi i "resti" ve li potete spartire tranquillamente. Correvo talmente veloce, nella fuga, che per un certo periodo fui davvero imprendibile. Poi venne la gatta e non ebbi più problemi. Avevo legato con lei in modo davvero sorprendente. Dormiva sul mio petto, anzi, adesso ne sono più che mai convinto, vegliava il mio sonno ed io mi sentivo "rilassato e tranquillo" manco fossi "Fonzie". Era l'unico animale con cui dormivo! Con le femmine della mia specie facevo altro, ma mai finivo col dormirci, seguendo l'insegnamento "prima sei o sette di fretta e furia, e poi subito al bar a vantarsi con gli amici". Le femmine della mia specie mi rendevano teso e nervoso, come l'invito a cena da parte di un alieno. Lei invece diffondeva un'aura di benessere. Metteva il suo muso vicino al mio viso, qualche volta leccava il mio naso e poi dormivamo "ignari dei mali del mondo". La feci accoppiare e partorì 2 cuccioli, forse, per rispettare la volontà della fattucchiera, anche se devo dire che non ho onorato i suoi desideri fino in fondo. Ho mantenuto la gatta e i cuccioli sempre integri, però ho interrotto la catena della vita. Avrei dovuto "diffondere" i suoi cuccioli per il mondo, invece, per egoismo, li ho tenuti con me.
"Briciola" e "Golia" -due "gemelle siamesi"-
Gestire tre gatte è un impegno gravoso, ed è per questo che non l'ho più fatta figliare. Delle tre Briciola divenne la mia preferita e, per me lei rimarrà sempre la mia gatta. Per lei avevo, e ancora ho, una predilezione speciale.
Predilezione speciale per una gatta speciale. Non che trascurassi le altre, ma Briciola...
Comunque, e questa è ormai la mia convinzione, suffragata da "prove statistiche oggettive", benche trascurate, le mie gatte mi hanno sempre protetto.
La prima fu la Micia. Sviluppò un cancro alla mammella sinistra al posto mio. Infatti nel corso della sua breve vita, la mia piccola escrescenza fibroso cistica non si è minimamente sviluppata e non mi ha dato alcun fastidio. Lei, poverina, come in una specie di Ritratto di Dorian Gray "popolare", sviluppava un cancro al mio posto. Vedere una massa tumorale in crescita spaventa, soprattutto se c'è in corso un processo di immedesimazione. I bubboni crescevano e poi scoppiavano. Non servì a nulla il veterinario, anzi fu di impaccio e fu motivo di grande imbarazzo. Una volta disse: "...la tenga finchè può, la faccia vivere quanto più possibile... poverina". Aumentai le sue sofferenze. Venne sottoposta ad un intervento chirurgico, ma la massa tumorale accelerò il suo ritmo di crescita. Capii che era inutile continuare a infliggere sofferenze. Gli feci fare una iniezione letale, direttamente nel suo cuore di gatta speciale. Me ne stavo lì, piangendo come un imbecille, mentre una piccola macchia di sangue eccezionalmente scuro gli si spampanava sul petto. Con delicatezza la misi in una scatola di cartone per scarpe, soluzione che in futuro sarà adottata anche per noi immondizia umana, e la seppellii sotto un grande, bellissimo albero a pochi metri dalla mia abitazione.
Ogni tanto, ma non troppo frequentemente, passo di lì per un salutino, anche se mi sento un pò scemo, perchè una volta che qualcuno muore, si sa, è andato per sempre, e quello che rimane è solo interiorità nascosta nelle frattaglie del sistema nervoso centrale. Quel che è rimasto della Micia è stato inglobato in me e vivrà con me fino a quando anch'io morirò e tornerò, informe e indistinto, senza alcuna memoria e consapevolezza da dove sono venuto cioè dal niente. Un frammento di realtà muore, il resto torna a vivere come prima, secondo l'adagio: "chi muore tace, chi vive si dà pace", anche se non è esattamente così. Qualche cosa si modifica permanentemente. È l'aggiornamento della contabilità di chi viene a mancare. Rimane una piccola zona grigia perennemente addolorata. È come se l'atto della morte venisse trascritto in una specie di registro cimiteriale privato esclusivo. E quella zona sarà e rimarrà sempre perennemente in lutto. Non tornerà mai a sorridere finchè vivrò. Dover sotterrare qualcuno è faticoso e lascia ferite che continuano a sanguinare e non si rimarginano mai. Questa è la mia zona privata del dolore, del rimpianto e, quasi sempre, del rimorso. Mi ricordo sempre di qualche cosa che non avrei dovuto fare e di qualche altra che invece avrei dovuto assolutamente fare e mi stupisco sempre della profondità della cosa. Mi torna in mente tutto, ma proprio tutto, quello che ho sbagliato. È come un filo seppellito con cui ho legato avvenimenti, emozioni e interazione con chi non c'è più. Ad un tratto lo tendo, scuoto la terra e ritorna nuovo, mai logoro, intatto e completo, come fosse stato sempre presente. Ricordo cose e particolari insignificanti che credevo di avere perduto per sempre. È per via della "profondità" del cosiddetto 'animo umano'. Il filo dei ricordi mi porta sempre a ricordare qualche luogo dell'immaginario remoto e, probabilmente, il tutto ha un senso, solo che non so quale è.
Dopo la Micia toccò a Briciola. Una gatta fantastica. Senza età. Perennemente cucciola, minuta, accattivante, simpatica, indipendente. Una volta con un morso, mi procurò una ferita da sette punti di sutura... un ricordino. Non sembrava reale. Coda da bamby, zampe lunghissime, muscolatura talmente tonica da dare piacere al solo toccarla e carisma da capo. Era piccola, minuta, graziosa, ma egemonizzava l'altra gatta e mai avrebbe permesso a nessuno di sottometterla. Anche lei sviluppò un cancro alla mammella al posto mio, esattamente nello stesso punto. La feci operare precocemente, e anche in questo caso sbagliai. L'errore fu anche più grande. Era ancora solo un minuscolo bozzetto che dopo si riformò orrendamente ad una velocità quadrupla. Se non l'avessi fatta operare, probabilmente sarebbe durata di più. È stato per la legge dei grandi numeri. mi sono detto: "non voglio ripetere gli stessi errori della Micia. Se la prendo in tempo forse riesco a salvarla". Solo che quando giochi a mosca cieca o ai quattro cantoni con quel figlio di puttana del cancro, non hai modo di rimediare. Ogni mossa è definitiva e irrimediabile ed ogni più piccolo sbaglio è anche quello definitivo.
Qualcuno dice che i gatti hanno nove vite, ma io so per certo che non è vero..Questa volta però niente iniezione letale nel cuore. Non ho avuto il coraggio di portarla da quei loschi individui che chiamano veterrinari. La mancanza di coraggio, insieme ad una piccola, assurda, inconsistente, irraggiungibile, misera speranza, mi hanno impedito di fare ciò che sarebbe stato giusto. Ho prolungato, oltre il ragionevole, le sue sofferenze. È morta, lacera e con la sola pelle, perchè solo quella era rimasta, una sera di febbraio, risucchiata all'interno del suo personalissimo buco nero. L'ho messa in una borsa, ho atteso le ore piccole, poi, come un ladro, l'ho seppellita ai piedi di un giovane albero, in un posto dove, mi è stato assicurato, non sorgerà mai edificio. Ogni tanto ci passo, ma non mi fermo mai. Dopo la morte di briciola mi è venuto un nuovo bozzetto, sulla spalla, dalla stessa parte, quella sinistra, dove ho quella piccola escrescnza "fibroso-cistica". Secondo me è cancro. Finalmente ha iniziato a svilupparsi. Mi è rimasta una sola gatta, Golia, ma io mi guardo bene dall'accarezzarla. Non la guardo neppure. Non voglio che diventi la mia preferita, non voglio che sviluppi un cancro al posto mio.
Forse gli farò fare dei cuccioli, ma li darò via immediatamente, prima di affezionarmi... una razza tanto prodigiosa non deve estinguersi.
Se potessi scegliere il tempo
della mia vita, sceglierei
il '68 o il '77 del secolo passato.
Periodi in cui sembrava possibile
-al limite tentare di rassomigliare ad un "gabbiano ipotetico"-
sognare di poter sperare
in un breve, fugace,
respiro di libertà.