domenica 24 novembre 2013

Passato radioso... Presente rognoso



http://www.youtube.com/watch?v=eBLVw92feas

"If You Want To Sing Out, Sing Out"


Well, if you want to sing out, sing out
And if you want to be free, be free
'Cause there's a million things to be
You know that there are

And if you want to live high, live high
And if you want to live low, live low
'Cause there's a million ways to go
You know that there are

[Chorus:]
You can do what you want
The opportunity's on
And if you can find a new way
You can do it today
You can make it all true
And you can make it undo
you see ah ah ah
its easy ah ah ah
You only need to know

Well if you want to say yes, say yes
And if you want to say no, say no
'Cause there's a million ways to go
You know that there are

And if you want to be me, be me
And if you want to be you, be you
'Cause there's a million things to do
You know that there are
Well, if you want to sing out, sing out
And if you want to be free, be free
'Cause there's a million things to be
You know that there are
You know that there are
You know that there are
You know that there are
You know that there are



http://www.youtube.com/watch?v=h804RWA-OgI

-Ho perso il lavoro.
-Nun te preoccupà, 'o ritrovamo...'ndo t'o si perso?
-L'ho perso al ministero.
-Embè? 'o ritrovamo! Quanto po' esse grosso il ministero? 'o mettiamo sottosopra e 'o ritrovamo.
-Ho perso pure tutti gli amici.
-Nun te preoccupà: li ricchiappamo...li ricchiappamo a tutti. cerca de fa mente locale de do' te li si persi...
-Ho perso anche la fiducia, la fiducia nel prossimo, l'ho persa.
-Tranquillo: ritrovamo pure quella. Io sto a fà la lista...hai perso: lavoro, amicizia e fiducia...ritrovamo tutto.
-Ho perso anche la fede.
-Ecco qua: aggiungo io. Se ritrova, basta ricostruì gli ultimi movimenti. Su! Ottimismo! Ritrovamo tutto.
-L' ho perso, l'ottimismo...
-E che ci vo'? E 'ndo...'ndo te lo si perso? Tu ti devi fa' sempre la domanda: 'ndo stavo, che facevo? Che movimenti facevo... ritrovamo tutto.
-Ho perso anche l'entusiasmo.
-Ecco qua, aggiungo, io: entusiasmo. Guarda: ce sta da lavorà, ce sta da lavorà perché i posti so' tanti, però ritrovamo tutto!
-E l'ultima cosa che me so' perso so' stati 'i soldi...
-Eh...e qua, amico mio, non ritrovamo proprio un cazzo

lunedì 18 novembre 2013

Dio,
nella tua infinita
bontà e saggezza,
fa che scampi da:
psicologi,
soprattutto progressisti-
quelli che mirano
all'oggettivazione
degli individui-,
insegnanti,
soprattutto progressisti-
quelli che mirano
a costruire/decostruire
gli individui-,
progressisti,
e serial killer.

"la scuola insegna a confondere processo e sostanza. Una volta confusi questi due momenti, acquista validità una nuova logica: quanto maggiore è l'applicazione, tanto migliori sono i risultati; in altre parole, l'escalation porta al successo. In questo modo si «scolarizza» l'allievo a confondere insegnamento e apprendimento, promozione e istruzione, diploma e competenza, facilità di parola e capacità di dire qualcosa di nuovo. Si «scolarizza» la sua immaginazione ad accettare il servizio al posto del valore. Le cure mediche vengono scambiate per protezione della salute, le attività assistenziali per miglioramento della vita comunitaria, la protezione della polizia per sicurezza personale, l'equilibrio militare per sicurezza nazionale, la corsa al successo per lavoro produttivo. Salute, apprendimento, dignità, indipendenza e creatività si identificano, o quasi, con la prestazione delle istituzioni che si dicono al servizio di questi fini, e si fa credere che per migliorare la salute, l'apprendimento ecc. sia sufficiente stanziare somme maggiori per la gestione degli ospedali, delle scuole e degli altri enti in questione."

venerdì 6 settembre 2013

Ciao Nando

http://youtu.be/M8E3-qEV7vA


La MoRTe dElLA MoscA
       Oggi è morta una mosca
dopo avere volato
tanti anni da sola
bassa bassa su un prato.
Un prato non è mai abbastanza grande
perché una mosca ci si perda,
ritrova sempre il suo cespuglio,
il suo dolce odore di merda.

Le mosche procurano noia
se volano a schiera unita;
da sole non danno fastidio:
si schiacciano dentro due dita.

Oggi è morta una mosca
digrignando gli ultimi denti,
subendosi l'ultima beffa,
la morte appartiene ai potenti.

Oggi è morta una mosca
oh, mio dio che sfacelo!
ronzare noiosamente
tanto lontano dal cielo.
Oggi è morta una mosca,
crack! l'ultimo colpo di ali.
Fortuna che noi siamo uomini,
fortuna che siamo immortali.

Oggi è morta una mosca,
muriamola nel suo alveare
insieme a tutte le altre
onoriamola con un piccolo altare...

Almeno però non si perda
il senso degli ultimi stenti,
alle mosche rimane la merda,
il cielo appartiene ai potenti.

Piazza, bella piazza, ci passò una lepre pazza,
uno lo accarezzò, uno lo abbracciò,
uno se lo baciò, uno lo consolò,
uno lo tranquillizzò, uno lo rallegrò,
uno molto lo amò,
col mignolino ch'era il più piccino la notte passò."

 

lunedì 2 settembre 2013

Oggetto: eugènica, allevaménto, scuòla

K: "C. perchè fai quello che fai? 
Perchè noi facciamo quello che facciamo? Forza."
C: "Non lo so."
K: "Io ho cominciato nella II Guerra Mondiale,
in Germania. 
Il piacere di uccidere è stimolante.
Più avanti nella vita io non riuscivo a trovare
qualcosa che riempisse quel vuoto...
che mi desse la stessa carica di energia...
così mi sono messo in proprio.
Ascolta... ascolta questo:
"Qualunque cosa la tua mano trovi da fare,
falla con gioia, perchè non esiste lavoro,
amore, conoscenza o saggezza nella tomba."
C: "Di chi è? C?"
K: "no è il vecchio testamento... è di Dio."
C: "mi sorprende che tu l'abbia citato, è il mio eroe."
K: "È anche il mio.
Uccidere il mio primo uomo è stato come
fare l'amore con la mia prima donna.
Mi ricordo ogni particolare.
Il profumo dei capelli,
il ghiaccio sulla finestra,
la carta da parati...
è come entrare in una diversa zona temporale...
Stai diventando un estraneo...
Ti stai isolando, sei condanato!"
C: "Condannato?"
K: "Tu sei diventato la loro tristezza
e vivi in un diverso stato mentale...
e si."

eugènica s. f. [dall’ingl. eugenics, der. del gr. εὐγενς «di buona nascita»]. – Teoria (detta anche eugenetica) che si propone di ottenere un miglioramento della specie umana, attraverso le generazioni, in modo analogo a quanto si fa per gli animali e le piante in allevamento, distinguendo i caratteri ereditarî in favorevoli, o eugenici, e sfavorevoli o disgenici, e cercando di favorire la diffusione dei primi (e. positiva) e di impedire quella dei secondi (e. negativa). 

allevaménto s. m. [der. di allevare]. –

1. Insieme delle cure con cui si nutrono e si assistono nello sviluppo, nella loro prima età, bambini, animali, piante: norme per l’a. dei bambini; l’a. dei polli, degli ovini, dei suini, dei bachi da seta; a. in batteria, particolare sistema di allevamento su scala industriale di polli (v. batteria), detti appunto polli di allevamento in contrapp. ai cosiddetti polli ruspanti, ottenuti con il tradizionale allevamento di tipo rurale; a. della selvaggina, l’insieme delle pratiche con cui s’interviene nella riproduzione di determinate specie di animali selvatici per favorirne l’accrescimento numerico e quindi il ripopolamento di determinati territorî a fini faunistici o venatorî; si esercita in apposite aree recintate, con tecniche diverse secondo le specie. Con sign. specifico, a. vegetale, il perfezionamento delle piante coltivate al fine di renderne la produzione maggiore per quantità e migliore per qualità (sinon. di genetica agraria).

2. L’insieme di animali che si allevano, e anche l’impianto a ciò destinato: avere un a. di polli, di conigli; un a. di cincillà, di volpi argentate. Nell’ippica, il complesso dei soggetti equini prodotti in un determinato paese (per es., a. francese, italiano, ecc.); corsa di a., corsa riservata ai puledri indigeni. 

 scuòla (pop. o poet. scòla) s. f. [lat. schŏla, dal gr. σχολ, che in origine significava (come otium per i Latini) libero e piacevole uso delle proprie forze, soprattutto spirituali, indipendentemente da ogni bisogno o scopo pratico, e più tardi luogo dove si attende allo studio]. –

1. Istituzione a carattere sociale che, attraverso un’attività didattica organizzata e strutturata, tende a dare un’educazione, una formazione umana e culturale, una preparazione specifica in una determinata disciplina, arte, tecnica, professione, ecc. Con questo sign., che è il più com., la parola è in genere accompagnata da determinazioni che ne specificano il carattere, le materie d’insegnamento, le persone cui l’insegnamento è diretto, ecc.: s. materna; s. elementare; s. primaria, quella comprensiva di scuola materna e scuola elementare; s. media o secondaria, distinta in inferiore o di primo grado, superiore o di secondo grado; apertura, chiusura delle s., dell’anno scolastico; riforma della s.; maestro di s., maestro elementare; compagni di s.; gli alunni delle s.; i bidelli, i custodi delle s.; libri per la s., i libri scolastici; s. pubblica, che dipende direttamente dallo stato; s. privata, gestita da enti o persone private; s. pareggiata e s. parificata (v. rispettivam. pareggiato e parificare); s. dell’obbligo, la scuola che deve essere frequentata per legge da tutti i cittadini (per molto tempo costituita da un minimo di otto anni di istruzione e successivamente innalzata a dieci); s. a tempo pieno, in cui l’attività didattica si svolge sia nel mattino che nel pomeriggio; s. serale, frequentata di sera da chi durante il giorno lavora; s. sperimentale, v. sperimentale, n. 2 a; s. speciale, istituita nel passato per fornire un’educazione e un’istruzione agli handicappati, poi abolita dalla vigente legislazione scolastica; s. mista, per alunni di ambedue i sessi; s. maschile, femminile, nella quale sono ammessi (oggi sempre più raramente) solo alunni di sesso maschile, oppure femminile; s. carcerarie, istituite presso le carceri e i penitenziarî con lo scopo di impartire un’istruzione per lo più di grado elementare ai detenuti che ne siano privi; con riferimento a istituzioni scolastiche spec. del passato, oggi superate dal progresso e dalle mutate condizioni sociali e culturali: s. popolare, diretta a combattere l’analfabetismo; s. rurale, scuola elementare riservata agli agricoltori; s. reggimentali, organizzate per i soldati analfabeti. Scuole Pie, scuole fondate nel 1597 da s. Giuseppe Calasanzio per educare e istruire i giovani, e ancor oggi tenute da sacerdoti scolopî. 

OTTIMO!!!

... MA RISULTATI FANTASTICI, ANCORA PIÙ ECLATANTI, SI POSSONO OTTENERE COMBINANDO I TRE ELEMENTI IN OGGETTO... OVVERO, CONVINCERE TUTTA LA POPOLAZIONE "ATTIVA", L'INTERO POPOLO LABORIOSO/INDUSTRIOSO/PARSIMONIOSO, DELLA BONTÀ DELL'EUGENETICA PUNTANDO ALLA COSTRUZIONE DI "STRUTTURE" CAPACI DI CONTRASTARE LA CONTINUA DERIVA E DECADENZA DELLA/E RAZZE "DOMINANTI" ... OVVERO CONVINCERE DI CIÒ ANCHE QUELLI CHE SARANNO TERMINATI/STERILIZZATI/NEUTRALIZZATI/ANNIENTATI... CONVINCERLI CHE SONO INUTILI BOCCHE DA SFAMARE CAPACI DI MANGIARE SENZA CONTRIBUIRE MINIMAMENTE ALLO SFORZO PRODUTTIVO DELLA NAZIONE E CHE SE ANCHE SONO IN QUESTA CONDIZIONE PERCHÈ NON RIESCONO A INSERIRSI NEL "TESSUTO PRODUTTIVO", LA RESPONSABILITÀ DIPENDE SOLO ED ESCLUSIVAMENTE DA LORO STESSI. INSOMMA CONVINCERLI CHE SONO IN UNO STATO OPPOSTO A QUELLO DI "STATO DI GRAZIA" DI CALVINIANA MEMORIA. SI OTTIMIZZANO COSÌ, ULTERIORMENTE, LE RISORSE DELLA NAZIONE-PAESE SUGGERENDO-INDICANDO-AGEVOLANDO IL SUICIDIO DI MASSA DEI NON "IDONEI", RENDENDO INUTILI LE INESTETICHE, SCOMODE E POCO PRESENTABILI STRUTTURE TERMINATRICI.
iN TUTTO QUESTO PROCESSO NESSUNO SARÀ "NON RESPONSABILE".

p.s. io, da "amatoriale", prevedo una "riduzione" di circa 4 miliardi di persone, ma, essendo per natura ottimista -sempre incline a vedere in ogni faccenda il lato positivo-, sulla cifra, potrei sbagliare... in fondo sono solo un dilettante allo sbaragliooooo.


domenica 28 luglio 2013


"Potere e annullamento del pubblico"
"Il potere è tante cose e parlarne è anche superfluo perchè non si arriverà sicuramente alla fine del discorso e neanche da nessuna parte. La cosa è che uno dei problemi legati alla nostra relazione con i poteri, con i potenti, con chi gestisce i poteri e dunque anche i privilegi, dipende anche dalla nostra relazione con ciò che è pubblico e ciò che è privato. In questi ultimi anni si è rovesciato pesantemente il pubblico nel privato, cioè tutto quello che prima pescavamo nel pubblico adesso lo cerchiamo nel privato. Ieri, in treno, ho comprato un panino, uno di quelli orrendi e mentre lo mangiavo mi sentivo a disagio. Mangiare davanti ad altre persone che non conosci, in un luogo pubblico mette a disagio. Fino a 30-40 anni fa era abbastanza normale trovare persone che mangiavano in pubblico e che mangiavano anche cose “grosse” in pubblico, cioè non un panino, un tramezzino, due patatine... no, mangiavano tanto. Quando ero “ragazzino”, ci portavamo da mangiare ai castelli romani, dove c'erano le fraschette, si mangiava alle fraschette, si mangiava anche sul muretto davanti alla fraschetta, ma si mangiava la pasta asciutta. Nella scampagnata del primo maggio, mica ti portavi solo fava e pecorino, ti portavi “la pila con la pasta asciutta, i “facioli”. Si mangiava in pubblico, mangiare in pubblico oggi è una cosa quasi completamente scomparsa. Mangi in pubblico se mangi al ristorante che ha i tavolini lungo la strada, ma non mangi in pubblico perchè ti siedi su una panchina e “te fai” un piatto di bucatini insieme a tua moglie. Chi mangia, oggi, in pubblico? Persone che ci mettono a disagio – gli immigrati... O dormire in pubblico. Da ragazzino all'osteria vicino casa succedeva quello che mio padre faceva a casa, si addormentava a tavola ed io mi ricordo che spostava con un solo braccio quello che aveva davanti e si addormentava a braccia conserte, come a scuola, quando le suore ti fanno dormire dopo pranzato. Dormire in trattoria era abbastanza normale. C'erano quelli che si buttavano in un parco, si mangiavano un panino e si mettevano a dormire. [Mangiare e dormire in pubblico ha oltrepassato la soglia del disgusto] Chi dorme oggi in pubblico? Barboni, persone povere, alcolizzati che si pisciano addosso. Queste sono due cose che noi non facciamo più in pubblico, non è che non mangiamo e non dormiamo più, però quelle cose è tendenzialmente meglio non farle in pubblico, le fa uno un po' messo male, oppure bisogna farlo velocemente. Magari ti stendi in un parco, se ci sono altri stesi, però non ti metti a dormire. Eppure nella nostra cultura c'è questo. La “pennichella”, il “pisolino”, la “siesta” per gli Spagnoli, era una consuetudine. Io adesso sto lavorando con un attore spagnolo e lui non capisce perchè non facciamo la siesta. Questo vale per tutta una serie di altre cose. Ci baciamo in pubblico, questo si [“il sesso concesso dal potere” di pasoliniana memoria], un tempo questa cosa non si poteva fare in pubblico. Si è rovesciato. Il corteggiamento per esempio. Prima il corteggiamento era una cosa che accadeva solo nel luogo pubblico, in privato o era visto come una violenza, oppure era qualche cosa di scandaloso. Il corteggiamento era una pratica che veniva espletata esclusivamente in luogo pubblico: in chiesa, al lavoro un po' meno perchè uomini e donne non lavoravano insieme, l'andare e il tornare dal lavoro. Persino sull'autobus. Oggi il “corteggiamento” non è più in luogo pubblico, c'e ancora lo struscio, però è più nella festicciola, nella discoteca, nella pizzeria, cioè i luoghi ancora un po' pubblici, dove però non sei più uno che passa, un cittadino, ma sei in quella transizione tra pubblico e privato, nel tuo ruolo di cliente, Non usciamo più per andare in un luogo pubblico. Usciamo per stare in piazza? Per fare due passi? Per noi uscire è andare in un altro luogo che è a metà strada tra pubblico e privato che è “magnà”, “beve”... i luoghi che aprono sono tutti pizzerie, trattorie, enoteche, cioè luoghi dove vado in qualità di cliente. Questa scomparsa quasi totale del luogo pubblico ha determinato una mutazione nella nostra condizione. Il potere sta facendo questo. “potere” inteso in senso lato, un insieme di situazioni differenti che vanno dalla possibilità di gestire in maniera più facile la vendita degli oggetti, nei supermercati, nei centri commerciali, nei negozi di taglio più piccolo, ma sempre inseriti nei centri commerciali. Ecco che allora i centri commerciali sono luoghi che sembrano pubblici, perchè sembrano delle piazze, ma in realtà sono luoghi privati, quantomeno più privati del pubblico. Il centro commerciale non ha bisogno di altro che del singolo, di tanti singoli, dove 1+1+... non fa mai 2, che vanno lì e fanno i clienti. Spendono o quantomeno recitano la parte del cliente, anche se vanno a fumare una sigaretta e sono seduti su una panchina, comunque sia non è molto diverso da quello che è uscito dal bar o da quello che sta entrando in un negozio per comprarsi qualche cosa. Sono comunque “clienti”. Questa scomparsa quasi totale di ciò che è pubblico ci mette in una condizione,anche se non sappiamo dove è il potere, di persone, comunque gestite da qualche altro. Che non sono più in grado di gestire quel patrimonio straordinario che è il nostro orizzonte. Non abbiamo più un orizzonte, perchè nel privato l'orizzonte è chiuso da un muro, da un recinto e anche se tu vivi in una casa molto grande, anche se hai una villa, o stai su “internet” non avrai mai uno spazio grande come una città. Le rivolte Siciliane, di Palermo della seconda metà dell'ottocento ci furono anche perchè i Savoia spinsero le persone dentro le case, vietarono di andare in giro nudi o seminudi, vietarono di tenere gli animali lungo le strade o nei cortili, chi aveva gli animali nel cortile ha dovuto portarli in casa, vietarono di fare i lavori lungo la strada (es del bottaio). Da qui scoppiarono tutta una serie di rivolte, perchè per i piemontesi era scandaloso. Per le persone del sud era la loro vita. Uno che aveva una piccola casa, aveva bisogno di uno spazio esterno e quindi proiettavano il loro privato in luogo pubblico ed il pubblico veniva ad essere tutto il resto, tutto quello che era attorno al buco nel quale vivevano. Dunque la nostra città è decisamente molto più grande di una qualsiasi villa o casale, perchè queste sono niente rispetto ad una città. Se qualcuno vivesse chiuso in una enorme casa per tutta la vita, quella casa, per quanto enorme, sarebbe una galera non molto dissimile da una cella di due metri per due. È dove c'è un limite oltre il quale non puoi andare, quel confine che diventa un capolinea, che non è più un confine, che diventa una galera. La politica sta alla polis come una città al cittadino. Fare politica significa che tutti fanno politica, perchè tutti sono cittadini, tutti stanno nella polis. Quando c'è qualcuno che fa politica a nome tuo, quello che chiamiamo “democrazia rappresentativa”, si capisce che c'è un inghippo, perchè c'è quello che si fa eleggere e poi per 5 anni ci pensa lui! La città deve essere non tanto grande da diventare un labirinto e non tanto piccola da diventare una galera e una casa è una galera, se non esci mai da quella casa, tant'è vero che ci sono anche gli “arresti domiciliari” che sono un po' meglio che stare in galera, ma non deve essere piacevole stare tutta la vita rinchiuso dentro una casa, per quanto grande possa essere la casa. O trasformi la tua condizione in una patologia oppure è una condizione di detenzione. Dunque questa scomparsa del pubblico è uno devi veri grandi problemi della relazione con quell'idea che chiamiamo potere. Nelle situazioni di auto-organizzazione che abbiamo conosciuto in questi anni, la più importante e conosciuta è quella dei no tav, ma ce ne sono centinaia in tutto il paese. Dai non dal Molin a Vicenza ai no fly a Ciampino, gli occupanti di Cinecittà, gli occupanti del Teatro Valle... Solo intorno a Roma ce ne sono altri sei o sette. Ad Albano contro l'inceneritore che avrebbe dovuto abbassare il livello di combustione con l'ausilio dell'acqua, quando ad Albano non c'è acqua, però questo impianto doveva essere costruito lo stesso perchè chi lo costruisce è quello che è proprietario della più grande discarica europea, quella di Malagrotta, che dovrebbe essere chiusa da anni, però a Roma non si fa la differenziata. Perchè? Perchè questo guadagna “co la monnezza”. Se la “monnezza” diventa una risorsa, la discarica è una banca e quindi punta ad aprirne altre, tanto la monnezza non è mica come i soldi, noi stiamo nell'euro e possiamo stampare soldi solo entro certi limiti, ma di monnezza ne puoi fare quanta te ne pare e dunque a Riano Flaminio hanno deciso di farne 2 di discariche non rispettando nemmeno i limiti previsti. Per le case sparse deve essere ad almeno 700 mt. e il centro abitato a 1.500. invece a Riano le prime case stanno a pochi metri e in mezzo a queste due discariche, a 500 mt l'una dall'altra c'è anche una scuola, 200 famiglie hanno l'acqua esclusivamente dai pozzi (200 famiglie sono tante persone in un piccolo centro) e Riano è una località dove è tutto tufo, quindi il sottosuolo è permeabilissimo e c'è acqua ovunque ed è per quello che si alimentano con i pozzi, dove sono state chiuse 2 piccole cave di ghiaia dopo l'esaurimento ed è affiorata l'acqua e si sono formati 2 laghetti. In un posto del genere loro vorrebbero fare 2 discariche e questo gruppo di persone hanno detto che lì non si potevano fare 2 discariche, hanno occupato i due spazi e hanno fatto un presidio. Inizialmente il problema era la discarica di Riano, poi queste persone hanno cominciato a parlare. Questi sono stati tirati fuori dalle loro case perchè se rimanevano chiusi nelle loro case gli avrebbero portato tonnellate di merda. In questo modo, quella condizione li ha tirati fuori dal loro privato e li ha buttati in un pubblico obbligatorio, come nel caso della guerra quando bombardano una casa, quel nucleo familiare si ritrova a dover andare presso parenti. Quando sei catapultato nel pubblico, vivi una condizione dove abbassi l'istinto di costruire confini con l'altro. Quando stiamo in 5 sull'autobus, stiamo magicamente equidistanti l'uno dall'altro. Quando invece siamo in 200, su un autobus che ne potrebbe contenere 30 non ci frega più nemmeno di quello che suda, che io sudo su un altro e l'altro suda addosso a me. Abbassiamo la tendenza a costruire confini ed aumentiamo i livelli di tolleranza (magari poi la situazione esplode), però sei costretto a condividere tutto con tutti. A Riano a seguito di questo evento hanno cominciato a parlare di decrescita. Hanno cominciato a dire il problema non è la discarica di Riano, il problema sono le discariche... non vogliono le discariche, perchè non vogliono più buttare carta, metallo... perchè non si recupera la carta, la plastica, il vetro, il metallo... dato che si tratta di materiali recuperabili praticamente al 100%? Carta, legno e plastica hanno un potere di combustione elevatissimo ed è per questo che vanno negli inceneritori. La monnezza si deve bruciare. Per fare gli inceneritori ed accedere ai soldi “pubblici”, perchè questo tipo di energia viene considerata come energia pulita, come il fotovoltaico, “recuperi una cosa invece che buttarla e la trasformi in diossina e altre porcate... pm10 ecc. pertanto quella gente tirata fuori dal privato si è messa a fare questi discorsi e questo è il primo livello. Secondo livello: livello ludico, che è fondamentale per vivere in pubblico, quello che ti fa giocare in pubblico. C'è più qualcuno che gioca in strada? Quanti erano i giochi di strada prima? Io ne conoscevo 6-7 (nizza, belle statuine, acchiapparella, buzzico rampichino, palla avvelenata, ruba-bandiera, picchio, la corda... oltre a quelli come il pallone...), ma questi giochi si fanno ancora? Prima pure gli adulti giocavano per strada (la morra). Queste cose non si fanno più, perchè non è più pensabile che qualcuno faccia quelle cose in strada. Da questo punto di vista una delle invenzioni più terrificanti della modernità è la metropolitana. Io abito a Morena (un posto del cazzo), c'è un autobus che mi porta fino alla prima fermata della metropolitana (anagnina), all'altro capo ho battistini (significa andare da un posto sfigato ad un altro posto sfigato). Da anagnina a piazza di spagna ad esempio, quel tempo e quel luogo, è un non tempo e un non luogo, è proprio un rompimento di palle, è una cosa inutile, nel senso che tra anagnina e spagna che luogo e che tempo è (Sono chiuso dentro un vagone, seduto o, addirittura, in piedi). Se esistesse il “teletrasporto” di Star Trek, lo faremmo 99 volte su 100, invece in mezzo c'è tutta una città che per me è esclusivamente un rompimento di palle, una cosa inutile, eppure c'è una città. Questo è folle, la città scompare, non c'è più. Quanto sarebbe meglio svuotare le città da tutti quei mezzi che nascono in contraddizione rispetto alla città stessa e che sono tutti mezzi nati dopo la nascita del concetto di città e di tutti i centri storici. Io ho un furgone. In certi paesi non c'entri con il furgone, fai fatica, perchè non sono stati pensati per farci entrare un furgone o una macchina. Lo vedi dove è proprio una forzatura entrarci. Nei centri storici delle città noi abbiamo un esempio chiarissimo di cosa è vivere in un contesto pubblico e non privato. Strade strette che diventano piazze. Nelle nuove costruzioni le piazze, i luoghi di aggregazione non esistono. Se c'è uno slargo è perchè devi metterci i negozi o i giochi per i bambini (ancora o luoghi per il consumismo o recinti, steccati). Tante volte questi spazi vengono distrutti, perchè le persone sono ignoranti ma non stupide, perchè non sanno perchè stanno facendo a pezzi un parco giochi, però lo sentono che non è una cosa loro, che è in contraddizione rispetto a quello che loro richiedono rispetto dalla loro presenza in quel centro abitato, quel luogo per essere abitabile. Allora il vecchietto a Napoli sta seduto davanti al suo basso con due zampe sul marciapiede e 2 zampe alla mercé dello scooter con quattro persone sopra, però ci sta, o sta affacciato alla mezza porta. Ci sta perchè quello è il suo orizzonte, è ancora padrone del suo panorama, di un orizzonte, che è un orizzonte vero, ma anche culturale. Gli antropologi dicono che l'insegnamento umano è una cosmografia, nel senso che è una letteralizzazione della mia visione del mondo. Nel centro di Genova, per quanto possa essere degradato, ci rendiamo conto che una vita ha o ha avuto un senso. Nelle new town di Berlusconi questo non c'è, perchè quel luogo non è pensato per una persona che sta fuori. Berlusconi, che da un certo punto di vista è un genio perchè dice le “cattiverie” che tutti gli altri pensano. Quando ci hanno fatto vedere le casette di Berlusconi, c'era anche una panoramica anche esterna, ma le casette le facevano vedere dentro. L'Aquila, ce l'hanno mai fatta vedere una casa all'interno'. Automaticamente quello che andava a fare le riprese girava per le strade. L'Aquila è una città e la città è soprattutto quello che accade fuori dalle case. Le new town erano invece il frigorifero con lo champagnino, il bicchiere, l'asciugamano, la carta igienica... non quello che accade fuori, perchè non è pensabile che accada qualcosa fuori. Nella mia borgata non ci sono i marciapiedi. Non ci sono i marciapiedi perchè non è pensato che qualcuno vada a piedi. Prima era una borgata povera dove le strade erano di terra e c'era la cicoriara che girava in bicicletta. Usciva di casa con le buste di plastica e il coltello e faceva la cicoria per strada. Quando aveva fatto una busta si fermava e la vendeva. Pure mia nonna quando ci veniva a trovare lungo il tragitto faceva la cicoria. Nel momento in cui la gente si è chiusa in casa e le strade sono diventate di catrame, fare i marciapiedi non è stato più contemplato. Ultimamente c'è stato un gruppo di cittadini che ha chiesto i marciapiedi, ma molti si sono opposti perchè altrimenti non sarebbe stato più possibile parcheggiare. Non ci sono i marciapiedi perchè non è pensato. Prima la gente usciva a piedi e attraversava il prato, adesso che la borgata non è più poverissima, e la gente ha trasformato la casa contadina in tempietti greci. Si fanno muri di cinta altri 5-6 metri... come nelle carceri. Non vogliono i marciapiedi. Se vivi in camera con il suv e lo prendi per uscire ed andare in bagno in sala o alla porta dove hai l'altro suv per andare al centro commerciale è chiaro che ti chiedi a cosa serve il marciapiede. Abbiamo bisogno di qualcosa che ci prenda e ci trascini con forza fuori dalle nostre case. Qualcuno non basta, perchè se qualcuno avesse il potere di farlo, sarebbe un problema di relazione subalterna rispetto a qualcun'altro. Nel momento in cui non possiamo più stare dentro, dobbiamo uscire fuori.
L'aspetto ludico.
Quando vai in questi posti dove la gente è stata costretta ad uscire fuori, come ad esempio a Riano, emerge l'aspetto ludico. In tutti questi posti emerge chiaramente che fare politica è una cosa anche divertente, hanno compreso che fare politica è una cosa anche divertente, che fare politica significa ridiventare cittadini, e dunque fare politica è anche mangiare insieme. Nel Dal Molin, dove c'è stato un presidio che hanno sgomberato, Marta, una dei partecipanti al presidio, mi diceva che, forse la base la costruiranno pure, però io la sera, invece di passarla in birreria con le amiche, la passo a giocare a briscola o a scopa, magari con un ragazzo che ha la metà dei miei anni e con un'anziana maestra, cioè la sua vita è migliorata e questa è una cosa che tutti ti dicono, anche se, nel frattempo,a magari hanno perso il lavoro, però la loro vita è migliorata, sono riusciti ad evadere da quella prigione che è il loro privato, andando “fuori”, magari in un luogo che fa schifo lo stesso, ma è più grande e in cui hai la possibilità di incontrare e condividere cose con altri. Per fare questo non serve un passaggio ideologico o una scelta consapevole, ma serve soltanto un territorio che si muove. A questo proposito va osservato che tra i parametri positivi per la scelta di un sito su cui costruire nefandezze, vi è la docilità del territorio. Sostanzialmente il sopruso lo fanno quando sanno che la popolazione non gli romperà le balle. Non credo che in Val di Susa l'alta velocità si farà mai, essendo una bestialità talmente grande che è quasi impossibile realizzarla, comunque se la faranno, sono sicuro che non faranno discariche, inceneritori ecc., perchè tanto più dura è la resistenza a queste mostruosità, tanto più alto è il costo della loro realizzazione. Pertanto la mobilitazione di un intero territorio, anche se non impedisce la costruzione nell'immediato di tali aberrazioni, costituirà sicuramente un impedimento a quello che potrebbero fare tra 10 anni. Detto in altri termini in questo modo non si sta frenando la deriva immediata, ma si sta frenando la deriva molto più lunga. Un'altra caratteristica di questi gruppi autorganizzati, che hanno scelto di rifiutare la delega (non delegano qualcun'altro e probabilmente è per questo che sono visti tanto male dai partiti, dai sindacati...) è che hanno una vita molto breve perchè molto spesso sono legati a una questione contingente. Il Collettivo Precari Atesia ha avuto una importanza fondamentale nella storia di questi ultimi anni ha fatto si che il più grande call-center italiano, uno dei più grandi d'Europa, si cambiassero le modalità di assunzione degli operatori Gli ispettori hanno stabilito che erano nell'illegalità, per cui chi svolgeva mansioni da lavoratore subordinato e aveva un contratto da collaboratore o libero professionista ecc non solo doveva essere assunto come lavoratore subordinato, ma doveva ritenersi assunto dal primo contratto firmato con l'azienda. Dunque assunzione c'è stata, però l'allora governo di centro-sinistra ha messo a disposizione 300 mln di € per la stabilizzazione con i sindacati territoriali che dovevano regolare queste assunzioni. Queste assunzioni sono state comunque assunzioni part-time a venti ore settimanali e uno “stipendio” di 540 € mensili, a fronte di una busta paga che oscillava tra i 700 e i 1.000 € pre-assunzione. Questo in quel caso ha significato o l'abbandono di quel posto di lavoro o la ricerca di altri 2 posti di lavoro in nero e come collaboratore-professionista-partitistaiva, in luoghi dove, forse per fortuna, non arrivano i sindacati. Molti hanno accettato questa “stabilizzazione”, ma a quali condizioni? Il sindacato ha imposto la firma di una liberatoria in cui i lavoratori dichiaravano che in precedenza all'assunzione lavoravano realmente a progetto ed in più hanno ridotto anche l'intervallo di tempo (due mesi?) in cui si può fare causa all'azienda. Nessuno del collettivo Atesia ha firmato e sono stati tutti messi fuori dall'azienda. Pertanto il collettivo Atesia ha avuto breve durata, ma ha avuto una grande importanza non solo nell'Atesia stessa, ma anche al di fuori, perchè tutti quelli che si sono formati in questa lotta, hanno poi riprodotto questa stesse forme di lotte in altri posti di lavoro.
Egemonia e subalternità
"Siamo abituati a pensare in termini di egemonia e subalternità, un concetto espresso da Gramsci secondo cui le classi dominanti esprimono un'egemonia culturale nei confronti delle classi subalterne, così come esponenti delle classi dominate possono esprimere un'egemonia culturale. Un altro concetto è quello di non egemonia. Non necessariamente chi non ha potere non ha niente, in realtà ha tante altre cose e quello che vediamo in queste battaglie territoriali è proprio questo. Sulla carta i NO TAV sono sconfitti, data la sproporzione tra le forze in campo. In casi come questi le strutture che entrano in gioco non esprimono un 'potere' nel senso tradizionale del termine, ma non sono nemmeno disarmati, esprimono un concetto di non egemonia", o, forse, ed io lo spero vivamente, una non accettazione del rapporto di dominio."

lunedì 24 giugno 2013

Un gelato al gusto di Malanga.
Bravo Prof. Malanga, sagace e interessante. Le cose che dice sono davvero intriganti e cariche di suggestioni e riferimenti, oltre al fatto che quel che dice è un tentativo di unificare in una unica teoria molte cose che apparentemente sembrano diverse... Mi sta dicendo che se un tipo soffre di colite cronica e si caga addosso come un maiale è la sua anima che gli vuole dire quache cosa. Ho capito bene?

giovedì 30 maggio 2013


http://www.youtube.com/watch?v=XpjMnOVeWcE&feature=share&list=UU5BcKLwtn-PsV6RDrOXTv6g


http://youtu.be/Js_Ixrcw0BQ


http://www.youtube.com/watch?v=P4Gd1ZK6NAc&feature=share&list=PL41D5416D9219E7DF

sabato 4 maggio 2013

"Tempo che vai usanza che trovi"
"Ci sono tecnolgie e risorse per un nuovo tipo di società..."
Ma allora perchè questa società non nasce?
Idee per un film.
Titolo: La vita è una cosa meravigliosa?
si tratta di remake.
Un uomo, Gabriele, per aumentare la propria ricchezza personale causa un disastro ambientale che provoca la morte del suo unico figlio; Entra in depressione; comincia a pensare insistentemente alla morte. Dio, allora, preso da compassione, manda in suo soccorso un angelo in seconda, un angelo che non ha ancora le ali, per fargli cambiare idea. L'angelo Camillo offre a Gabriele la possibilità di tornare indietro nel tempo per consentirgli di rimediare al disastro ambientale e alla morte del figlio, ma lui rifiuta, impedendo all'angelo di guadagnarsi le ali.
Dal film sono esclusi suoni di campane.

Variante sul tema.
Un uomo, Gabriele, per aumentare la propria ricchezza personale causa un disastro ambientale che provoca la morte del suo unico figlio; Entra in depressione; comincia a pensare insistentemente alla morte. Dio, allora, preso da compassione, manda in suo soccorso un angelo in seconda, un angelo che non ha ancora le ali, per fargli cambiare idea. L'angelo Camillo offre a Gabriele la possibilità di tornare indietro nel tempo per consentirgli di rimediare al disastro ambientale e alla morte del figlio e lui accetta, ma il figlio muore lo stesso. Camillo si guadagna le ali.
Questa non è una variante sul tema, ma l'alibi che consente a Gabriele di rifiutare l'"offerta" di Camillo.
E' così che si spiega il misterioso mistero del declino della civiltà dei Rapa Nui.

domenica 28 aprile 2013

Teoria Del Folle Solitario.
"Chissà quanti attentati
sono stati fatti passare
come opera di folli solitari."


sabato 27 aprile 2013

Il paese delle scimmie
Letto, per caso, Corriere della Sera, un giornalaccio di quart'ordine dove scrivono diversi servognini. E devo dire che questa volta, caso strano, ha rilevato un qualche elemento di verità. È vero, A- lETTA pare un cattedratico, da un po' di tempo a questa parte ha un non so che di tronfio, uno sbrilluccichio negli occhietti da furetto che nemmeno gli occhiali riescono a mascherare... Nel corso dei colloqui con il Movimento 5 Stelle si percepiva tutta la sua esaltazione. Sarà mica un caso da manuale di rimozione psichica? Avrà forse confuso semplici consultazioni con l'elezione a Presidente degli Stati Uniti d'Amaraca e dunque inconsapevole vittima della cosiddetta “volontà di potenza”? Sembrava proprio un qualche supereroe della marvel che avesse assunto una qualche dose di radiazione... aveva la stessa espressione, lo stesso “ci-piglio!” aggressivo di un qualche stronzo candidato alla Casa Bianca. Chissà che prima di incontrare i rappresentanti del Movimento 5 Stelle non abbia fatto “pratica” con qualche “asessuato” esperto di relazioni pubbliche e marketting... proprio come gli AMARACANI!!!
Poveraccio, qualcuno dovrebbe provare a pungerlo per sgonfiarlo un po' e spiegargli che qua non siamo negli STATES e che “PRESIDENTE DEL CONSIGLIO” lo sono stati parecchi disgraziati e malati psichici.
Di lui si potrà dire: “solo chiacchiere e raggi gamma”.

mercoledì 24 aprile 2013

O tifo da stadio o chiacchiere da bar o manicomio criminale.

Il mondo è pieno di pidiellini eterodiretti, (a quando il prossimo cambio di nome magari da pd a pdm) che sotto mentite spoglie, non avendo il coraggio delle loro opinioni e delle loro azioni si mascherano da operaio o ceto medio o cittadino rispettoso delle leggi per poter meglio aggredire i possibili “antagonisti”. Non ha senso nemmeno rispondere a questa specie di cerebrolesi, tanto è evidente la fallacia della loro “escrementizzazione del pensiero”. Significherebbe soltanto perdere energia a vuoto, tanto sono sommersi da liquame mediatico... tantè che soltanto un intervento divino potrebbe disgorgare la loro mente dalle tonnellate di merda che quotidianamente assumono dalla tv e dai mezzi di comunicazione tradizionali. Del resto questo modo di fare fa parte della loro tradizione, avendo, da sempre, a parte Antonio Gramsci, operato in questo modo. Non se ne può più di tutte queste pseudo amene stronzate da strateghi falliti del cazzo, che giocano a fare i Machiavelli di provincia mascherati da “veri” democratici. Gente abituata a soppesare, con il bilancino elettronico, le pagliuzze negli occhi degli altri e a trascurare le proprie, devastanti, travi. Io con gente simile non voglio nemmeno condividere la poltrona di un cinema. Non voglio avere con questi rifiuti nessun tipo di rapporto, e se questo significa rimanere isolati, ben venga... secondo l'antico adagio: “meglio soli che male accompagnati”. Sono intoccabili, lebbrosi del pensiero contro cui bisogna stare separati e cercare soltanto di “pisciare più lungo di loro”. Non so se il Movimento 5 Stelle in futuro cambierà, devierà da quello che è il programma attuale. Per il momento nel M5S io trovo coerenza, dignità, rispettabilità, decoro, autorevolezza, stima, voglia vera di cambiare le cose. Non è cosa da poco in un paese come l'Italia

venerdì 19 aprile 2013

TE LA DO IO LA "MOSSA DEL CAVALLO"
Adesso provate con qualche altro pezzo!
Al cavallo abbiamo tagliato tutti e ... quattro i garretti!

giovedì 18 aprile 2013

Brutti stronzi tedeschi,
Grillo è un "comico" "serio"
ed un politico eccellente.

giovedì 11 aprile 2013

Due Pesi E Due Misure
Allievo: "perchè se il M5S
rifiuta di formare
un governo
con il PD
è irresponsabile,
mentre se
è il PD
a rifiutare
un governo
con il PDL
è un partito virtuoso?"
Maestro: "perchè il PD è
talmente tanto
in odore
di santità
da puzzare
di merda"

mercoledì 10 aprile 2013

Quando il grillo indica la luna, gli stolti criticano il Grillo (2)
Francamente mi sarei aspettato qualcosa di più da uno come Jacopo. Il suo post è il classico esempio del “Bove che dice cornuto all'Asino”. È un esempio notevole di paranoia schizzoide e di trasferimento delle proprie intenzioni ad altri. Io non so cosa succederà del M5S, non so se modificherà il suo programma e come lo modificherà, o se avrà la forza e la capacità di accompagnare le trasformazioni in atto e dunque di contribuire a modificare un intero paese. Per il momento, per quel che posso vedere in questo istante, mi sembra di si. Ritengo che questa capacità di “accompagnare” il cambiamento consista proprio nel rifiuto di accordarsi con le forze politiche responsabili della grave situazione in cui si trova il paese e di favorire l'emergere del nuovo. Non ho un grande interesse nel rispondere a Jacopo, anche se ritengo sia totalmente fuori strada rispetto a quel che in taluni post propone, o comunque non abbia come obiettivo la modifica profonda del paese Italia, ma, forse è bene precisare alcune cose, se non altro per evidenziare che la cosa contro cui si scaglia con tanta veemenza, cioè il leninismo, è quello che, nella sostanza, ripropone. Lui vive nel suo paradiso, ha i suoi interessi... è una brava persona, onesta, lavoratrice, paga le tasse... insomma, uno dei rappresentanti di quella borghesia illuminata che tante speranze suscitano, fortunatamente, in poche, ma scelte persone, individui di “nicchia”... persone mediamente intelligenti, mediamente colte, mediamente medie che magari hanno cospicui o ingenti patrimoni che si dilettano nel riso e nella spensieratezza. Qualche volta mi è capitato di imbattermi in tali persone e devo dire che non ho avuto una buona impressione, come ad esempio tali Montanari, di sssssinistra, essssstroverse, simpaticcccche, egocentriccccche, sempre pronte a battersi per un ideale a favore degli ultimi, e capaci di cavare sangue dalle rape. Tutto ciò va bene, più che bene, ma, santo dio, perchè continua a menarla con il suo passato e con proposte che non potranno modificare nemmeno una virgola quanto è stato deciso a livello delle autorità centrali europee; perchè continua a parlare delle sue esperienze passate da gruppettaro estremista extraparlamentare extraminoritario che non ha mai condiviso alcunchè con quelle mitiche masse che vuole a tutti i costi emancipare? È, ritengo, affrontare questi temi da “sopravvissuti”, da brutta copia di “Napoli milionaria”, prima di tutto noioso, e fuorviante nei continui tentativi di mettere in relazione quello che è successo in un passato che sembra abbastanza recente e che invece e remotissimo, con quello che sta succedendo ora. Forse per questo è incapace di comprendere quel che è avvenuto con l'esperienza del M5S.
Jacopo scrive:
“la questione è che tu ti aspetti di avere per l’M5S, alle prossime elezioni, il 50% dei voti + 1. Ed è questa l’idea che Grillo evoca quando dice: prenderemo il 100% dei voti. Ovviamente è un’iperbole, lo sa anche lui.
La questione è quindi: il M5S potrebbe prendere più del 50% dei voti e quindi, avendo la maggioranza schiacciante in parlamento, governare e regalarci finalmente un’Italia riformata, giusta, ecologica ed efficiente? Questo è il problema. Il popolo italiano è pieno di gente strana, analfabeti di ritorno, collusi, gente che trae il suo piccolo vantaggio dal sistema marcio... E gente completamente incapace di capire chi sono i ladri. Non c'è modo di uscirne, almeno in tempi brevi... Neppure se il M5S fosse l’organizzazione più perfetta e potente del mondo. Si tratta di un limite fisiologico dato dall’attuale reale situazione sociale e culturale. Per cambiare l’Italia dobbiamo cambiare la testa agli italiani, ma per farlo ci vuole tempo. Non ci sono scorciatoie. Per questo io sono favorevole ad accordi con il PD. La politica è lo specchio del Paese. Lo specchio dei reali rapporti di forza tra gruppi sociali, interessi e modi di pensare.”

Ecco... è giusto qui che emerge in tutta la sua potenza che il vero “leninista” è lui. Infatti è convinto che lo sforzo maggiore del M5S sia di arrivare al fatidico… 50% + 1, dopodichè M5S stesso ci regalerebbe “un'Italia riformata, giusta, ecologica ed efficiente” ed il resto del suo commento si concentra su questo, non vedendo minimamente che quel che ripropone, è la solita trita minestra “leninista”.
Non so se, a fronte di tali baggianate si debba ridere o, affranti, constatare che questo paese è senza speranza ed emigrare al più presto e senza indugio. Fatto salvo che Lenin, dio lo abbia sempre in gloria, non era un pirla, e la sua azione è stata tutto meno che un colpo di culo, mi chiedo se non sia Jacopo più leninista dello stesso Lenin. Lenin ha sopravvalutato l'autonomia del politico, ma il suo era un tentativo, di cui era ben consapevole -e a ben vedere il più semplice, come ancora oggi lo è- di operare una “forzatura” (dati i tempi lunghi necessari alla “storia” per arrivare ad “elaborare” un nuovo modo di produzione quando le forze produttive arrivano a confliggere pesantemente con certi rapporti di produzione dati) per venire fuori dal capitalismo, che doveva ancora essere sperimentato. Oggi, a distanza di quasi un secolo da quella esperienza e con i risultati di quella esperienza, lascia attoniti e in preda ad una sorta di ottundimento psico-fisico, constatare che c'è ancora qualcuno convinto che il problema sia la “presa del palazzo di inverno” la “presa del potere politico”. Semmai questa è la cosa “più semplice” -lo è stato allora e lo è anche oggi- ... semmai il difficile viene dopo. Detto in altri termini quel che non funziona e non ha funzionato in tutto questo arco di tempo non è il partito, il centralismo democratico, la “gente poco seria quando parla di sinistra e desta” e si potrebbe continuare all'infinito, ma l'ipotesi su cui tutto questo poggia, cioè l'ipotesi dell'autonomia del politico. Ed invece Jacopo da bravo leninista, forse inconsapevole, la ripropone come se niente nel frattempo fosse accaduto. Del resto, nel piccolo di questo piccolo paese, basta guardare a quel che succede a Parma, dove il M5S ha raggiunto il “fatidico potere politico”, per poter raggruppare tutte queste stupidaggini (da parte di tutti, Jacopo compreso, sul fatto che per uscire da questa situazione è necessario un soggetto politico nuovo, giovane, forse anche bello, magari di colore e con, al suo interno, un numero sufficientemente ampio di donne che ridano fino a spaccarsi la testa e a farsi colare le meningi dalle orecchie... INCORROTTO per poter dissolvere, oppure schivare con un gran colpo di … reni, la valanga che minaccia di travolgere il paese) e farne un falò. Ed il motivo è proprio quel che Jacopo in maniera estemporanea e con grande disinvoltura, facendo un mosaico di cose che non stanno insieme nemmeno con l'attack, cioè con il più potente collante esistente al mondo, dice a proposito delle “condizioni storicamente determinate”.
… Ripeto, si tratta di una bella accozzaglia di stupidaggini confezionate secondo le più moderne tecniche di marketing, che servono poi a riproporre, di nuovo, l'idea della trattativa tra il M5S e il PD, cioè riproporre una trattativa con il maggior responsabile dello sfacelo attuale e senza tenere in conto che di tale “trattativa” le autorità centrali europee se ne impippano e continueranno a proporre ricette funzionali alla riprogettazione della divisione del lavoro a livello internazionale. Il partito che ha maggiori responsabilità in tutta questa merda è proprio il PD, che oggi è in Italia il partito che meglio rappresenta le posizioni e gli interessi del cosiddetto “capitalismo manageriale”, cioè il capitalismo delle banche, delle Autorità Centrali Europee, del FMI e delle “moderne multinazionali”. Contrariamente a quel che sostiene Jacopo, il M5S deve rifiutare l'egemonia di tale forza oltre che un qualsiasi accordo, non solo perchè questo significherebbe la dissoluzione immediata e definitiva del M5S stesso, ma anche, più importante, per dare alla nazione una possibilità di sviluppo diverso da quello che le Autorità Centrali hanno previsto per il paese Italia.
La parte centrale del post di Jacopo è poi un minestrone sulle sue esperienze semi-eversive e sul tentativo di tracciare un parallelo tra quel periodo e quello attuale che non ha alcun fondamento e che viene usato strumentalmente per cercare, probabilmente, di regolare qualche suo conto in sospeso con ex compagni e che ha poco a che vedere con quello che oggi è necessario fare (si tratta di esperienze di un centinaio di estremisti che giocavano a fare i carbonari con annessa scuola quadri … non è un'allucinazione, si sta parlando di una “avanguardia” che non ha mai avuto contatti con le fatidiche e, aggiungerei, patetiche masse; “lettura soggettivista della rivoluzione russa con Lenin che campa troppo poco e quindi non riesce a dare un “indirizzo” realmente rivoluzionario agli eventi russi, sorella della lettura che vedeva il fallimento della rivoluzione russa dovuta al “tradimento” di persone che probabilmente si erano “infiltrate” nelle fila del partito comunista russo; rivalutazione delle posizioni mensceviche; “La realtà è determinata dalla qualità dei singoli non dalla grandiosità dei leader”. Ecco di nuovo il leninista impenitente... non è dalle condizioni storicamente determinate che nasce un certo sistema produttivo, ma dalla qualità dei singoli; a proposito della gallina e dell'uovo e del fatto che è meglio l'uovo oggi che la gallina domani, bisognerebbe riflettere sul fatto che per quanto la gallina si faccia un culo così, non riuscirà mai a produrne uno di dimensioni tali da modificare la situazione esistente).
Concludo questa parte del mio commento con una canzone che sembra avere qualche attinenza con tutte le persone che da giovani facevano parte della “scapigliatura” e poi si sono persi.
Quand'ero piccolo non stavo mica bene
ero anche magrolino, avevo qualche allucinazione
e quando andavo a cena, nel tinello con il tavolo di noce
ci sedevamo tutti e facevamo il segno della croce.

[Parlato] Dopo un po' che li guardavo mi si trasformavano: i gesti preparati, degli attori, attori consumati che dicono la battuta e ascoltano l'effetto. Ed io ero lì come una comparsa, vivevo la commedia, anzi no la farsa, e chissà perché durante questa allucinazione mi veniva sempre in mente una stranissima canzone:

I borghesi son tutti dei porci
più sono grassi più sono lerci
più son lerci e più c'hanno i milioni
i borghesi son tutti…

Quand'ero piccolo non stavo mica bene
ero anche molto magro, avevo sempre qualche allucinazione
e quando andavo a scuola mi ricordo di quel vecchio professore
bravissima persona che parlava in latino ore e ore.

[Parlato] Dopo un po' che lo guardavo mi si trasformava, sì, la bocca si chiudeva stretta, lo sguardo si bloccava, il colore scompariva, fermo, immobile, di pietra, sì, tutto di pietra, e io vedevo già il suo busto davanti a un'aiuola con su scritto: "Professor Malipiero - una vita per la scuola", e chissà perché anche durante questa allucinazione mi veniva sempre in mente una stranissima canzone:

I borghesi son tutti dei porci
più sono grassi più sono lerci
più son lerci e più c'hanno i milioni
i borghesi son tutti…

Adesso che son grande ringrazio il Signore
mi è passato ogni disturbo senza bisogno neanche del dottore
non sono più ammalato, non capisco cosa mi abbia fatto bene
sono anche un po' ingrassato, non ho più avuto neanche un'allucinazione.

[Parlato] Mio figlio, mio figlio mi preoccupa un po', è così magro, e poi ha sempre delle strane allucinazioni, ogni tanto viene lì, mi guarda e canta, canta un canzone stranissima che io non ho mai sentito:

I borghesi son tutti dei porci
più sono grassi e più sono lerci
più son lerci e più c'hanno i milioni
i borghesi son tutti…



Movimento Cinque Stelle.
Jacopo sembra non aver capito che i conti, chiunque vinca le elezioni nazionali, dovrà farli con le autorità centrali europee e con la Germania e che entrambi questi soggetti continueranno a strangolare certe singole economie fino a riportare le condizioni di vita a livello dei paesi sottosviluppati. Pertanto l'alleato più forte del M5S non sono i “cittadini” “colti” “educati” “che sanno parlare bene” o sanno “gestire la democrazia più o meno diretta”, ma la cosiddetta crisi. È questa che spingerà al cambiamento, o che può spingere al cambiamento, un paese come l'Italia. Il M5S non dovrà far altro che agevolare, rendere più facile, tale cambiamento.
Considerazioni sul perchè la crisi sembra inevitabile soprattutto per un paese come l'Italia.
...continua

martedì 9 aprile 2013

Anche
Gli 
Infami
Muoiono!

giovedì 4 aprile 2013

Ripreso dal blog di Beppe Grillo.

"Perché hai votato il MoVimento 5 Stelle?
Per fare un governo con i vecchi partiti?
Per votare in Parlamento i meno peggio?
Per discutere con il pdmenoelle di programma quando quello del M5S è il suo esatto contrario?
Per spartire poltrone e posti di comando a partire dalle presidenze di Camera e Senato?
Per autorizzare l'esproprio del Parlamento che, dopo un mese, non ha ancora nominato le commissioni?
Per fare la Tav, la Gronda e gli inceneritori di Bersani?
Per legittimare una classe dirigente che ha fatto fallire il Paese?
Per seppellire MPS sotto il tappeto pdimenoellnno, il più grosso scandalo finanziario della Repubblica?
Per delegare qualcuno a tuo posto e stare alla finestra e vedere l'effetto che fa?
Per mantenere i finanziamenti elettorali ai partiti?
Per erogare i contributi diretti e indiretti ai giornali di propaganda che infettano il Paese?
Per mantenere il segreto su chi ha usufruito dello Scudo Fiscale?
Per non fare nessuna legge anti corruzione?
Per non fare nessuna legge contro il conflitto di interessi?
Per partecipare a riunioni extra parlamentari di 10 saggi che sono parte del problema?
Per non mandarli tutti a casa?
Per mantenere una televisione pubblica indecente e mantenuta dalle tasse degli italiani, controllata dai partiti e in perdita di 250 milioni di euro?
Per permettere l'ingresso nel Tribunale della Repubblica di Milano dei parlamentari del Pdl a difesa di Berlusconi, un atto inaudito non sanzionato dalle Istituzioni?
Per vedere ogni giorno le solite facce degli esponenti dei partiti che hanno rovinato il Paese?
Se hai votato per il M5S anche soltanto per uno di questi punti, allora hai sbagliato voto. Mi dispiace.
La prossima volta vota per un partito."

mercoledì 3 aprile 2013

Quando il Grillo indica la luna,
gli stolti criticano il Grillo.
Concordo completamente con Grillo. Sarà perchè ho bisogno di un capo infallibile, della mistica del leader massimo che non sbaglia mai? no, non credo anche perchè i "capi", tutti i tipi di capo, mi stanno "leggermente" sulle balle.
Concordo con Grillo per un motivo molto semplice. Ha ragione da vendere.
Politica
Il M5S non ha bisogno di andare ad invischiarsi con il PD o con gli altri schieramenti. I motivi sono diversi, e riguardano l'opportunità politica di "mescolarsi" con partiti e individui che hanno grosse responsabilità nella situazione di crisi profonda che il paese Italia sta vivendo; ragioni profonde che hanno a che fare con il perchè è necessario mutare la cornice nella quale tutti i paesi PIIGSF, e l'Italia tra questi, si stanno dibattendo con grosse difficoltà; il tentativo di operare una "svolta virtuosa" nella vita pubblica italiana; ciò che serve realmente al M5S. Naturalmente tutti questi aspetti sono strettamente connessi tra loro. 
Gli appartenenti al M5S devono fare molta attenzione al loro comportamento. Un qualsiasi "scivolamento" verso il cosiddetto "inciucio" o una qualche forma di accordo con il PD, può significare la fine di questo tipo di esperienza e la pressochè totale scomparsa del movimento stesso, così come è avvenuto in passato per Rifondazione Comunista" e per la stessa SEL. Questi partiti hanno cessato di esistere nel momento in cui hanno accettato l'egemonia e l'abbraccio mortale e mortifero con gli zombi del PD. È invece necessario che il M5S non accetti nessun tipo di subalternità, ma anzi punti all'indipendenza e contrapposizione con questo partito. Bisogna ricordare che il PD ha sostenuto e votato, insieme al PDL, tutti i provvedimenti, del governo Monti e dunque è tra i maggiori -se non il maggiore- responsabili di questa situazione. Ha votato questi provvedimenti, perchè in linea con il suo programma che lo vede prono ai voleri di banche e multinazionali. Di più, sono oltre 20 anni che questo partito ha fatto proprie le tesi neoliberiste ed ha massacrato scuola, sanità, welfare, si è fatto promotore in prima persona di leggi che hanno progressivamente marginalizzato per intero il mondo del lavoro, creando miseria e precarizzazione... È chiaro, o dovrebbe esserlo, che con un partito simile non ci si può alleare e tantomento si possono "votare" gli uomini che indica e che sono, nella migliore delle ipotesi, altrettante "tartine tornasole".
Il PD vorrebbe distruggere il M5S, in quanto quest'ultimo rappresenta la più grave minaccia degli ultimi 70 anni alla propria egemonia politico/culturale e alla sua stessa esistenza. Pertanto sembrerebbe necessario non accettare nessuna falsa offerta di “alleanza” o di “collaborazione”. Su questo terreno il M5S paga certamente lo scotto di essere un movimento ancora "giovane", non in grado, o non ancora in grado, di competere con le "volpi" del PD, gente capace di vendere la propria madre per un pugno di riso, contenta di sedersi al tavolo dei potenti e poter racimolare qualche briciola. Il M5S ha bisogno di altro se vuole incarnare le aspettative di cambiamento e rinnovamento a cui ormai la quasi unanimità della popolazione italiana aspira. il M5S non ha molte alternative. O sarà in grado di incarnare queste aspirazioni al cambiamento o perirà miseramente.
C'è un'anomalia tutta italiana, una vera e propria trappola del non senso in cui non deve cadere il M5S, che vale la pena evidenziare: in quale altro cazzo di posto si attribuisce responsabilità negativa? La responsabilità per non aver aver votato un tale o un tal altro e per ciò stesso aver permesso a qualche altro di essere eletto o di "governare"? Questo può succedere solo in Italia, cioè in quel luogo in cui i maggiori responsabili di un qualche sfacelo si presentano come se fossero caduti dal cielo e non avessero nessuna responsabilità. Di contro, per una specie di compensazione, la responsabilità di cui sopra deve necessariamente ricadere sugli altri, su quelli che non hanno voluto avallare certe scelte. Una volta per tutte va, invece, riaffermato che i responsabili per una data cosa o un dato comportamento sono quelli che assumono o contribuiscono ad assumere quel dato comportamento e non quelli che vi si oppongono. Se Schifani, mai nome risultò più idoneo, veniva eletto alla presidenza di una delle camere, la responsabilità sarebbe stata di quelli che lo votavano e non di quelli che non votavano qualche altro. Questo tipo di ragionamento che niente ha da invidiare alla italianissima "Carambola" dovrebbe essere seriamente sottoposto ad analisi psichiatrica e psicologica approfondita e quelli che lo propongono rinchiusi in un qualche manicomio criminale ... chissà che il prossimo quesito per i campioni del ragionamento "carambola" non sia: chi votare tra Satana e Belzebù?
Le scelte che le autorità centrali dell'Europa vogliono imporre
Se non muta la cornice entro cui i paesi del "sud" Europa si muovono non ci sarà nessuna possibilità, per questi stessi paesi, di sviluppo o di evitare la "macelleria sociale" che le autorità centrali europee e internazionali, le banche, le multinazionali, la Germania stanno preparando. Se non è data la possibilità di variare il valore della moneta e se non si cambia il modello economico di riferimento, ammesso che ciò sia possibile, da uno basato sulle esportazioni a uno basato sullo sviluppo interno dei singoli paesi, è possibile "evitare" la catastrofe che si sta abbattendo su questi paesi solo uscendo fuori dalla moneta unica... dalla moneta unica, non dall'Europa. Se invece si rimane all'interno degli accordi europei e nella cornice disegnata dalle autorità europee centrali, allora non ha senso M5S o qualsiasi altro soggetto politico "alternativo". Anche se un tale tipo di soggetto arrivasse a dare uno scossone al sistema dei partiti e magari a sostituirlo con uno meno corrotto e quand'anche riuscisse a ridurre i "costi della politica", se si limitasse solo a questo -cosa peraltro importantissima e condivisibilissima-, non riuscirebbe comunque ad evitare il massacro sociale, cioè la pressochè totale abolizione della scuola, della sanità pubblica... Detto in altre parole, non è sufficiente un partito o un organismo meno "corrotto" e “più onesto” ad evitare le "lacrime e sangue" che ci aspettano (vedi Parma). Chiunque si voglia porre come forza di cambiamento, se non riuscirà o a rinegoziare praticamente tutto a livello europeo e, congiuntamente, accetterà di rimanere nella moneta unica, non riuscirà a proporre vie diverse dal disastro sociale.
Le ragioni del Grillo
Non sono solo ragioni, per così dire, tattiche, cioè di opportunità politica su quale è il "sentiero di crescita" più rapido per il M5S, ovvero come far diventare egemone questo soggetto politico nel panorama italiano, cosa peraltro già difficilissima di per se, il più rapidamente possibile. Vi sono ragioni più profonde e che riguardano l'agire politico in relazione alle attuali difficoltà di ordine economico, ecologico, energetico..., insomma delle scelte di fondo del paese Italia e che riguardano, forse, anche le motivazioni più profonde che hanno portato alla nascita del M5S. Grillo ha ragione quando propone una sorta di democrazia diretta o diffusa come antidoto ad un contesto che vede sempre più restringersi gli spazi “democratici” sostanziali. Bisognerebbe riflettere sul senso di votare un parlamento nazionale quando, già ora, tutte le decisioni rilevanti sono prese a livello centrale europeo da organismi che non sono neppure eletti e sfuggono completamente ad ogni meccanismo di tipo rappresentativo; propone un referendum, sacrosanto, per verificare se gli italiani intendono rimanere o meno nella moneta unica e con ciò sancire o meno il nuovo status di nazione di “servi della gleba”... e non è tutto, Grillo propone una specie di "democrazia energetica" -di gran lunga più importante e di effetto ben più consistente e dirompente di una qualsiasi modifica “positiva” della democrazia rappresentativa. Arriva a prospettare, per ciascuno dei milioni di singoli individui di cui è composto questo paese, l'autosufficienza energetica, propone di prendere a riferimento Schönau im Schwarzwald per rendere pubblica, comprandola dagli attuali “monopolisti”, la rete di distribuzione energetica, prospettando una fuoriuscita dal ricatto e dalla dipendenza energetica dal petrolio.
Questo pacchetto di proposte -un insieme di strumenti capaci di configurarsi come un "grimaldello" necessario a far saltare la serratura della prigione progettata dalle "alte" autorità europee e mondiali- sulle tematiche ambientali, energetiche, di sviluppo di tecnologie avanzate, di modelli di democrazia "allargata", potrebbero essere al tempo stesso a più alta compatibilità ambientale e capaci di rimuovere i sistemi di controllo installati a livello internazionale che impediscono una qualsiasi politica di sviluppo "autonomo" dai centri decisionali internazionali. Questo insieme di strumenti si configurano come un vero e proprio tentativo di venire fuori dal ruolo che le autorità europee centrali e quelle internazionali hanno disegnato e stanno tentando di imporre al paese Italia, sotto la comoda coperta della "crisi", usata come un espediente per imporre soluzioni impopolari. Il tentativo di compressione violenta ed insensata delle condizioni di vita è un mostruoso "esperimento", che ci vede nel ruolo di "cavie". Tenta di "livellare" le nostre condizioni di vita a quelle dei paesi "in via di sviluppo" più arretrati. L'Europa ricca sta tentando di comprimere "artificialmente" le condizioni di vita delle popolazioni di certe zone geografiche al fine di creare, altrettanto "artificialmente", delle aree depresse capaci di "competere" con le aree del pianeta più povere e meno sviluppate. Si tratta di un "esperimento", che nulla ha da invidiare a quello del dr. Frankenstein, ... di sviluppo al contrario.
Indipendenza dal petrolio.
A fronte di tali idiozie, drammatiche per le condizioni di milioni di persone e foriere di guerre e tragedie più o meno globali, non si può non concordare con un piano energetico che preveda l'indipendenza del paese dalla fonte energetica petrolio. L'indipendenza dal petrolio è un obiettivo di vitale importanza. Significa, allo stesso tempo, salvaguardare l'ambiente e rafforzare l'indipendenza del paese, non solo da fonti energetiche che dipendono da paesi terzi e in grado di creare disastri ambientali, ma anche di riaffermare la propria sovranità in termini di politiche economiche e fiscali, Rendere indipendente dal petroli l'Italia significa ridurre il grado di apertura dell'economia Italiana e il peso del vincolo della bilancia dei pagamenti, essenziali per chiunque si voglia porre il problema dello sviluppo del paese a prescindere dai giochi e dalle "strategie" dei grandi attori internazionali. Un piano energetico come quello proposto da Grillo, è in grado di fare da volano per tutta l'economia italiana ed è in grado di porci all'avanguardia in quella che Rifkin chiama "terza rivoluzione industriale".
continua

sabato 30 marzo 2013



http://youtu.be/tVP_Rj6pAMc


http://youtu.be/e7eZXmZ6rWk


 http://youtu.be/B8EBWfU-I9A

mercoledì 6 marzo 2013

venerdì 1 marzo 2013

Fiducia o appoggio esterno ad un governo pd-sel?
Meglio organizzare un altro vaffaday.
Non si interrompe l'azione di molestia al M5S, da parte del pd e dei suoi fiancheggiatori. Nessun compromesso con quei loschi figuri dei cerebrolesi e del pd, tanto meno con i sel-leroni. Un compomesso con questi organismi ormai putrefatti -non utili neppure come concime, tanto che si configurano come rifiuti speciali che necessitano di procedure altrettanto speciali per lo smaltimento- significherebbe la fine certa per il M5S, così come lo significò per Rifondazione Comunista.
Se il pd vuole fare un governo può trovare "larghe intese" con il pdl, con cui ha un programma di fondo largamente coincidente.
Non di questo ha bisogno il M5S.

giovedì 21 febbraio 2013



http://youtu.be/xq5ZYX2EkF8

martedì 19 febbraio 2013

Grecia, i magnifici risultati delle politiche 
neoliberiste elaborate dalle autorità eUROPEE cENTRALI.
Inutile dire che sono le stesse applicate in iTALIA.
A quando scene come queste anche da noi?



http://youtu.be/ExNkBgFQ1Fc




http://youtu.be/LnYVLrFLAxk



http://youtu.be/ekcZoORSIg0




http://youtu.be/Owdjb-rf1h4



http://youtu.be/NscCkJBVPvc

domenica 17 febbraio 2013

Ma di che diavolo parli Jacopo?

È possibile che sel -che potrebbe essere anche il diminutivo di "selleroni"- possa fare l'"ago della bilancia". Ho fortissimi e fondati dubbi che possa dire qualche cosa di "sinistra"... semmai potrà dire qualcosa sui "sinistri", avendo acquisito, da becchini della politica, notevole esperienza su morti, zombi, macerie e catastrofi... ma poi “ago della bilancia” de che?
Bisognerebbe avere chiaro, e su questo assumersi, tanto per cambiare, la relativa responsabilità, che oggi votare i cosiddetti partiti che in qualche modo fanno riferimento a PDL e PD -strani zombi che si aggirano in cerca dei voti dei devianti, di quelli non pienamente integrati nel sistema-, significa avallare e confermare le scelte di politica economica che hanno portato la Grecia (che in 5 anni di ricette elaborate dalle istituzioni "europee" ha visto una riduzione del PIL del 25% e il triplicarsi del debito pubblico) al collasso e tutti gli altri paesi PIIGS -a cui potrebbe aggiungersi anche la Francia- ad una situazione economica drammatica, di pressochè totale abolizione dello stato sociale, privatizzazione dell'istruzione pubblica, della sanità e dei beni fondamentali alla vita degli uomini. Inoltre se l'unione europea e più in generale la globalizzazione dell'economia hanno ristretto i margini per politiche economiche e fiscali autonome da parte dei singoli paesi e, conseguentemente, si è avuto uno svuotamento e trasferimento di potere dalla periferia al centro; se i politici eletti nei parlamenti “nazionali” sono diventati “superflui” e le decisioni rilevanti di politica e economia vengono prese a livello europeo da parte di organismi, peraltro, svincolati dal tradizionale meccanismo democratico, che senso ha parlare e diventare “ago della bilancia”?
Per come si sono venute a configurare le cose ci sono solo due alternative possibili -altre richiederebbero la modifica del valore della moneta unica o l'adozione di modelli centrati sullo sviluppo interno della domanda piuttosto che su quello sulle esportazioni-: accettare le ricette della “Comunità Economica Europea”; venire fuori dalla moneta unica. Non ha senso, allora, parlare di “ago della bilancia”. O si sta dentro tale struttura -con o senza bilancia e relativi aghi e pesi- come tutto il sistema dei partiti – inclusi sel e qualche altro partitucolo-, si sta muti e si ingoia la merda che hanno preparato le istituzioni economiche europee centrali in quanto convinti che ciò sia necessario, oppure, purtroppo, si deve pensare di uscire fuori dalla moneta unica, che non vuol dire essere fuori dall'Europa, come ad esempio nel caso dell'Inghilterra.
M5S oggi sembra l'unico soggetto politico capace di "scardinare" il meccanismo concertato tra partiti politici -per i quali si può parlare di una uniformità di fondo per quel che riguarda la visione strutturale dell'economia e della società tale per cui perde di significato parlare di "destra" o di "sinistra"-, multinazionali, istituzioni finanziarie internazionali, banche e gruppuscoli "eversivi"/"golpisti" che sta strangolando non soltanto l'economia italiana, ma la società civile stessa così come si è venuta a configurare nel corso degli ultimi 60 anni. È per questo che continuerò a sostenere e a votare M5S.
p.s. spero che le cose che dici nel post "il dramma del politico incompreso" valgano anche per te e che tu non sia una di quelle sirene, le più insidiose, che tirano la volata a questo cadaverico sistema, marcio, dei partiti.

Riflessioni davanti alla statua di Ciceruacchio.
Angelo, cazzo, pure se t'hanno
messo ai margini, in fondo,
vicino alla porta de servizio,
tu rimarai sempre ner core
de noi romani
come uno dei più furgidi esempi
de la storia della Repubblica Romana,
che, manco a fallo apposta,
è tra i più esartanti e stupendi
dell'intera storia de Roma e d'Italia
... e t'hanno pure ammazzato due figli.

http://youtu.be/m019icQEmIc



http://youtu.be/M8O0KPcEtNM
... a proposito di Angelo Brunetti, detto "Ciceruacchio", analfabeta, carrettiere, capopopolo -...quello che arrivava sempre per primo e organizzava aiuti e soccorsi quando c'era quanche epidemia o qualche catastrofe- e suo figlio GIGI.
È bene ricordare che Ciceruacchio venne fucilato, da un plotone croato, insieme ai suoi due figli, di cui soltanto uno viene ricordato. L'altro, Gigi, venne cancellato dalla storia in quanto sospettato di essere uno dei partecipanti all'attentato in cui fu ucciso pellegrino rossi, primo ministro di papa pio ix.



http://youtu.be/IXx1KxLuhpg

mercoledì 6 febbraio 2013

Allievo: "perchè un irochese
1.000 anni fa
poteva vivere dignitosamente
con 1 ora di lavoro al giorno
ed oggi si riesce a malapena
a sopravvivere, male,
con 10 ore di lavoro al giorno?"

Maestro: "Parliamo del tempo,
magari del surriscaldamento globale
e delle variazioni climatiche.
Vuoi?"

venerdì 1 febbraio 2013

 PECCATI INCONFESSABILI...appena bisbigliati
Se proprio dovessi scegliere tra Bersani - il rappresentante delle multinazionali, delle istituzioni finanziarie internazionali, delle banche, del moderno "capitalismo manageriale" - e Berlusconi -il rappresentante del "capitalismo familiare", della "mafia"-... se proprio non ci fosse possibilità di evitarli entrambi, pena la morte, credo... proprio... che... voterei... bERLUSCONI!




http://youtu.be/22rUTcXe8IE

lunedì 28 gennaio 2013

I have a dream!!!
"fascismo significa non dover mai dire mi dispiace"

Io continuo a ritenere, nonostante il "dialogo" tra Grillo e casapound, l'M5S l'unica genuina opposizione a quell'insieme di meccanismi E STRUTTURE che ci stanno lentamente strangolando secondo quel meccanismo che prende il nome di garrota,
pertanto continuo a sostenere il M5S.
A prescindere da "improbabili" dialoghi tra Grillo e "fascisti" di più o meno terzo millennio, sembra esserci un abisso tra queste due realtà. Il M5S ha tra i suoi obiettivi principali la democrazia diretta o diffusa che dir si voglia, che non può essere in alcun modo assimilabile con il fascismo. Il progetto fascista, immediatamente fallito, appena nato, con i patti lateranensi,  ha come obiettivo inglobare, la società civile nello stato, sostituire ciò che è lecito con ciò che è legittimo e dunque teorizza una società autoritaria che si pone esattamente all'opposto del concetto di democrazia diretta, che invece ha come obiettivo,  "disciogliere" lo stato nella società civile. 
Detto ciò sembrerebbe più utile, invece di discutere e misurare con il centimetro la vicinanza del M5S ai fascisti di casapound, ennesimo, ghiotto, specchietto per le allodole per gonzi, affrontare il problema dell'economia. Questo sembra l'argomento in grado di far fare al M5S un salto di qualità capace di porlo in grado di prevalere su quell'idra che oggi è il sistema dei partiti.
Vincere le elezioni si può.
Vale la pena riflettere sul fatto che esiste la possibilità di arrivare a superare nella competizione elettorale, tutti gli attuali partiti e addirittura arrivare a superare la soglia del fatidico 50%.  Attualmente, a parte i cerebrolesi e il PD, vi è una enorme zona grigia, nell'elettorato italiano, caratterizzata da indecisione. Indecisione che ha radici nella consapevolezza diffusa in tutta la popolazione italiana, che l'attuale crisi economica è estremamente grave ed al di là dall'essere risolta in tempi brevi (uno o due anni).
Sembrerebbe utile per il paese affrontare e proporre uno sbocco alla stagnazione economica attuale. Spostare il dibattito sull'economia, prospettando misure di politica economica che:
rimettano in gioco la nuova divisione del lavoro internazionale, ormai accettata da tutti i partiti politici italiani e che vede l'Italia pesantemente penalizzata, nell'area europea e, dunque, nel mondo, a tutto vantaggio dei tedeschi;
puntino ad una economia pienemente sostenibile con l'ambiente che tenga conto, in particolare, della raccolta differenziata, dello sviluppo delle energie alternative (eolico, fotovoltaico ecc), della riconversione dal modello basato sul petrolio ad uno basato sulla canapa indiana;
tutelino i beni che non possono essere "monetizzati o profittizzati", come acqua, cibo, banche...;
propongano modelli di crescita economica capaci di aggirare i controlli presenti a livello internazionale tramite la creazione di centri motore di sviluppo radicati territorialmente da affiancare alle strutture politiche, capaci di riprodurre le esperienze dei "distretti industriali" che si sono sviluppati in Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Umbria e Marche.

domenica 27 gennaio 2013

Tornare ai fondamentali
"Vivere non in competizione
ma in collaborazione
con gli altri per
il miglioramento di tutti"
La rappresentazione del mondo che potrebbe essere chiamata "le idee del papa", cioè quelle che stanno in piedi solo nella testa, è pienamente condivisibile e la stragrande maggioranza della popolazione si direbbe d'accordo con una vita concepita usando un modello cooperativo piuttosto che competitivo... 
Altro tormentone è la cosiddetta "tecnologia". Gli apologeti della "tecnologia" la ritengono la panacea di tutti i mali. In linea teorica, ma solo puramente teorica (altra idea del papa), per solo amore di ragionamento, si potrebbe immaginare la tecnologia come strumento capace di risolvere ogni possibile problema che ci affligge, consentendoci di vivere felici ed in armonia con tutti gli altri e con l'intero universo conosciuto ed ignoto. ma allora perchè tutto ciò non accade? 
Tutti concordano che sarebbe auspicabile vivere in modo cooperativo invece che competitivo al fine di conseguire miglioramenti per tutti. C'è meno accordo quando invece si deve stabilire il criterio di divisione dei miglioramenti conseguiti tramite tale criterio. Chiunque si ponga il problema di come ripartire quel che viene prodotto va incontro a sonore battute e a sconfitte epocali e memorabili. Perchè?
Il motivo di questa apparente contraddizione, tra la possibilità teorica di usare la tecnologia per migliorare la vita di tutti e quel che accade nel reale, cioè l'impossibilità di adottare come un elemento "neutrale" questo criterio, è dovuto al fatto che il criterio distributivo, così come i rapporti di produzione, è un prodotto storico-sociale, un prodotto storicamente determinato dal quale non si riesce a prescindere e che non cade dal cielo, ma è la "sintesi" di quanto il mondo ha sperimentato fino a quel momento e al di fuori del quale la produzione stessa "evapora" e sembra che ci si trovi di fronte a uno di quei pupazzi rotti a carica meccanica. Pertanto sembrerebbe che chiunque voglia porsi il problema di un modo diverso di produrre e, dunque, ripartire la ricchezza prodotta, capace di rispettare i diritti degli uomini e, congiuntamente, in armonia con il sistema naturale, deve operare una "forzatura" al fine di evitare i "tempi lunghi necessari alla storia per elaborare un criterio diverso".
La fine della civiltà Rapa Nui non è dovuta al fatto che nessuno si era accorto che stavano finendo gli alberi sull'isola, ma al fatto che la situazione aggregata sembra essere inconoscibile e non modificabile dai singoli individui. Il primo problema che sembra  necessario porsi per poter attuare nella realtà, e non nella testa di qualcuno, -essendo ben consapevoli che si sta tentando di operare una forzatura- queste "intenzioni" che sono in assoluto condivisibili, è quello di immaginare un modo diverso di produrre ed un diverso criterio distributivo. Senza questa operazione preventiva sembra impossibile realizzare una società "altra". A questo proposito va evidenziato che nel corso del secolo passato si sono sperimentati esperienze empiriche e elaborati concetti che, forse, sono in grado di implementare le costruzioni, al momento cervellotiche e puramente installabili solo nella testa delle persone, di individui o aggregati di persone che, in maniera assolutamente condivisibile pongono il problema di un diverso modo di produrre (esperienze significative sembrano essere Alcatraz in Italia o i contributi di missionezeitgeist, Peter Joseph, Jacque Fresco, autori di thrive..).
Questi contributi sembrano essere essenziali al concepimento e progettazione di ipotesi di società diverse da quella attuale che ci sta portando verso una catastrofe di dimensioni bibliche, ma altrettanto essenziale sembra essere tornare ai "fondamentali". Illuminante a questo proposito è il seguente brano:
"La concezione che ci si fa immediatamente è questa: nella produzione i membri della società adattano (producono, danno forma) i prodotti naturali ai bisogni umani; la distribuzione determina il rapporto in cui il singolo partecipa di questi prodotti; lo scambio gli fa pervenire i prodotti particolari nei quali egli intende convertire la quota assegnatagli attraverso la distribuzione; infine, nel consumo i prodotti divengono oggetto del godimento, dell'appropriazione individuale. La produzione crea gli oggetti corrispondenti ai bisogni; la distribuzione li ripartisce in base a leggi sociali; lo scambio ridistribuisce secondo il singolo bisogno ciò che è già stato distribuito; infine nel consumo il prodotto esce da questo movimento sociale, diviene direttamente oggetto e servitore del singolo bisogno e lo soddisfa nel godimento. La produzione appare quindi come il punto di avvio, il consumo come il punto di arrivo, la distribuzione e lo scambio come il punto intemedio, il quale si sdoppia a sua volta, poichè la distribuzione è determinata come il momento che prende avvio dalla società, lo scambio come momento che prende avvio dagli individui. Nella produzione si oggettiva la persona, nella persona si soggettivizza la cosa; nella distribuzione la società si assume la mediazione tra la produzione e il consumo nella forma di norme vigenti, generali; nello scambio la produzione e il consumo sono mediati dalla determinatezza casuale dell'individuo.
La distribuzione determina il rapporto (la quantità), in cui i prodotti toccano agli individui; lo scambio determina il tipo di produzione in cui l'individuo esige la quota assegnatagli dalla distribuzione. In tal modo, produzione, distribuzione, scambio, consumo costituiscono un vero e proprio sillogismo: la produzione è il generale , la distribuzione e lo scambio sono il particolare, il consumo è la singolarità in cui il tutto si conclude. Questa è effettivamente una connessione, ma una connessione superficiale. La produzione è determinata da universali leggi di natura; la distribuzione dalla causalità sociale, perciò essa può esercitare un effetto più o meno giovevole sulla produzione; lo scambio si inserisce tra l'una e l'altra come movimento sociale formale, e l'atto conclusivo del consumo, che non viene concepito soltanto come termine ultimo ma anche come fine ultimo, in fondo si colloca fuori dell'economia, tranne che nella misura in cui reagisce a sua volta sul punto di partenza, avviando di nuovo l'intero processo".