lunedì 11 giugno 2012

A come Amòre
L'amòre è un trucco, una variabile aggregata, e come tutte le variabili aggregate è "falsa". È un'etichetta-obiettivo che si da a cose diverse.
Analisi: il termine amòre si riferisce, indifferentemente, all'amòre, sacro, di un genitore verso i figli o all'amòre "fraterno" (già più ambiguo del fratello verso il fratello o la sorella), all'amòre verso Dio. Poi c'è l'amòre che lega un uomo a una donna. È di questo che tutti parlano. Un turbinio di possesso, gelosia, ormoni e piccole meschinità in cui è difficile vedere chiaro. Si tratta di un trucco multidimensionale, che, pur se turcco, può assumere caratteristiche tragiche o da operetta, ma che normalmente è un cappello che nasconde qualcosa d'altro. Nasce in condizioni particolari di infermità - sostituzione di un oggetto con un altro. A questo insieme eterogeneo di elementi si da un nome: amòre. L'amòre come Dio è uno e trino. Solo che nel caso dell'amòre questi elementi sono nettamene separati, distinti e in conflitto tra loro. Se le cose stanno così perchè ogni menestrello dotato di un briciolo di talento e rimario accluso ne canta le "magnifiche sorti e progressive"? perchè ogni donna, a prescindere dall'età, dall'intelligenza e da quanto è credulona, aspetta il suo personale "principe azzurro"? chiunque abbia capito come funziona, cioè si sia accorto che a un certo punto, per quanto grottesco, buso e tragico possa essere... ad un certo punto la vita termina, sente forte e impellente il bisogno di procreare, di lasciarsi dietro almeno un pezzettino della sua vita in senso lato, "biologico" e "spirituale". Infatti che che se ne dica i figli sono inquietantemente simili ai genitori, non solo "fisicamente" ma anche nell'inclinazione del sentire, nell'aspetto intellettuale, emotivo e spirituale. Gli ormoni spingono ad aprire le braccia follemente e ciecamente verso qualcos'altro che non si conosce a fondo, ma che rispetta alcuni requisiti formali che vanno al di là della comprensione cosciente. Per la donna il suono della voce, la sicurezza, la spigliatezza nell'atteggiamento e nei comportamenti e la capacità di dominare l'ambiente circostante e la "solidità della posizione" sono i fattori di gran lunga più importanti.
Non si può non pensare a G. Cooper o a R. Valentino con un sorriso ironico, eppure, nonostante gli atteggiamenti e i comportamenti degli del migliore pagliaccio del circo, smuovevano, nell'animo femminile quel non so che... Risvegliavano l'antica tensione all'accoppiamento, l'intero apparato ormonale femminile. Solo così si spiegano le scene di disperazione ai loro funerali. Erano l'equivalente generale universale - archetipo - del "principe azzurro".
Negli uomini gli aspetti formali sono, manco a farlo apposta, le forme, l'atteggiamento dolce e remissivo, capace di risvegliare l'istinto protettivo maschile o le immagini materne.
Ecco perchè biondone supercarrozzate o morettone procaci con atteggiamenti da barbie sono capaci di creare dal nulla una "lotteria", peraltro truccata, che le  assegnerà ai rari "fortunati" con i "numeri e i portafogli giusti".
Pulsioni e suggestioni ancestrali sfuggono continuamente al controllo cosciente di esseri "superiori". Ed è per questo che dopo qualche anno di vita comune, ogni individuo con una dotazione intellettuale minima, si chiede continuamente "perchè"? e sogna la propria libertà.
Questi elementi però da soli non bastano a spiegare l'enorme castello in aria costruito sull'amòre. Se l'impulso è solo l'accoppiamento, perchè deve durare per sempre? Il fatto è che le cose possiedono sempre una propria dinamica e si complicano da se.
Il cervello, quella macchia rugginosa, scricchiolante, opera costantemente "sostituzioni". Se la singola esistenza non è in equilibrio; il sesso insufficiente; la vita sociale o affettiva insoddisfacente; non si sfoga sufficientemente l'aggressività; si operano sostituzioni. Il cibo è il succedaneo mentale per eccellenza. L'amòre è l'altra gamba della sostituzione. L'amòre è il succedaneo principale del bisogno ancestrale della tribù di appartenenza. L'uomo non è un "animale sociale", è un animale a socialità limitata, e da quando i legami tribali sono venuti meno, il rapporto esclusivo, scl-erotico uomo/donna e la famiglia ne è divenuto il succedaneo. 
L'amòre tra uomo e donna, da fatto temporaneo ed "accidentale" è divenuto "eterno", dovrebbe sostituire i legami tribali e la dinamica di gruppo. Solo che l'amòre, quel povero passeggero transitorio nell'orizzonte temporale vitale, è inadeguato a sostenere un ruolo così importante. Quel che c'è tra un uomo e una donna e i legami familiari sono un ambito troppo ristretto che diventa in pochissimo tempo oppressivo e soffocante. È così che questo secchio pieno di vermi esaurisce tutte le sue "meravigliose" proprietà e diventa una trappola che imprigiona tutti i membri che sono coinvolti e procura ferite che qualche volta fanno fatica a rimarginarsi.