giovedì 14 maggio 2015

I figli, afasici, orribili, non ridenti o sorridenti,
ma solo ghignanti e, potenzialmente,
assassini devono pagare per le colpe dei padri?

Porca puttana, i figli pagano non solo per le colpe dei padri ma anche per le colpe dei figli di mignotta, che poi sono, anche loro, padri, madri, zii, nonni, cugini e affini!!!!

Lascia attoniti la naturalezza con cui il coro greco enuncia questa affermazione, senza giustificarla, come un postulato valido di per se, talmente evidente da non essere necessaria alcuna dimostrazione o giustificazione.
Nel senso evidenziato da P.P.Pasolini questa affermazione non può che essere vera.
Non la colpa del singolo padre paga il figlio, ma le scelte compiute da chiunque, inclusi i padri, soprattutto da quelli che le hanno accettate acriticamente e naturalmente. Le colpe di cui parla P. riguardano le scelte collettive che sembra siano state accolte da tutti, in particolare la scelta dello sviluppo consumistico a cui tutti, inclusi i piccisti, hanno aderito più o meno entusiasticamente e acriticamente. Non ha alcuna rilevanza il motivo che ha portato all'accettazione di questa scelta. L'aver individuato (erroneamente?) la povertà come la rovina principale non mitiga la pesantezza delle colpe dei padri e il costo che dovranno pagare i figli.
Lo sviluppo consumistico ha comportato la caduta delle forme culturali popolari che fino ad allora, sembra, erano separate. Le masse "popolari"(?) (leggi il sottoproletariato) vivevano in una specie di ghetto e di estraneità totale ai valori borghesi. Il consumismo ha generato una "mutazione antropologica" e una adesione coatta alla omologazione consumista da parte delle masse "popolari" (?) ["leggi sottoproletariato" che di per se è infido e traditore e di cui io, non senza un certo orgoglio, faccio parte].
A partire da ciò il paradigma da seguire, l'unico legittimato ad esistere, è quello borghese, e tutti, ma proprio tutti, a  questo si devono adeguare. L'accettazione del consumismo è la colpa, dei padri, di tutti i padri, anche dei padri piccisti e il costo che i figli, tutti i figli, anche dei figli dei piccisti, devono sostenere è, ma guarda un po', l'omologazione consumista.
Le intuizioni di P. sono, come sempre, profonde e illuminanti, con infinite capacità esplicative ... però... però se si analizzano, dopo il primo attimo di sbigottimento e smarrimento e meraviglia, più approfonditamente, nonostante il potere esplicativo che comunque rimane uno strumento importante nell'interpretazione della attuale necrosi cancerosa della cosiddetta società, appaiono contraddittorie. La non accettazione del consumismo da parte di un singolo padre, esonera il figlio dal pagare la conseguente, pesante, colpa? Forse un solo padre ha scarso peso ed è incapace di riscattare la colpa non dico dei figli, di tutti i figli, ma, almeno del proprio. Se, pero' i padri fossero 2? e se fossero 100? e se fossero 1.000? o 10.000, 100.000, 1.000.000, 40.000.000, tutti i padri meno uno? e se invece l'accettazione del consumismo, "rovina delle rovine", fosse una scelta obbligata, non nel mondo della coscienza, ma nel mondo reale? cioè se una volta che potenti ed "oscure" forze, un motore capace di imporre certe configurazioni bio-economiche a prescindere dal volere e dalle singole coscienze,  determinassero un certo stato di cose? Ci sarebbero ancora "colpe di padri"? ed i figli dovrebbero, comunque, pagarne le conseguenze? Innanzitutto bisogna individuare il piano su cui si manifestano le decisioni e si pagano le conseguenze di queste decisioni. Cioè quando P. parla di colpe dei padri le cui conseguenze ricadono sui figli sembra confondere due piani, che invece sono nettamente distinti e, direi, quasi incommensurabili tra loro. Due piani che fanno riferimento a quel che un marxista potrebbe tradurre con struttura e sovrastruttura, quel che avviene nel mondo reale e magari è favorito dall'azione da un solo padre e quel che, se pur connesso con questo, avviene nella testa degli uomini. Ripeto, un padre che avesse rinnegato con tutte le sue forze il consumismo, avrebbe evitato al figlio di pagare le conseguenze dell'accettazione di un modello tanto scellerato? Il coro greco è un coro "democratico", ma è polifonico e riguarda solo la situazione aggregata. E' per questo che è un coro e non un solista. Premesso che io nel consumismo mi sono trovato estremamente a mio agio, come un porco che si rotola nel fango e il solo pensiero di non poter più accedere in maniera facile a qualsiasi bene di cui la mia mente, corrotta e distorta, si invaghisca mi fa stare male fisicamente, pagare le conseguenze di questo fenomeno non dipende dalla sua accettazione da parte dei padri e dunque, per ciò stesso, la colpa dei padri diviene irrilevante. Queste conseguenze non sono correlate alle presunte colpe dei padri: ne sono completamente indipendenti. Dunque i figli subiscono necessariamente sempre le conseguenze delle mutazioni della "struttura" e le "colpe" o i meriti dei padri sono praticamente irrilevanti (a ben guardare, tutto ciò può essere paragonato, se si vuole essere buoni, all'influenza che il "tifo" per una certa squadra ha sull'esito della partita). E dunque: "padri, non corrucciatevi perchè ciò che pagheranno i vostri figli non dipende dalle vostre colpe".
Nessun figlio, nipote, zio, fratello, cognato e affine  può evitare di pagare le "colpe" conseguenti alle configurazioni bio-economiche che, di volta in volta si affermano, e i padri incolpevoli, non impediranno ai loro figli di pagare. I potenti, (egemonici culturalmente ed economicamente), impongono sempre le loro scelte e la loro visione della società. Perchè tutto ciò cambi radicalmente c'è solo da sperare in una trasformazione "rapida", magari agevolata dagli antagonisti (non dai piccisti o dalla materia anfibia che da questi è derivata), di quel prodotto storico sociale chiamato bio-società capace di imporre finalmente una società comunista (non piccista). Diviene allora di fondamentale rilevanza capire cosa è, come si manifesta e in che cosa differisce rispetto la società capitalistica, la società comunista. Naturalmente parlo di comunisti, non di sovietici o togliattiani o berlingueriani o della minorata minoranza di quel partito che prende il nome di PD e che, sotto un certo aspetto, è l'erede di P.P.Pasolini (nelle lettere luterane lo stesso ci tiene a distinguere, in visione speculare, gli "estremisti" dai "comunisti"), cioè dall'attuale massa marcescente e in stato di putrefazione avanzata che si trova, come residuo, micro-incrostazione che non ha neppure la decenza di scomparire sotto una qualche azione fisico-chimica energica, nel partito che oggi rappresenta meglio, essendo i sostenitori, sulla base di una mal compresa elaborazione teorica di Gramsci o, il che è lo stesso, che non tiene conto dell'evoluzione di quel prodotto storicamente determinato che è la società nel suo complesso, il famoso, famigerato e stragista capitalismo "manageriale", banchista, banchiere e multinazionalista.
Un giovane sottoproletario afasico, orribile e, potenzialmente,
ma solo potenzialmente, capace di dare una coltellata.