domenica 24 maggio 2015

Lacrime de Coccodrillo o effetti collaterali der Consumismo o dr. Jekill and mr. Hyde
Non riesco a comportarmi bene con le persone che "amo". La verità è che sono un grande egoista aggressivo, dunque sono senza senso del tempo. Aggressivo quer tanto che basta p'esse consumista. Vivo in un presente eterno, vivo la mia realtà in un universo oleografico in cui il Possesso è assente. Dico questo non per minimizzare le mie colpe, ma solo per precisare meglio. In realtà, dovrei andare in giro con un cartello, anzi due, appeso ar collo. Non avvicinatevi, sono affetto da lebbra sentimentale. Attenzione pericolo di morte interiore, non toccate fili, non baciatemi, non carezzatemi, non amatemi, non perdetevi in inutili manifestazioni di anacronistico affétto. Sarebbe come buttare in una fornace preziose, inutili, risorse, sarebbe come leccare un francobollo oppure scambiare un lager per il luogo di villeggiatura. Non sono cattivo, nel senso tradizionale del termine, so indifferente ... afasico ner fisico, "sono avvezzo a vedere morire la gente nel modo più atroce" e poi la gente mi fa ribrezzo, mi ripugna. Anche da quelli che tengono a me rifuggo. Vivo in un intorno piccolo quanto si vuole, come i punti di accumulazione, un orizzonte spazio/temporale che si esaurisce, che riesce a malapena ad arrivare al perimetro della casa dove vivo. Riconosco a fatica quelli, e solo quelli, che vivono con me, "struggente bellezza del creato", ma non chiedetemi di fare un passo al di fuori di quel piccolo mondo o di "sprecare" tempo per mantenere contatti oltre quella piccola cerchia, non ci riesco. Troppo egoista. per me quelli che stanno fuori dal "cerchio fatato", si tratti pure di quelli che mi hanno dato la vita, vivono in un incomunicabile e incommensurabile universo parallelo pure lui oleografico (che all'inizio pensavo si trattasse di grafi sulla produzione d'olio), ed io mi accontento di sapere che "stanno bene", o che comunque vivono nonostante malattie, infermità, handicap ecc. Questo è tutto. Non sento il bisogno di vederli o di sentirli. Sarebbe, per me, troppo faticoso, non sopporto di vederli, mi fa male fisicamente. Da che mi ricordo, sono sempre stato così. Sono sempre stato un mutilato sentimentale. La prima volta che mia madre me lo fece notare fu per la morte di mio nonno a cui ero profondamente legato. Era ancora un morto "fresco", il giorno, livido, del suo funerale ed io, miserabile fin da piccolo, stavo giocando con i "soldatini" in un angolo della cucina. Mia madre, comprensiva, come tutte le madri, oltre l'immaginabile mi disse: "ma non ti dispiace? e poi aggiunse subito dopo, quasi pentita... non fa niente, sei ancora troppo piccolo". No, mamma non ero piccolo, o meglio ero piccolo... ero un piccolo caimano che poteva scaldarsi solo al sole. Alle volte immagino che chi mi avvicina in un tentativo di contatto, nonostante le controindicazioni, provi la sensazione di chi si avvicina ad un animale a sangue freddo. Non sorrido mai, nè rido, semmai sogghigno... una insignificante smorfia "raggelata" sul volto di un morto. Del resto perchè dovrei ridere? Orribili pelami e capigliature hanno occupato abusivamente il mio corpo. Il viso è pallido, insano. "Resto quasi sempre in casa e sto in mutande", muto testimone del lento putrefarsi del mio corpo. Non faccio niente per gli altri, ma nemmeno per me stesso: dunque "sono".
"Sono", male, la chitara e non ho mai imparato er pianoforte.
Meno male. Sarebbe stato,
più forte che piano e come dici te caro,
"'no strazio pe l'udito e per' core",
eppure spesso vado co' le more...
Quarche vorta pure co' le bionde
e questo, oggettivo, me confonde,
ma nu me scoraggio ...semmai scoreggio.
Ne faccio tante che pure l'aria accora,
sarà stato forse er conijo a' cacciatora?
Nun credo, piustosto sarà stata a frutta matura,
che, sarvognuno, era quasi moritura.
L'ho comprata Putrefatta
ch'er fruttarolo ar negativo la baratta.
E' febbre... "febbre da fieno o da minestrone... non so". Ogni tanto ricado ner dialetto, ma adesso me so quasi ripreso!
Attenti... perchè me so rotto er cazzo e... potrei anche tirare na cortellata ar posto de na trepida nvocazione d'aiuto.