venerdì 5 agosto 2016

Premesse.
Il film ADHD RUSH HOUR anche se apparentemente affronta il problema della definizione e creazione di nuove patologie per poter vendere farmaci, in realtà mostra quanto il neo-liberismo affondi il suo progetto nella carne viva della società, quanto questo progetto sia globale, al punto da attaccare, oltre che attraverso un sistema di ricondizionamento “premio/punizione”, l'ideologia, l'economia, la politica, anche tramite l'uso diretto, negli individui che si discostano dal tipo “meccanico-dittaiolo”, della “chimica”.
È esattamente lo stesso tentativo messo in pratica dal nazismo, solo più raffinato,ambizioso e, forse, più mostruoso. I nazisti hanno tentato di eliminare e con l'eugenetica e con la distruzione fisica dei corpi dei non adatti, tutto ciò che non era funzionale alle esigenze del capitale, mentre il neo-liberismo -che è cosa molto diversa dal laissez faire, dal liberalismo classico- sta cercando, di modificare i non adatti, nel tentativo di creare l'”uomo nuovo” perfettamente e funzionalmente asservito all'impresa, tramite l'immissione di sostanze chimiche nei corpi, andando a modificare ancora più in profondità l'"anima" stessa di tutti quelli che geneticamente si discostano da quello che si potrebbe chiamare fenotipo consumista, tipo di individuo molto particolare che vede se stesso come un'impresa individuale asservita all'impresa vera e propria.
Il progetto globale neoliberista.
Come si spiega, nonostante trent'anni di politiche neoliberiste abbiano avuto effetti catastrofici a livello economico, politico, sociale e individuale, che ancora oggi tali politiche sono attive ed in piena offensiva? Perchè non hanno incontrato resistenze capaci di metterle in crisi?
La risposta a queste domande non può ridursi alla descrizione degli “effetti negativi” indotti dalle politiche neoliberiste, cioè alla distruzione programmata di regolamentazioni e istituzioni. Il neo liberismo non è solo questo, ma è anche produzione di certe relazioni sociali, forme di vita e soggettività. Il neo-liberismo ridisegna la forma della nostra esistenza, cioè del modo in cui ci relazioniamo con gli altri e con noi stessi. Definisce una nuova norma che disegna un universo di competizione generalizzata, in cui ogni nazione è in guerra , solo, almeno per il momento, economica con tutte le altre, in cui i rapporti sociali sono improntati al modello di mercato e l'individuo stesso risulta “modificato” e percepisce se stesso come un'impresa.
Tutto ciò da oltre 30 anni impone politiche pubbliche, governa relazioni economiche a tutti i livelli , trasforma la società e rimodella la soggettività. Aspetti di questa stessa norma sono, nei diversi ambiti, la conquista del potere da parte di forze neoliberiste – aspetto politico -, l'ascesa e il trionfo del capitalismo finanziario globalizzato -aspetto economico-, individualizzazione dei rapporti sociali, abbandono delle forme di solidarietà collettiva, polarizzazione estrema tra ricchi e poveri – aspetto sociale-, la comparsa di un nuovo soggetto e conseguentemente la comparsa di nuove patologie psichiche -aspetto soggettivo. Tutti questi aspetti sono complementari tra loro e riguardano un unico progetto, quello neoliberista, pervasivo, potente, unitario capace di investire tutte le dimensioni dell'esistenza umana.
Il documentario "soluzioni locali per un disordine globale" è invece un'occasione per riflettere sull'autonomia. Mostra che è possibile costruire in piena autonomia e senza aiuti da parte di istituzioni, stato e/o altra amena stronzata, modelli economici alternativi capaci peraltro di rispondere, al contrario dell'economia ufficiale, a problemi quali l'emergenza ambientale (che sta diventando esplosiva), l'integrazione di tutti gli individui all'interno della struttura collettiva, la costruzione di una vita dignitosa, degna e separata dai clichè, modelli e sogni mainstream.
Quel che segue è, ritengo, una riflessione essenziale per chiunque voglia intraprendere un progetto alternativo e ha a che fare con ciò che ognuno deve conservare per se invece di demandare ad altri.
DEISTITUZIONALIZZARE, cioè descolarizzare, PRIMA ANCORA CHE ESSERE UNA QUESTIONE DI LIBERTA', E' UNA MISURA DI IGIENE MENTALE.
"Molti studenti, specie se poveri, sanno per istinto che cosa fa per loro la scuola: gli insegna a confondere processo e sostanza. Una volta confusi questi due momenti, acquista validità una nuova logica: quanto maggiore è l'applicazione, tanto migliori sono i risultati; in altre parole, l'escalation porta al successo. In questo modo si «scolarizza» l'allievo a confondere insegnamento e apprendimento, promozione e istruzione, diploma e competenza, facilità di parola e capacità di dire qualcosa di nuovo. Si «scolarizza» la sua immaginazione ad accettare il servizio al posto del valore. Le cure mediche vengono scambiate per protezione della salute, le attività assistenziali per miglioramento della vita comunitaria, la protezione della polizia per sicurezza personale, l'equilibrio militare per sicurezza nazionale, la corsa al successo per lavoro produttivo. Salute, apprendimento, dignità, indipendenza e,creatività si identificano, o quasi, con la prestazione delle istituzioni che si dicono al servizio di questi fini, e si fa credere che per migliorare la salute, l'apprendimento ecc. sia sufficiente stanziare somme maggiori per la gestione degli ospedali, delle scuole e degli altri enti in questione... l'istituzionalizzazione dei valori conduce inevitabilmente all'inquinamento fisico, alla polarizzazione sociale e all'impotenza psicologica: tre dimensioni di un processo di degradazione globale e di aggiornata miseria. Spiegherò come questo processo di degradazione si acceleri quando bisogni non materiali si trasformano in richieste di prodotti, quando la salute, l'istruzione, la mobilità personale, il benessere o l'equilibrio psicologico sono visti soltanto come risultati di servizi o di «trattamenti». Lo faccio perchè credo che le attuali ricerche sul futuro tendano in genere ad auspicare una sempre maggiore istituzionalizzazione dei valori, e diventa di conseguenza necessario precisare le condizioni grazie alle quali possa avvenire esattamente il contrario. Abbiamo bisogno di ricerche su come servirci della tecnologia per creare istituzioni che permettano un'interazione personale creativa e autonoma e per far emergere valori che i tecnocrati non siano sostanzialmente in grado di controllare. Ci servono insomma ricerche in direzione contraria a quella della futurologia attuale."