domenica 29 maggio 2011

el pelele está malo, ¿qué le daremos?
una zurra de palos que le matemos.
el pobre pelele, el empelelao, se tienta lo suyo, lo tiene arrugao.
le da con el dedo, lo quiere bullir, el pobre pelele se quiere morir.
el pelele está malo, ¿qué le daremos?
agua de caracoles, se pondrá bueno.


"CANTO DEL PELELE
(Colmenar de Oreja, Madrid)

Pelelito, pelelito,
si te llegas a aburrir
pondremos una escalera
para subir a por ti,
para subir a por ti,
pelelito, pelelito.

El pobre pelele
sentadito al sol,
comiendo morcillas,
comiendo morcón;
su padre le quiere,
su madre también,
todos le queremos...
¡arriba con él!

-El pelele está malo,
¿qué le daremos?
-¡Una zurra de palos,
que lo curemos!

Caramba, sí;
caramba, no.
Caramba tumba y tumba
de mi corazón (bis).



“ Estaba el pobre pelele,
sentadito en una silla
y estaba escuchando,
los chismes de la cocina.
Su padre le quiere, su madre también
Todos lo queremos,
arriba con él.

Estaba el cura, estaba el cura,
Sentadito al sol, sentadito al sol
Llamó a la criada, coge el cantarito y vete a por agua.
A la orilla el pozo, a la orilla el pozo,
Había una rana, le picó con gusto, le picó con ganas.
Al pelele sí, al pelele no.

El pelele está malo, está empelelao,
Se toca lo suyo y lo tiene arrugao
El pelele está malo, ¿qué le daremos?
Agua de caracoles, para que críe cuernos”



La mujer del pelele
es legañosa,
y el pelele le dice:
Cara de rosa.




El pobre pelele
no come en la mesa,
porque se le pone
la colilla tiesa.

El pobre pelele
ya está empelelado,
se mira lo suyo,
lo tiene arrugado.

Como es carnaval,
como es carnaval,
haremos al pelele,
un traje militar.

No se va, no,
que en la manta está.
Su amante es marinero
y lo recogerá.



Pobre pelele
pobre muchacho
nadie le quiere
porque es borracho
porque es borracho
también putero
nadie le quiere por rabanero.

El pobre pelele
No tiene camisa
Que se lo han quitado
Los frailes en misa"

sabato 21 maggio 2011


Eterna Gioventù
Irrimediabilità
Vorrei strapparmi le orecchie per non sentire e gli occhi per non vedere. Tutto quel che so è che il chiacchiericcio è un tram e chi ci sta dentro è falso come oro a "sette carati". Si recita a soggetto e si recita pure male. Bisognerebbe, almeno, rendere obbligatoria l'Accademia d'Arte Drammatica. Mi tocca subire il pregiudizio. È malaffare, ed io rimango lì e non rispondo mai alle domande - retoriche. Faccio finta di non aver capito, faccio finta di niente, mi guardo le mani, mi guardo le scarpe... parlo del tempo. Conosco una vecchia senza denti, quasi impazzita da quando la morte le è passata accanto portandosi via i suoi cari. C'è un prima e un dopo, e in mezzo l'orrore... ORRORE. Per poter sopravvivere al dolore si è strappata via tutti i denti
Parkinson è la diagnosi ufficiale, ma io so che quella è solo apparenza. Ha rilasciato, tutto insieme, lo strato di marciume che era, da sempre, annidato nella parte più buia, fredda e profonda del cervello e ha sporcato tutto. La sottile "linea rossa" che separa due estranei in casa si è lacerata malamente. Vacuità, leggerezza, paura per se, sollievo e rimorso per quel che è accaduto... amarezza, rinuncia a lottare, terrore negli occhi per essere stata domata - per essere docile - lo sproloquio continuo e senza senso... ed io IL PEGGIORE di tutti.
Il primo bacio.
È stato miracoloso. La bocca si è animata ed è andata a cercare. Le papille sono diventate coscienti, piccoli occhi e orecchie. Tatto, gusto e odorato si sono fusi e la lingua è passata quando i muscoli distendevano sorriso. Ho frugato come un verme cieco e ho teso le mie braccia in cerca di calore e luce in quella cavità virtuale. Avrei voluto mangiare e così è stato.
S P E T T A C O L A R E
Il mio respiro s'è fuso con il suo. Ho giurato: "non mi laverò più i denti. Aspetterò che i tartari vengano a devastare". È stato bello poter passare la mia lingua sui suoi denti che tanto a lungo avevo ammirato - piccole gemme luccicanti alla luce del sole - e sognato di possederli dentro un piccolo scrigno d'oro incastonato di pietre preziose. È stato bello passarli n rassegna uno per uno e congratularmi con ciascuno. Poterli esplorare alla ricerca di ogni più piccolo segreto e poter custodire ogni piccola imperfezione come un tesoro. Io pirata a vela, lei mio piccolo tesoro.
La prima scopata
La mia prima scopata non è stata un gran che. Storia triste... storia di merce, di sudore, di secrezioni nascoste e voglie represse, sincretisticamente congestionate alla prima libera uscita. Città rarefatta, umile degradata e fredda, illuminata da fuochi fatui accesi dietro pagamento in natura. Contatti giovanili con donne avvezze al vizio e contrattazione in fiera per prodotti di poco conto.
Lunghi viali alberati, ettari di verde marcescente. La notte tanto nera da confinare la luce dei lampioni in minuscole pozze disertate perfino dagli insetti.
Quello è l'unico posto dove perfino le "falene" girano alla larga dal chiarore. Nell'oscurità emergono ogni tanto le "lucciole". Puttane in un luogo senza nazionalità e in cui i generi si fondono e confondono.
Una brutta copia del villaggio globale da cui hanno eliminato con un editto il "sabato".
Ho frequentato a lungo questo spazio alieno, facendo attenzione a distinguere bene quel che ormai è diventato indistinguibile. Guardando, soprattutto, mani, piedi e tono della voce. Evitando gli orchi, alla ricerca delle fate. Individuando prontamente la carta moschicida, quella che viene irrorata di ormoni e di odori irresistibili ai poveri compagni mosconi, ai quali non resta che posarsi sulla superficie lucida e patinata. All'inseguimento di un sogno muoiono nell'inganno, magari tra i sussurri di un orgasmo andato di traverso. I Trans non sono donne e, come per la carta moschicida, lo si scopre al tatto. Troppo spigolosi e senza sofficità. Io mi sono immerso in quel territorio inesplorato dotato di lente di ingrandimento e berretto da S. Holmes. Attento a memorizzare ed archiviare tutti gli indizi che poi ho riassunto in un potente ed omnicomprensivo ragionamento deduttivo.
Alla fine ho scelto la più bella, usando "curve di preferenza" e di "costo al margine" in base al noto principio "costo/qualità". Tra rosse, nere, viola, bianche, gialle ... ho optato per la soluzione omologantemente "classica" Bella, anzi bellissima, ma scema e con accento laziale. Alla fine ha vinto etnia e senso di appartenenza su esotismo e trasgressione.
Non è stato un gran che, probabilmente per colpa mia. Ero teso e preoccupato più del lecito, come una corda di violino tesa sette ottave sopra il normale. Al minimo contatto sprigionavo scintille.
Sarà stata l'aria fredda o la pioggia o dover "fare" la prima volta ad ogni costo per uccidere un adolescente scomodo in cambio di un adulto che non è mai stato gradito. O la consapevolezza di essere solo un piccolo giocattolo in balia di Dei crudeli. O semplicemente odio e furore per una cosa, che da bella si era trasformata in angoscia, meschina e sporca. O paura. Paura. Paura. Il mio pisello se ne stava laggiù a 3.500 miglia marine, distante e rattrappito come un elastico tarlato che non si può nemmeno tirare per paura di spezzarlo. Inerte e immobile spinto e compresso da mille pensieri folli.
E non è stato nemmeno di aiuto il ritornello: "ma come mai non viene su?... non ti piaccio?... sei malato?" era talmente ossessivo che ad un certo punto le ho sussurrato con appena un filo di voce: "sta zitta porca puttana ... è la prima volta che lo faccio!"
Poi piano piano s'è indurito, quando la mano, senza chiedere il permesso, è andata su per le cosce fino a palpare e strizzare il culo. Con il cervello che per tutto il tempo, come un disco incantato, ha continuato a chiedersi se la "manipolazione" era inclusa nel prezzo.
Si è ingrossata la cappella, ma sono venuto in fretta, senza nemmeno godere, in piedi... in piedi ai piedi di un albero. Senza nemmeno potermi distendere un pò' per la pioggia e per la sua paura di "sporcarsi" il vestito.
Lei, poi, anche dopo continuava a ripetere: "sei vergine... sei vergine...". È stato come rovesciarsi fuori, poi solo umido e disagio. Lei, la stronza, m'ha guardato meravigliata e dietro un sorriso di denti che le andavano tranquillamente in malora, ha detto parole grosse.
"T'HO SVERGINATO!"
A me non è rimasto che far la parte della verginella fottuta di fresco.

Dopo ho avuto anche un'intervista con un maniaco su auto "lussuriosa" di grossa cilindrata.
Si è avvicinato e ha voluto che gli raccontassi una versione "riveduta" dell'accaduto, mente lui si "toccava". Voleva la versione HARD di quel che era accaduto. "glielo hai dato? ... l'hai fottuta ben bene?... glielo hai schiaffato dentro?".
Io dopo l'umiliazione patita sono stato ben lieto di fornire, con dovizia di particolari inventati di sana pianta, la versione di quel che anch'io avrei voluto fare, ma che ahimè, non m'era riuscito. Alla fine, evidentemente soddisfatto dal racconto, non tenendo in alcun conto la discrepanza che sempre esiste tra il fatto il se e come uno se lo racconta, m'ha dato il suo numero. Poi, come uno schiaffo, m'ha mostrato una foto. "sarei lusingato di farti "conoscere" mia moglie". Uff... Insomma m'ha proposto di scopargli la moglie con lui che assisteva passivamente. Contraddizioni della civiltà post-industriale. Io, amante imbranato e loffio, scritturato per episodi hard privati, come una porno star. Anche lui avrà scelto puntando tutto solo su parametri meramente estetici e non verificando minimamente la sostanza.
Mentre rientravo a casa, seduto, solo, sul vecchio tram-bus, 23, stracciando un "lussurioso" biglietto da visita stampato in caratteri eleganti su carta patinata da Ingegnere, ho pensato: "c'è sicuramente chi sta peggio di me!"

lunedì 16 maggio 2011

Passeggiando.
Sono seduto e osservo una pietra. Presenta minuscoli sassolini a forma di incisivi. I denti della terra. Minuscoli e numerosissimi, per triturare tutto il vivente, senza eccezioni. Denti capaci di sminuzzare in particelle infinitesimali.
Due individui impegnati a seguire i contorni della costa. Uno è vestito di tutto punto. Scarpe da ginnastica, calzini, pantaloncini, maglietta, borsello anni '70. È in acqua. L'altro più professionale è in galosce ascellari. Entrambi armati con fiocina e asta a cui, tramite filo è attaccata una polpara bianca piena di uncini. Una grossa luccicante esca che viene fatta fluttuare con gesti lenti e sapienti, lungo i rilievi scogliosi. Uno dei due, il più fantasioso, ha infilzato negli uncini qualche pesciolino.
Tecnicamente la polpara è un pesante aggeggio cilindrico bianco cosparso di ami lungo tutta la sua circonferenza. Viene fatta "danzare" sotto il becco dei poveri compagni polpi, soprattutto maschi, e quelli non resistono. Vi si precipitano sopra in piena tempesta ormonale. Decidono di suicidarsi, un po' come succede anche a noi. I polpi sono animaletti intelligenti pieni di verruche, in acqua sono belli ed eleganti. Sono, cosa importante da considerare quando si decide di mangiarli, in base a un deliberato e cosciente atto di cannibalismo, non commestibili, difficili da pulire e non si sa mai come cuocerli. Rimangono duri come pietre, a prescindere dal modo in cui si cucinano (ed è per questo che qualcuno prova a sbatterli ripetutamente per terra); se qualcuno ha la malaugurata idea di mangiarli, per i tre giorni successivi le secrezioni sudoripare dell'incauto mangiatore, hanno lo stesso odore nauseabondo della preda. Da qui la nascita della legenda metroplitana e marittima del pescatore che ha fatto fortuna con questo tipo di pesca, perchè mangiando tutti i giorni questi graziosi animaletti, quando si immergeva in acqua puzzava più di un bordello per celenterati, e tutti polpi nel raggio di 2 km provavano ad avere un rapporto completo con lui, non accorgendosi nemmeno di che sesso fosse. Amore e morte, altro che polpare!
Se si vuole uscire dal tran tran quotidiano l'inferno è proprio il luogo giusto, come diceva quello lì: "per me si va tra la perduta gente, per me si va nell'eterno dolore", l'inferno è l'ultimo posto alla moda, anzi, l'unico. Uno ritrova tutti i vipS, che si mimetizzano in tutti i modi possibili. Si travestono da accattoni, zingarelli, magnaccia ecc. sono praticamente impossibili da riconoscere, hanno il fior fiore di professionisti del make up, degni dei migliori film di fantascienza. È per via dell'attrazione alla devianza. L'umana specie deve sempre e comunque adottare comportamenti devianti e proibiti.
L'altro giorno metre scendevo al sub livello 128n ho trovato una scritta sul muro che mi ha lasciato sgomento. Quando uno si trova di fronte a queste cose è come se uscisse a folle velocità dallo stato di torpore in cui si trova normalmente e andasse a sbattere contro qualcosa di compatto: la realtà vera. Essere preso a schiaffi dall'oggettività è un'esperienza unica. L'universo nebbioso e edulcorato viene spazzato via da un'energica ventata d'aria fresca. Quella scritta così cruda, che riesce a cogliere così bene un aspetto reale, associata ad un'azione così meschina, vile e sporca ha lo stesso effetto di una secchiata d'acqua gelida. Costringe ad aprire, anche se solo per pochi secondi, gli occhi e fa riflettere sulla miseria dell'esistenza. per fortuna dura poco. Le endorfine presenti nel corpo fanno ripiombare nel sonno e lasciano solo un lieve ricordo. Una sottile increspatura nella struttura armonica che cresce.
Se non fosse così, se non ci si abituasse a tutto, non si potrebbe resistere nemmeno 10 minuti e di certo l'unica possibilita sarebbe il suicidio. Forse è vero che "lo psicopatico è soltanto colui che ha scoperto in che mondo vive".
Certo che vedere un vip che chiede l'elemosina travestito da mendicante o un altro che tenta un borseggio su un autobus affollato è edificante. L'atto, per loro, ha un duplice significato: è una prova di umiltà dalla quale riemergono nuovi e rinfrancati con la coscienza pulita più che dall'assoluzione del clero, pronti a compiere nefandezze più di prima; gli da una lontana idea di cosa significa vivere ai margini. Gli altri, quei pochi che li riconoscono, provano un senso di rivincita, oltre ad avere l'opportunità di chiedere l'autografo. Se vi capita un mendicante o un barbone o una prostituta o il loro protettore per la strada, se siete un abitante dell'inferno, guardateli attentamente, perchè si tratta quasi certamente di un vip in cerca di emozioni. È sempre l'inclinazione alla devianza. I mendicanti, i barboni "veri" i delinquentelli di quartiere ecc. non esistono più. Sono stati quasi tutti individuati e "neutralizzati" attraverso il processo di condizionamento parziale, tramite la tecnica A.L.I.F.A.R. e ricollocati nel tessuto sano e produttivo della società. I pochi superstiti adottano strategie di camuffamento elettronico-fisiche, in modo da assomigliare ai vipS. Cinque furti su sei son da attribuire a vipS camuffati da malviventi, il residuo da malviventi camuffati da vipS. Il fenomeno è ormai così diffuso che l'industria si sta orientando verso il camuffamento "middle class" e almeno una volta è dato per certo lo scambio di persone, tanto si è perfezionata l'arte del camuffamento. Un vip è stato sottoposto ad A.L.I.F.A.R. e un malvivente ha preso il suo posto, che poi ha volontariamente abbandonato (e per questo motivo il fatto è divenuto noto alle cronache mondane), perchè non abituato a tanti agi e mollezze. Per ridurre il rischio di simili "inconvenienti", i vipS "sotto travestimento" si fanno tatuare sotto la palpebra interna sinistra un simbolo particolare di cui è a conoscenza solo il notaio di fiducia oltre che il tecnico abilitato al tatuaggio. Comunque anche questa tecnica ha mostrato i suoi limiti. Infatti i tecnici tendevano a vendere, dietro consistenti compensi, il database dei simboli stampati negli occhi vipS. Per evitare la fuga di notizie, attualmente, anche se la pratica risulta essere "barbara" e poco tollerata, i vipS tendono a far uccidere, dopo l'intervento i tecnici che l'hanno eseguita. Questo ha, inaspettatamente creato nuove opportunità di lavoro qualificato, data la strutturale carenza di tecnici del tatuaggio. Oggi si stima che un laureato in tatuaggi, trovi lavoro in un tempo medio di circa 30 min. dopo la discussione della tesi e muoia nell'arco di tre settimane.
Negli ultimi anni si è sviluppata una vera e propria industria nel settore del "camuffamento". Una parte si è specializzata nell'arte della mimetizzazione. L'industria del travestimento si è differenziata ed evoluta in 3 sotto industrie: trucco, costumi e rete di protezione.
I primi due rendono il travestimento più vero e reale, mentre il terzo si occupa di rendere sicure le "notti brave" dei vipS. La "rete è costituita da più persone che monitorizzano e tengono continuamente sotto controllo i personaggi famosi, e che intervengono con estrema decisione quando sorge qualche problema o si verificano situazioni di crisi. Sono gli addetti alla sicurezza che entrano in gioco se il vip viene scoperto in un goffo tentativo di borseggio, di rapina ecc., e sono sempre le guardie private che si incaricano di spiegare che è solo un gioco. Rivelando chi è il personaggio noto e che il tutto era organizzato per un programma TV. Normalmente il tutto si risolve in un luogo applauso e in un "bagno di folla" per il "briccone" pescato con le "mani nel sacco". A volte però capitano anche momenti di tensione se la vittima dello "scherzo" è un asociale, che non si presta al "gioco". in quel caso gli addetti alla sicurezza possono, e in qualche rara occasione lo hanno fatto, anche arrivare all'uso della violenza, sempre, si capisce, controllata da amici di amici di amici..., e fatta con amore..., quasi con rispetto. Ancor più raro è l'omicidio. Capita soprattutto se il soggetto del tentato furto pretende di sporgere DENUNZIA QUERELA. Del resto, anche quei pochi casi in cui la DENUNZIA QUERELA è stata sporta, non si ha notizia di condanne, tantè i livello di impunità di cui godoni i vipS. Del resto non va dimenticato che tutti gli addetti alla sicurezza, sono agenti con "licenza di uccidere". Se invece il tentativo di furto, rapina, estorsione ecc. va a buon fine, tutta la "rete" partecipa alla spartizione del "bottino" secondo quote e partecipazione ai "dividendi stabiliti a priori. Anche io mi sono camuffato, ma il ruolo che assumo è sempre e solo quello dell'osservatore. In non rubo, non commetto violenza. Mi limito ad osservare i comportamenti violenti e devianti degli altri. Sono un "guardone", assisto passivamente alla decomposizione della società. Come me ce ne sono altri. L'osservatore, è quanto previsto dallo statuto, è un O.R.T ("Osserva", "Registra", "Trascrive". Non interviene mai, per quanto l'episodio in questione possa essere cruento o raccapricciante o ingiusto o sbagliato. Le sanzioni per chi si lascia trasportare sono severissimE e prevedono, l'espulsione e il declassamento immediato dall'ordine degli osservatori, dato che il loro intervento influenzerebbe irrimediabilmente il "corso degli eventi". Le mie cronache fedeli, e imparziali rendono testimonianza della cancrena che avanza nel corpo "sano" della società. Noi osservatori siamo i fedeli scribi chamati al capezzale del moribondo, per descrivere "oggettivamente", lo stato di avanzamento del processo di disgregazione, decomposizione, corruzione, morte, e di come la morte crei varchi sempre più ampi e non più ricomponibili nella difesa e integrità dell'organismo oggetto di studio e di indagine. Tanto più si scende nei sublivelli, tanto più raccapriccianti sono gli eventi a cui tocca assistere. Io sono ligio a quanto previsto dallo statuto degli osservatori, anche se a volte la tentazione di intervenire diviene intollerabile. Quando questo accade, mi ritiro nelle mie stanze e soffro atroci pene interiori. Finora mi sono sempre astenuto dall'intervenire, anche perchè mi rendo conto che il mio intervento non sarebbe equilibrato. Mi sarei sempre e comunqe schierato dalla parte della morte, come unica misura di igiene contro tanto sfacelo imperante. Scendere nei sublivelli più profondi può essere pericoloso, ci si può trovare in guai seri, e dato che io, per risparmiare, mi muovo senza rete, raramente scendo sotto il livello 128 e mai oltre il 512. Per quello che devo documentare va più che bene.
È quasi sera. Torno indietro. Ho catturato molte "immagini", ho molto materiale da archiviare, lungo la strada di ritorno, come all'andata, cammino a piedi nudi perchè mi piace sentire la sabbia e i sassi a contatto della pelle e perchè non voglio sciupare i miei sandali e mentre sono proprio su uno scoglio particolarmente aspro incontro, di nuovo, n7.
n7: "che va a fare al castello?"
n: "vado per una nuova partita di pesca, insieme a tutti gli altri soci del P.R.C., in fondo siamo un piccolo gruppo di snob."
n7: "ah! ma allora ci sono anche persone famose."
n: "ho detto snob, non vipS. Insomma siamo un gruppo bislacco e svampito di ambientalisti puritani e bacchettoni, sempre pronti a montare in cattedra per criticare e pretendere l'autocritica di chiunque si comporti in maniera non conforme a quanto previsto dal codice etico e morale, ma non ci critichiamo mai tra noi. Siamo un gruppo di vecchi saggi senza macchia e senza paura..."
n7: "posson venire anch'io?"
n: "non credo che questo sia possibile. Bisogna fare domanda e sostenere un colloquio difficilissimo sulle proprie convinzioni etiche, politiche ed economiche, poi una volta accettati bisogna superare un difficilissimo periodo di prova in cui si testano le capacità individuali fisiche e psichiche. Durante questo periodo lo stress a cui si è sottoposti permette di "cancellare" le proprie convizioni radicate e di assumerne altre più nuove e più moderne."
n7: "... io dicevo come membro esterno."
n: "spiacente, ma non sono ammessi esterni, anche perchè facciamo riti esoterici segreti a cui non è permesso assistere."
n7: "ma lei vuole proprio soffrire!"
n: "... non capisco"
n7: "ha i sandali e cammina a piedi nudi su questo scoglio così pieno di asperità e spunzoni."
n: "... no, è che fa bene alla funzionalità del piede. Il piede è una delle parti più complesse del corpo, è composto da circa 15 muscoli e 27 ossa, e camminare sulla sabbia e su un terreno accidentato, costringe il piede a una benefica e salutare ginnastica. In secondo luogo Le ricordo che per... ottenere qualcosa bisogna soffrire."
n7 "si, ma qui è una sofferenza continua in tutto!"
n: "del resto questo esercizio solo apparentemente fa soffrire, perchè, come diceva quel tale, "... bisogna soffrire di più per soffrire di meno". Ecco questa è una sofferenza che diminuisce la sofferenza. Lo provi."
n7: "mha..."
n: "la prego, non dica niente altro, per questa sera abbiamo già discusso di temi filosofici e scientifici e umanistici. Le sue controdeduzioni le serbi per il prossimo incontro, e se teme di dimenticarle, le scriva pure sul 'block notes'"
Passeggiando.
n7: "E andato al castello? È un bel posto, non le sembra?
n: chi è questa? Non ricordo di conoscerla. Inconvenienti del successo. Veramente io sto venendo dal castello. Ho una casa in un luogo che era originariamente un villaggio di pescatori, vicino ad un castello rimasto integro ed intatto, e che ora è un posto per VIPS. Io e la signora qui presente andiamo in direzioni diametralmente opposte, pur incontrandoci in un luogo "intermedio", che può sembrare un luogo di identità perdute. Però io vado, in visita all'inferno, lei, provvisoriamente, in paradiso... solo provvisoriamente, perchè io stasera me ne ritorno in paradiso e lei se ne torna all'inferno. Vivo sul mare, e quando dico sul mare intendo proprio sul mare, dato che dalla mia finestra il mare è a 4 metri.
In fondo la mia vita è frugale. Un piccolo appartamento a picco sul mare, in un luogo esclusivo, tanto lavoro, pochi piaceri. Sono quasi un asceta. Vivo immerso nell'opulenza, guardo al lusso degli altri, e tanto basta a soddisfare le mie piccole voglie. È un piccolo agglomerato di case, fuorimano, rimasto così chissà da quanto tempo. Forse è disagevole raggiungerlo, ma è un disagio a cui non rinuncerei per nulla al mondo. È bello d'estate con il mare calmo e la musica soave della risacca che mi culla per tutta la notte; ancora più bello d'inverno, quando il mare mi sommerge con il rombo del tuono.
"Si signora, un posto davvero splendido. Lei che fa? Va ora?"
n7: " si sto andando proprio ora, lei da quanto era lì?"
n: "da ieri sera... sono andato a pescare"
n7: "non vedo le canne. Ha preso qualcosa?"
n: "le ho lasciate lì, in un capanno. Si abbiamo preso un gronco di 40 kg e qualche orata"
n7: "che meraviglia!... ma non vedo i pesci"
n: "no... È che appena pescati li ributto a mare"
n7: " che peccato!
n: "faccio parte di un gruppetto di pescatori sportivi, che ha a cuore l'ambiente. Facciamo attività di ripopolamento del mare ributtandoci quel che peschiamo, così ci divertiamo e allo stesso tempo conserviamo l'ambiente. Facciamo parte dell'associazione P.R.C. (pesca, ributta, conserva). Perchè non si iscrive anche lei?
n7: "io? no, non ho la costanza e la preparazione politico-culturale-spirituale per una cosa del genere, eppoi io il pesce lo mangio... non riuscirei mai a rimetterlo in acqua... vado matta per i prodotti ittici... anzi perchè qualche volta non mi fa dono del pescato?"
n: " non me lo chieda ... per favore ... va contro la mia coscienza di classe e i miei principi etico-morali."
n7: "no... no era soltanto per dire... stavo solo scherzando, si vede che è 'uomo di principi'
n: "ah! era solo uno scherzo. Sono davvero risollevato. Sapesse quanti chiedono, si raccomandano... persone insospettabili... comunque adesso la saluto. Si è fatto tardi. Arrivederci."
n7: "arriverderci. Spero di non averla importunata... Avrebbe potuto dire: "perchè non si fa gli affari suoi?"
n: "perchè avrei dovuto dire così? un po' di buona conversazione è sempre piacevole, eppoi è un impegno nel sociale... lei d'altronde è una persona talmente gradevole..."
sono riuscito a sganciarmi. Che noia umhff. Non potevo mandarla a cagare, un uomo pubblico certe cose non può proprio farle, ogni testa è potenzialmente un voto, come diceva il mio maestro!
Comunque eccomi qua, in viaggio verso l'inferno. L'abbigliamento è adeguato al luogo di destinazione. Bermuda, maglietta, occhiali tipo matrix e niente altro.

inferno
Mi siedo e osservo gli strani individui che lo popolano e per i quali ho anche una certa simpatia. Accessoriatissimi a tal punto che mi sento un poveraccio. Ombrelloni, sdraio, lettini, asciugamani, borse sintetiche coloratissime (quelle che al primo raggio di sole perdono il colore e al III giorno sono da buttare), creme emolienti, abbronzanti, pre e dopo doccia, tavolini, sedie, palloni, racchettoni, bocce, tovaglioli, tovaglie, piatti bicchieri, posate ... tutto rigidamente in plastica. Visti da lontano sembrano colonie di formiche in fila indiana, ognuno con il suo fardello. Anche i più piccoli, portano qualche cosa, basta solo questo ad inquinare il mare. Ognuno si porta la sua piccola petroliera personale. Bisognerebbe proporre un referendum per sostituire il petrolio e i suoi derivati con la canapa indiana. Non sono favorevole, voglio dirlo subito, alle droghe pesanti, leggere o medie che siano, anzi sono fermamente contrario, anzi contrarissimo, ma la canapa indiana non può essere ridotta solo a questo. È una pianta che cui si può fare praticamente tutto. Potrebbe essere un valido sostituto del petrolio e non riesco proprio a capire perchè il fatto che qualche imbecille la fuma, inibisca tutti gli altri usi. Cazzo, si riesce a fare l'alcool denaturato, non capisco perchè non si può riuscire a fare la canapa denaturata. Io, per me, darei l'ergastolo a chi la fuma, ma sono favorevolissimo a tutti gli altri impieghi. È la cosa giusta da fare. Devo, anzi voglio, nella prossima legislatura, impegnarmi a "ingaggiare battaglia" su questo tema.

sabato 14 maggio 2011

"Un Capitano.
Un capitano di una nave, in una notte buia e tempestosa si inoltrò in un canale non riportato sulle carte, colmo di scogli, secche e fortissime correnti, senza l'aiuto di un faro o di strumenti di navigazione. Contando sull'intero equipaggio, il capitano usò tutta la sua esperienza, e il sapere accumulato in lunghi anni di navigazione.... Non è dato sapere se il capitano e il suo equipaggio coraggioso riuscirono a salvarsi. Certo è che se il capitano avesse perso la nave e la vita, il suo fallimento avrebbe provato soltanto l'erroneità della rotta scelta; se, invece, fosse riuscito a superare lo stretto, il sucesso avrebbe provato solo che non si ebbe collisione in nessun punto.
Dice il saggio: nulla si dovrebbe dire sulla sicurezza delle acque attraversate o quanto vicino ad infrangersi o insabbiarsi fosse, in ogni dato momento, la nave del capitano."

mercoledì 27 aprile 2011

La moderna civiltà industriale condanna i suoi membri alla tristezza e all'infelicità. Del resto il paradigma cristiano stesso, su cui la civiltà occidentale poggia, non permette altre possibilità: tutto ciò che è fallito aveva possibilità e speranza di riuscire;
tutto ciò che è riuscito, quello che ha retto "la prova della storia", è miseramente fallito.

venerdì 14 gennaio 2011

Scrivere per contratto. Mostrare destrezza - abilità - e "confidenza" con le parole.
Saperle trattare e conoscerle come operaio specializzato il tornio: escrescenze manipolabili. Un fallo abnorme e deforme - incapace mutazione genetica cancerosa - fuori sintonia per comporre canti come le balene. Essudare piccoli pezzi di metallo duro, monosillabi, lettere da collegare tra loro in una macrostruttura a doppia elica.

martedì 25 maggio 2010

Vitamin Cocktail Fruit (preghiera notturna senza recriminazione finale)

Dio, Dio mio fai cadere su di me il tuo sguardo benevolo, proteggimi dai malvagi, fai in modo che quando attraverserò la famosa "valle della Morte" non dovrò temere alcun male e ricordati che 
Io sono un giusto. 
Prova evidente è che se mi chiamassi Adamo invece che Roberto e
fossi nato tanto, ma tanto, tanto - tre volte tanto - tempo fa,
noi, tutti noi, saremmo ancora nel paradiso terreste o, se preferite, eden, perchè..
IO ODIO LE MELE.



sabato 3 aprile 2010

Hey hey, my my
Hey hey, my my
Rock and roll can never die
There's more to the picture
Than meets the eye.
Hey hey, my my.

Out of the blue and into the black
You pay for this, but they give you that
And once you're gone, you can't come back
When you're out of the blue and into the black.

The king is gone but he's not forgotten
Is this the story of johnny rotten?
It's better to burn out 'cause rust never sleeps
The king is gone but he's not forgotten.

Hey hey, my my
Rock and roll can never die
There's more to the picture
Than meets the eye.

lunedì 29 marzo 2010

 Mrs. Robinson.
And here's to you, Mrs. Robinson
Jesus loves you more than you will know (Wo, wo, wo)
God bless you please, Mrs. Robinson
Heaven holds a place for those who prayÝÂ

(Hey, hey, hey...hey, hey, hey)

We'd like to know a little bit about you for our files
We'd like to help you learn to help yourself
Look around you, all you see are sympathetic eyes
Stroll around the grounds until you feel at home

And here's to you, Mrs. Robinson
Jesus loves you more than you will know (Wo, wo, wo)
God bless you please, Mrs. Robinson
Heaven holds a place for those who prayÝÂ
(Hey, hey, hey...hey, hey, hey)

Hide it in a hiding place where no one ever goes
Put it in your pantry with your cupcakes
It's a little secret, just the Robinsons' affair
Most of all, you've got to hide it from the kids

Coo, coo, ca-choo, Mrs Robinson
Jesus loves you more than you will know (Wo, wo, wo)
God bless you please, Mrs. Robinson
Heaven holds a place for those who prayÝÂ
(Hey, hey, hey...hey, hey, hey)

Sitting on a sofa on a Sunday afternoon
Going to the candidates debate
Laugh about it, shout about it
When you've got to choose
Ev'ry way you look at it, you lose

Where have you gone, Joe DiMaggio
A nation turns its lonely eyes to you (Woo, woo, woo)
What's that you say, Mrs. Robinson
Joltin' Joe has left and gone away
(Hey, hey, hey...hey, hey, hey)

mercoledì 20 gennaio 2010

LA STANZA DEI BOTTONI.

Dialogo a tre col morto.

II POSTULATO: 
"Quando si parla di cose "importanti" si arriva immancabilmente alla stanza  dei   bottoni"

N2097152: "...La casa cresce. Quando l'ho comprata sembrava andare bene, poi, man mano cresce... Si acquistano cose diverse... da giovani avevamo solo la radio... invece. adesso... la lavatrice, la televisione..."
N1048576: "Si, si... è per questo che non ho mai voluto il computer in casa..."

N2097152: "... Io poi ho conservato l'abitudine a leggere, e ho librerie piene di libri".

N1048576: "... non lo dica a me, io i libri, addirittura, li regalo".

N2097152: "... comunque il computer è importante, e poi occupa poco spazio. Pensi che io l'ho messo in uno spazio così! Oggi esistono i portatili. Il computer fa vedere davvero che siamo ormai nel famoso "villaggio globale..." ... e la  realtà che esprime è ormai quella vera... mentre quella che noi viviamo normalmente, quella che viviamo adesso discutendo è falsa. I termini si sono ribaltati: la realtà ... quella virtuale è diventata reale e quella reale è diventata virtuale... Oggi è possibile acquistare da tutto il mondo restando comodamente seduti alla poltrona di casa. L'altro giorno ho trovato un film italiano che mi interessava, pensi, addirittura in Canada. In italia non si trova più e invece si trova in un paesino del Canada... Poi io non la uso tanto, ma mio figlio, che vuole uscire dalla "massificazione"... pensi che fa delle vacanze in posti esotici, sperduti, difficili da trovare. Si fa queste vacanze, anche se sta un mese e poi torna a vivere qua... che senso ha..., ma parliamo del motivo per cui ci siamo riuniti,, che, caro N1048576, le abbiamo fatto perdere parecchio tempo... certo che Lei viaggia sempre molto.... caro n siamo stati molto fortunati ad averlo qui con  noi in questa occasione... anche se, ultimamente, ha rallentato la cadenza dei suoi viaggi".
N1048576: "Si è vero, viaggio meno... l'ultimo capodanno sono rimasto qui in casa e ho passato l'ultimo dell'anno insieme ad una cara amica. Ho scoperto che il posto dove si sta meglio è la casa..."
N2097152: "... e si... in Italia si sta proprio bene. Io a capodanno sono stato ad un concerto. Mi piace andare a teatro e ai concerti... e poi, pensi un pò Lei, all'uscita, intorno alla mezzanotte hanno offerto anche da bere... basta con le cene pantagrueliche di fine anno... una bicchierata e via..."
...
...
...
n: "è finita... ahhhhhhhh!!
Epilogo.




N2097152: "... ha visto cosa stanno facendo? Si sono riuniti a C., che pagliacciata. Lo hanno fatto  lì per dare maggiore risalto. Potevano farlo qui in città, abbiamo posti bellissimi, invece no! Sono dovuti andare a C.
N1048576: "... a si ci sono posti meravigliosi da noi, ad esempio M."

N2097152: "io li ho pure votati".
n: "Si è pentito?"

N2097152: "Ma che pentito! in fondo hanno ragione... bisogna mettersi in testa che le tasse le devono pagare tutti. Non possiamo andare più avanti così".
n: "si, ma la piccola impresa?"
N2097152: "Si devono mettere in riga! Io sono un dipendente e ho sempre pagato fino all'ultimo centesimo di tasse, così devono fare pure loro... bisogna essere severi."
 N1048576: "... si, bisogna fare come il padre... quando si hanno debiti, non si compra l'automobile".
N2097152: " Perchè io devo pagare tutto e loro no?"
n: "è il solito serpente che si mangia la coda. Le imprese evadono perchè le aliquote sono troppo alte, lo stato mantiene aliquote elevate perchè c'è troppa evasione. È così che si è costituita una oggettiva alleanza tra stato e imprese, ed è per questo che, probabilmente, nessuno fa controlli. Temo proprio che con l'andare del tempo si siano consolidati comportamenti che ormai si ritengono, se non proprio legittimi, perlomeno leciti, divenuti, oggi, dopo decenni di radicamento, difficili da eliminare".
N2097152: "Si, i controlli li fanno, ma alle persone sbagliate. Io ad esempio sono un lavoratore dipendente, faccio solo quello...e mi controllano pure! questo è il secondo anno che vengono a controllare. Per fortuna io non ho niente da nascondere... un certo grado di evasione è fisiologico, e per quello va bene..., ma il resto deve essere colpito senza pietà, non guardando in faccia nessuno... La riunione a C ha scatenato le televisioni, sono 5 giorni che non si parla d'altro. Pensi che sistema televisivo abbiamo. Io per altro non la guardo mai, ... sa, ho conservato l'abitudine a leggere."
 N1048576: "La nostra televisione, rispetto alle altre ha una qualità inferiore, però è divertente. Le altre tv europee hanno programmi molto più di qualità, sono molto più serie, la nostra però è divertente."
N2097152: "I programmi delle altre tv noi ce li sognamo... o meglio, i programmi di qualità li fanno pure da noi, ma ad orari impossibili. Ad esempio l'altro giorno hanno fatto un programma bellissimo su N524.288, autore che io apprezzo moltissimo, ma lo hanno fatto alle 02:30 di notte. Ecco, i programmi di qualità ci sono, ma sono messi tutti in orari impossibili. Nelle fasce orarie normali, invece, mandano solo TV spazzatura. Lo fanno perchè in questo modo istupidiscono le masse e le rendono docili da guidare".

Chi guida le patetiche masse? Ecco la cara vecchia "stanza dei bottoni". Ma dove cazzo sta questa stanza dei bottoni? bho, ... Forse in una merceria.

lunedì 18 gennaio 2010

A.A.A. Cercasi

A.A.A. Cercasi Antropologo Comunista a cui proporre interessante settore, INESPLORATO E QUASI VERGINE, di ricerca...
Swuift, Swuift, Swuift Swuift Swuift. Ding. SWUIFT e ricomincia da capo. Ondulando ondulando s'avanza da destra a sinistra e da sinistra a destra, s'arrampica avvitandosi e quando discende cola. È il signore incontrastato dello spazio bidimensionale e tiene incollati i più con la forza dell'illusione del traguardo mai raggiunto, inversamente proporzionale a quello che rimane e decresce. Con un regolo calcolatore computare le aree e calcolare quale spazi occupa e quale sopravanza e... arrivare ad  ammazzare... l'unico tempo che davvero possiedi. Quello residuo, preconfezionato a ritagli che nessuno vuole. Non si può vendere, non può essere utilizzato, è quello che dovrebbe impiegare il sonno e che invece ripete "io sono..." in un balbettio senile che infine perde senso. Può un uomo essere "felice"? Ritagliarsi piccoli lembi rosa di felicità da incollare in un mosaico di luci multicolori?

domenica 3 gennaio 2010

Limiti.
Per quanto mi sforzi non riesco mai ad andare oltre le mie sinapsi.

venerdì 18 dicembre 2009

Soluzione "Fisiologica"

Lo guardo dopo aver abbondantemente riflettuto su un testo "classico" e mi stupisco delle sue dimensioni. È un cadavere enorme e rigido, rimasto a contatto con l'aria troppo a lungo in assenza di "atmosfera protetta".
Con l'acqua scivola via, anche se rimane ritto con qualche difficoltà. Come faccio sempre quando tolgo "pesi dalla coscienza", dopo mi sento più leggero, quasi capace di lievitare.
Il corpo insegue d'appresso e impedisce alla mente di "librarsi". È zavorra che tiene l'a-erostato: non resta che sganciarla, ma non ci riesco. È come sapere "che fare?", ma non avere il coraggio e l'audacia per andare fino in fondo. È la "giusta ricompensa" per le "opere" fin qui svolte. Ogni tanto flash esplodono. La gente mi parla, ma io mi distraggo. Ero ad altezze notevoli, mentre un "cacazibetto" parlava. Voce nasale, aspetto sgradevole, esempio di perfetta corrispondenza tra fattezze e meschinità.
Ad un tratto ho pensato a come sarebbe stato bello scattare, pompando sui talloni come pistoni in un tentativo di volo planare. Mostrare che vita è oltre i piccoli gretti "trucchi" imbastiti per poter mettere via un "gruzzoletto" - pochi centesimi - per la vecchiaia, quando le membra si contraggono, la pelle "incartapecorisce" e le ossa "calcificano". Ho avuto la certezza di non poter impedire alle gambe di muoversi, lasciandolo lì a parlare ancora per qualche istante - il tempo necessario a realizzare - di amene stronzate. Avrei riso, pensavo, alla sua faccia deformata da "sepolcro imbiancato", sicuro che nemmeno l'ombra di un dubbio potrà mai attraversargli la mente - cellule, ormai, bollite e decotte -, capace di associare un piccolo gesto assoluto, puro, definitivo all'inconsistenza ed insipienza di rantoli celebrali, in modo che possa affacciarsi il pensiero: "l'ha fatto per quel che vado dicendo".
Sono un ottimista quanto ritengo che "un'offerta" da vecchio testamento possa smuovere il mondo di un povero illuso che si sente al centro dell'universo perchè "possiede" uno "spazzolino da denti usato".
È così che uno sconosciuto tenebroso si è affacciato nella parte più remota, primitiva, vitale, gioiosa del cervello e mi ha sussurrato "meglio lasciare un corpo giovane alla scienza", piuttosto che vivere una vita artificialmente allungata a dismisura e noiosa.
Allora ho saputo di essere pronto, in ogni istante, a "renderla" e ho smesso di avere paura.

martedì 15 dicembre 2009





Souvenir d'Italy

domenica 6 dicembre 2009

Suicide is Painless 
(Mike Altman and Johnny Mandel)

Through early morning fog I see
Visions of the things to be,
The pains that are withheld for me,
I realize and I can see...
That suicide is painless,
It brings on many changes
And I can take or leave it if I please.
The game of life is hard to play,
I'm going to loose it anyway,
The loosin' card I'll someday lay;
So this is all I have to say...
That suicide is painless,
It brings on many changes
And I can take or leave it if I please.
The only way to win is cheat
And lay it down before I'm beat
And to another give my seat
For that's the only painless feat.
That suicide is painless,
It brings on many changes
And I can take or leave it if I please.
And you can do the same thing if you please.