Io non redistribuisco, pulisco con detergenti naturali, "ippoallergenici", biologici, biodegradabili, non inquinanti, ma al più blandamente fertilizzanti per piante, micro-organismi ed alghe.
Stringere la mano è un gesto socio-socevole che esprime cordialità. Lo consideravo, un embrione, un seme piantato nella terra, un piccolo gesto che dichiara disponibilità verso gli altri -Il famoso "stringetevi la mano in segno di pace" nel rito liturgico-catechesico-ecumenico. Ebbene oggi è successo qualcosa che ha irrimediabilmente incrinato la mia fiducia in quel rito iniziatico. Oggi ho scoperto che dietro un gesto apparentemente innocuo, largamente usato per esprimere "pace", si può nascondere una insidia sconosciuta e largamente inesplorata. Io, come dicevo non uso carta igienica -anche a causa del fatto che mi troverrei lievemente in ansia e a disagio alla barriera "casse" nel momento dell'acquisto. Immagino che chi "scontrina" si chieda sempre se ha di fronte un colitico o uno stitico, oppure dica tra se e se a "mezza bocca" "ecco un altro cagone"... magari indotto a pensarlo dalla confezione. Io sceglierei, se fossi proprio costretto, non quella poliveli, morbida... di pura cellulosa, ma una più "seria"... magari "crespatina", come quella che si vendeva una volta, in modo da dare una impressione austera e di robusta vigoria, capace di far intendere: "evacuo, quindi sono, ma solo perchè costretto da cause di forza maggiore", tant'è cresciuta la soglia del disgusto e del riserbo-, ma preferisco lavare e racchiudo in questo piccolo gesto igiene e conservazione degli alberi, una volta appurato che uso solo ingredienti naturali. Sono uno di quei maniaci ossessivi che si fanno il sapone in casa usando solo prodotti esclusivamente naturali. Né composti chimici, né additivi, né aromi né profumi chimici ottenuti dalla frazione aromatico/alimentare dei prodotti petroliferi. Il profumo o un qualsiasi altro componente lo ottengo o tramite distillazione o attraverso l'uso di tecniche naturali. Non a caso posseggo un alambicco e tutta una serie di strumenti che mi consentono di estrarre dai prodotti naturali tutto ciò di cui ho bisogno. Dunque dicevo dopo aver "espletato" le funzioni corporali, non uso carta, anche perchè non è poi così igienica come il suo nome sembrerebbe suggerire e sarebbe stato meglio chiamarla "carta per sedere" -a costo di correre il rischio di fraintendimenti- in quantoche si limita a "redistribuire" su una zona più ampia quel che c'è e non a pulire. Questa mattina, "per necessità" ho scoperto che questo gesto, solo apparentemente utile, ha anche delle controindicazioni di una certa rilevanza o almeno capace di limitare le normali attività sociali socialmente compiute. Infatti la carta usata all'uopo si può strappare e fin qui poco male. Il tutto si risolverebbe con una superficie più o meno ampia della mano, che usualmente eroga il servizio, sporca. Niente di particolarmente sconvolgente, in mancanza di unghie, basterebbe lavarsi le mani. Non si presta la dovuta attenzione alle unghie! Questa la sconvolgente osservazione che ha cambiato il mio modo di vedere rispetto al gesto "stringi la mano" "in segno di amicizia". Chissà quanti colibatteri fecali vengono scambiati con il simpatico, primo, gesto che si scambia in un incontro. Guardo alle "unghie sporche" con sospetto e in modo nuovo e diverso ed ogni volta mi chiedo: "quanta materia organica anfibia trattengono"? Le più insidiose e pericolose sono quelle delle donne per maggiore "propensione marginale alla rottura della carta, lunghezza e "pittura" che non lascia vedere "cosa c'è sotto". Quando qualcuno avanza, come un serpente, la mano in cerca di un gesto sincronizzante, io la lascio penzolare come un abito steso ad asciugare e guardo attentamente alle unghie, poi prendo il mio simpatico interlocutore per la collotta e scuotendolo energicamente gli chiedo: "TU, DOPO CHE VAI IN BAGNO, TI PULISCI CON LA CARTA IGIENICA O TI LAVI?"