domenica 18 ottobre 2015

C'è un equivoco di fondo quando i comunisti usano i termini "rapporti di forza".
Un'idea, un concetto, un'idea
finché resta un'idea è soltanto un'astrazione
se potessi mangiare un'idea
avrei fatto la mia rivoluzione.

 L'essenza dell'opera di Marx consiste in quel che Engels ha descritto in maniera mirabile:
Lo sviluppo dei popoli
"Marx ha scoperto la legge dello sviluppo della storia umana cioè il fatto elementare, sinora nascosto sotto l'orpello ideologico, che gli uomini devono innanzi tutto mangiare, bere, avere un tetto e vestirsi, prima di occuparsi di politica, di scienza, d'arte, di religione; e che, per conseguenza, la produzione dei mezzi materiali immediati di esistenza e, con essa, il grado di sviluppo economico di un popolo e di un'epoca in ogni momento determinato costituiscono la base dalla quale si sviluppano le istituzioni statali, le concezioni giuridiche, l'arte e anche le idee religiose degli uomini, e partendo dalla quale esse devono venir spiegate, e non inversamente, come si era fatto finora" 

Friedrich Engels -un ometto delizioso con due baffi da lontra.
Tutto ciò che ci circonda è determinato, in ultima istanza, "dalla produzione dei mezzi materiali di esistenza" ed è un "prodotto storicamente determinato", noi stessi siamo un prodotto della storia.
I modi di produzione nascono, si sviluppano e muoiono. Ma come muoiono?
Condizione necessaria affinchè un modo di produzione muoia è che i rapporti di produzione si convertano in catene per l'ulteriore sviluppo delle forze produttive. Ma basta che questo avvenga perchè dalle ceneri del vecchio sistema produttivo emerga uno nuovo?
No, certamente no, i rapporti di produzione che si convertono in catene per l'ulteriore sviluppo delle forze produttive è solo condizione necessaria per la nascita di un nuovo modo di produzione... solo condizione necessaria. Marx nei Grundrisse è molto chiaro quando spiega cosa ci vuole perchè il vecchio sistema produttivo perisca. Quel che determina questo passaggio cruciale è determinato dai rapporti di forza, (tra che cosa?) tra due "prodotti" storicamente determinati, rapporti di forza che potrebbero non verificarsi mai o impiegare un tempo lunghissimo, al limite infinito, per realizzarsi. Questa osservazione fa giustizia una volta per tutte anche dell'accusa all'opera di Marx secondo cui sarebbe deterministica. Nessun determinismo, un modo di produzione può trasformarsi in uno zombie e continuare a trascinarsi fino a che nel corso della storia non si determina un rovesciamento dei cosiddetti rapporti i forza. Ma cosa sono i rapporti di forza e quali sono i "prodotti" storicamente determinati portatori di diverse istanze? C'è un grosso equivoco su cosa si intende con questi termini, generato dall'affermarsi del leninismo e dall'ipotesi, purtroppo rivelatasi infondata, dell'"autonomia del politico". Una volta accettata l'ipotesi di "autonomia del politico" viene naturale, e per circa 100 anni il leninismo è stato il pensiero dominante per una larga porzione di genuini rivoluzionari, nell'accezione leniniana, considerare i "rapporti di forza" come rapporti di forza politici... e dunque militari. E' evidente che non basta che si verifichino certi rapporti di forza tra soggetti politici antagonisti perchè automaticamente si affermi un nuovo modo di produzione (questo modo di interpretare Marx, lo mette a testa in giù e ciò che spiega Engels in quell'esempio di mirabile chiarezza sopraesposto, non avrebbe senso alcuno). Se così fosse, quel che viene chiamato nuovo sistema produttivo, comunismo, sarebbe già operante in tutti i paesi in cui c'è stata una rivoluzione comunista. e l'Unione Sovietica anziché essere implosa su se stessa ed essersi completamente dissolta come neve al sole, senza nemmeno il bisogno di un minimo di forza, sarebbe, per noi un fulgido e luminoso esempio da seguire. Marx si riferisce, invece, ai rapporti di forza che si instaurano tra 2 modi di produzione, uno morente e l'altro nascente, e tra tutto ciò che diversi attori economici, prodotti dalla storia sotto l'effetto delle catene rappresentate dai rapporti di produzione rispetto all'ulteriore sviluppo delle forze produttive, portatori di una diversa, multicolore, "sovrastruttura", sono in grado di mettere in campo compresa la forza attrattiva ed egemonica che questo diverso modo di produzione è in grado esercitare. Parte da qui quel che nel corso della storia è stata chiamata "rivoluzione", quel processo che "cambia lo stato delle cose reali".