Vita Quotidiana
Non interessa alla pubblica opinione, e non è mio compito, in quanto umile testimone, enorme occhio collettivo indagatore su vicende private pruriginose e/o sanguinolente -giornalista di razza di cronaca nera, unica categoria, ormai, di “veri giornalisti”- sapere quali motivi hanno indotto n ad adottare i comportamenti che lo hanno portato a questa tragica fine. Quel che conta è che, dolorosamente, questi comportamenti hanno originato un nuovo, ulteriore, grave fatto di sangue, hanno generato un ulteriore -l'ennesimo- intervento preventivo/umanitario di pace, un intervento chirurgico necessario, ancorché doloroso, ad evitare ulteriori eventi delittuosi. I fatti dicono che n è sempre stato ribelle, asociale, deviante, un mutante oggettivamente destinato a creare disordini, uno che mal sopportava gerarchia, regole e controllo. Questi sembrano essere i motivi che lo hanno spinto verso una situazione senza via d'uscita. Alle ore 21:00, nonostante, avesse ricevuto diversi avvertimenti, come tutti i testimoni concordemente ricordano, si trovava ancora nella corsia del supermercato che ha definitivamente messo radici di fronte alla sua casa... a circa 20 mt di distanza... a meno di 5 min. Il tempo necessario per andare dal suo appartamento, dal luogo in cui abitualmente viveva in condizioni di precarietà e sporcizia, al rinomato, patinato centro commerciale di zona. Un vigilantes del centro commerciale riferisce di averlo visto già alle ore 19:00, essendo n personaggio noto agli ambienti supermercateschi, cioè ben due ore prima della chiusura. N era un assiduo frequentatore del centro. Si ritrovava lì ogni volta che aveva a disposizione qualche ritaglio di tempo libero, tant'è che il responsabile del centro lo conosceva perfettamente, milioni di volte aveva visto la sua faccia e avuto a disposizione le sue impronte digitali, ed in più di un'occasione lo aveva invitato a non frequentare il centro, in quanto persona sgradita. I vicini ne parlano come di una persona isolata con cui era difficile “familiarizzare”, non aveva nessuna relazione stabile, non aveva figli e, neppure, genitori ancora in vita. Insomma il classico filo slegato, uno che continuamente criticava tutto quel che casualmente capitava sotto il suo sguardo miope.
Ma chi era n? Un Impiegato con contratto a termine in un anonimo call center; di media cultura, laureato in economia -indirizzo economico- con lode presso un'università di provincia e poco prestigiosa, in epoca -preistorica- in cui ancora qualcuno si ostinava a proporre piani di studio personalizzati, avendo la presunzione di saperne di più dei suoi docenti su quel che gli occorreva; uno che aveva sempre avuto da ridire su tutto, fazioso, estremista, bilioso, antipatico, incline alla polemica e alla rissa, insomma un gran rompiscatole. L'epitaffio sulla sua tomba potrebbe essere: “visse una vita da coglione, appagato solo da scontento”. Uno di cui certamente non si sentirà la mancanza e chi ha avuto lo sgradevole compito di porre fine alla sua “stupida, piccola, inutile vita” ha fatto un favore all'umanità intera. Da giovane era stato un promettente scacchista in erba, uno studente brillante, solo che la sua luce era priva di quello smalto -lo strato lucido e patinato- che rende le persone speciali, era un autorevole angelo caduto in disgrazia, uno che aveva “tutti i numeri” per “arrivare” e che invece aveva malamente sprecato la sua vita. Insomma uno di quelli che pur avendo le potenzialità per riuscire, sembrava essere “geneticamente” predisposto perdente e mutante. Un “perdente” congenito, sempre scontento, triste e schivo... uno “sfigato” . E dire che problemi seri non ne aveva mai avuti. Era uno di quelli che sembravano dotati di quel magnetismo animale capace di attrarre le donne naturalmente, probabilmente per questo suo aspetto caratterialmente cupo, in grado di mostrare la parte oscura di se. Come si sa le donne, sempre in costante ricerca del più..., del principe azzurro, anzi blu tendente al nero, sono attratte da qualsiasi deviante nullità, il loro cuore “batte sempre per il peggiore”. Qualsiasi uomo avvenente, capace di mostrare anche un solo aspetto non omologante -situato permanentemente sulla coda di un “pan di zucchero”- capace di mostrare sicurezza, spigliatezza, estro e devianza ha sempre schiere infinite di piccole, inutili, stupide donne che credono di aver trovato, finalmente, dopo tanta, faticosa, accurata ricerca, il “loro” personale principe più o meno azzurro da esibire nelle feste paesane e con le amiche, magari, per farle schiattare di invidia. Perchè n abbia fatto una scelta così definitiva è difficile dirlo. Probabilmente un ultimo tentativo di rivolta, oppure un infelice modo di mettere definitivamente fine alla sua tormentata, inutile, oscura, perversa esistenza. Non sarà mai dato saperlo, essendo l'unica possibile persona in grado di dare risposta a queste domande, definitivamente “andata”. Pertanto non rimane che esporre i soli nudi fatti.
Alle ore 19:00, dopo una telefonata alla sua sgrinfia del momento, n esce di casa e si dirige al supermercato. Per la strada incontra n2 con cui scambia, al volo, 2 chiacchiere e qualche trita battuta e alle 19:04 è nel parcheggio del supermercato, prende un capiente carrello della spesa ed entra. Qui gironzola un po' tra gli scaffali e si avvia con passo deciso verso la reception, il bancone di servizio per richiedere l'ennesima una nuova tessera. Qui nasce un primo alterco con la persona addetta al pubblico. Sembra che n negli ultimi 4 mesi abbia richiesto 57 nuove tessere, motivo per cui l'esecutivo del centro commerciale ha deciso di “sospendere” le sue numerose tessere e di non fornirne di nuove. La breve discussione si conclude con la frase “spocchiosa” di n: “poco male, tanto non le ho mai utilizzate”.
All'interno del supermentecatto, c'è la registrazione audiovisiva completa delle sue ultime due ore – e non solo. n sembra soddisfatto, tranquillo e rilassato. Gli acquisti che fa sembrano molto oculati, anche se risulta essere un po' indeciso. Alle 20:50 primo avviso di chiusura: “si informa la gentile clientela che il supermercato chiuderà alle ore 21:00. Si invitano pertanto i ritardatari ad avviarsi alla barriera casse e a lasciare senza indugio alcuno il nostro centro commerciale”. n sembra volutamente trascurare l'annuncio e continua a cincischiare con le confezioni nella corsia pane e biscotti industriali, legge sulle etichette gli ingredienti e le informazioni, le soppesa, prova a sentirne l'odore e poi immancabilmente le lascia cadere in un settore diverso da quello di appartenenza, generando una indescrivibile confusione che irreprensibili commessi dovranno poi rimettere in ordine. In diverse occasioni n era stato energicamente redarguito per questo suo irresponsabile comportamento e la sua risposta, invariabilmente, è sempre stata: “lo facevo per dare il mio contributo all'occupazione degli impiegati all'interno di questa deliziosa struttura”. Nel suo carrello è presente solo qualche verzura, poca pasta e l'immancabile confezione da tre di birra. Continua a gironzolare ancora per il centro -“Di un tale “cliente” il centro commerciale farebbe volentieri a meno”-, senza nessuna intenzione di acquistare qualcos'altro, mentre il secondo avviso responsabilizza, diffida e mette in mora gli eventuali acquirenti dell'ultima ora. Da questo momento in poi tutti, ad eccezione di n si affrettano verso la zona franca delle casse, ma lui no. Lui, invece, quasi avesse già deciso di interrompere definitivamente il suo viaggio esistenziale, una volta accertato il suo fallimento, continua con noncuranza a bighellonare tra gli scaffali e le corsie e soltanto l'annuncio della chiusura definitiva dell'ipermercato lo coglie visibilmente preso dal panico. È ora e soltanto ora – quando ormai è definitivamente troppo tardi- che inizia a correre... troppo tardi... uno dei vigilantes, con anfibi, divisa e cappello da cowboy, si accorge della sua presenza e, quasi in una scena rallenty, lo si vede impugnare la pistola con entrambe le mani, assumere una posizione in equilibrio più stabile, spostando il baricentro verso il basso, divaricando leggermente le gambe e flettendo le ginocchia, cercare la linea di tiro tra il mirino e il bersaglio e fare fuoco. CENTRATO AL PRIMO COLPO. I più vicini a robocop -lo ricorderanno per sempre con lo sguardo raggiante acceso da vivida luce-, lo sentiranno sussurrare frasi apparentemente sconnesse: “sono un lupomannaro assetato di sangue... sono troppo forte... l'ho seccato al primo colpo... magari capitassero tutti i giorni schizzati come questo da “freddare””, poi soffiare sulla canna ancora calda, fare una giravolta su se stesso con aria sognante da ballerino di tip tap ed allontanarsi camminando a mezzo metro dal suolo per andare ad aggiornare la sua scheda personale degli obiettivi/bersagli. Dall'autopsia praticata immediatamente dopo l'esplosione dei colpi nell'obitorio del centro commerciale, si può leggere: “Unico proietto esploso dal “fuoco amico” ha prodotto un minuscolo foro -come quello di uno spillo- di entrata nella nuca, all'altezza della prima vertebra cervicale ed un foro di uscita di dieci cm. all'altezza dell'orbita sinistra, quella preferita da n, spappolando il cervelletto, l'ippotalamo, il centro del piacere e della libido nonché il lobo frontale”. Risulta impossibile il “ripristino” dell'individuo -ottanta chili di carne insaccata spappolata- identificato con la lettera n. All'arrivo in obitorio, a 70 mt. dal luogo dell'incidente, risultava mancante metà materia celebrale. La porzione mancante si ritroverà sul luogo “dell'incidente” e solerti commessi saranno obbligati -sarà loro obbligo e cura- a pulire al fine di non turbare in alcun modo gai pensieri dei potenziali acquirenti. Qualcuno avanza l'ipotesi che n abbia volontariamente lasciato metà della sua materia grigia sul pavimento, al fine di dare un ultimo ed estremo contributo alla occupazione degli inservienti in questo benedetto luogo privato di pace, benessere e prosperità”.