Shakespeare in love... è una cagata pazzesca!
"Conoscendo pochissimo della vita di S. ognuno se la può
inventare come vuole. Il film è una ignobile, falsa, ricostruzione della genesi
della commedia di Romeo e Giulietta, infarcita però di riferimenti veri, seppur
totalmente decontestualizzati, come nelle migliori diaboliche menzogne. Vi
sono molte discrepanze e molti falsi tra la vicenda narrata nel film e quel che
si conosce della vita di S., incluso l’ordine nel quale sono state scritte le
sue opere, inclusa l’opera stessa da cui trae origine il film (che è stata
scritta tra il 1594 e il 1596 e non nel 1593) e “La dodicesima notte” che fu
composta molto in seguito (intorno al 1601). Arbitraria e “non galeotta” è
stata anche la caratterizzazione dei personaggi della storia, come l’impresario
P. Henslowe e gli attori E. Alleyn e R. Burbage. Tra gli altri falsi ve ne sono
alcuni davvero fuorvianti e mistificatori che vale la pena ricordare:
La storia. Nel film
la storia di Romeo e Giulietta viene ‘inventata’e modificata mentre la si sta provando
in teatro, un vero e proprio working in progress, e viene addirittura cambiato
il finale … nel finale. In realtà S. copiò la storia dallo scrittore Della
Porta che, si ispirò alla tragedia greca di “Piramo e Tisbe” e a cui si
ispirarono anche G. Boccaccio e G. Chaucer;
la morte di C. Marlowe, stupidamente ‘rielaborata’…
cioè è vero che Marlowe muore in una rissa in una locanda, ma si tratta di una
rissa sorta per il pagamento del conto, non perché il povero S. fornisca “generalità”
false a Lord Wessex. Del resto è quello che un po’ accade anche oggi: il primo
dice: “no, pago io…” il secondo dice; “no, pago io…”, solo che nel 1500, “quasi
1600” la trama del litigio era: “no, paghi tu…”, “no, paghi tu…”;
Un altro esempio stravagante di falso storico sono le piantagioni
di tabacco. Non vi era alcuna piantagione di tabacco in America alla fine del
XVI secolo! Solo a partire dal 1610 sorgeranno le prime piantagioni di tabacco
in Virginia."
Giudizio sul film. È una vera porcheria. Un film meramente “estetico”, o meglio
ancora, un film enteroclismico da viaggio, un esempio di delirium tremens dove
è possibile calpestare tranquillamente le persone, non quelle che in una
metafora corporea sono la mente (i monaci, i sapienti, gli “artisti”), non gli
arti (i guerrieri), non l’apparato digestivo/escretore (gli amministrativi), ma
quelli che sono sotto i piedi e che è bene che lì rimangano. Sia ben chiaro le angherie e le prepotenze sono sempre, purtroppo, esistite nell'intera storia del genere umano, ma nel film vi è un ulteriore salto di qualità. L'angheria e la prepotenza vengono accettate come ineluttabili e immodificabili anche da chi le subisce (un'inedita rappresentazione del seviziato tenuto nella scatola nel film "Pulp Fiction"). Nel complesso il film
e il messaggio che veicola è orribile, ma non si ode nessun lamento, non vi è
nessuna reazione … nessuna critica solo commenti estasiati estetizzanti sui costumi, il
colore e qualsiasi altra amena stronzata. Non suscita la benché minima reazione
in quell’ammasso idiota e acefalo che è l’insieme degli spettatori, l’equivalente
eunuchismico generale: come infilare un ago sotto le unghie di un cadavere, rappresentazione
putrefatta di quel che ormai è quel che resta del corpo sociale in avanzato
stato di decomposizione. Si tratta di un film reazionario, anzi un film passivo
e rinunciatario, dove la gente è completamente succube dei potenti e tutto ciò non
suscita la minima reazione di indignazione. Un film per famiglie degeneri… un film
in cui la gente viene trattata come pacchi postali e spostata e seviziata a
piacimento di pochi potenti di passaggio.
Un film rinunciatario adagiato sui potenti e senza nemmeno un anelito di
ribellione
Archetipica e di comodo, infine, la frase pronunciata dalla Regina alla fine del film:
"ciò che Dio ha unito, nemmeno io posso disgiungere". Caricatura
macchiettistica dell’intera triste classe politica attuale. È paradossalmente
comica questa frase, come l’alibi, ricostruito in laboratorio, di un omicida, sulla
bocca di una che è stata la figlia di un pazzo schizzofrenico anaffettivo come Enrico
VIII, quello che cambiava le mogli come i fazzoletti, quello dello scisma
anglicano, quello proclamatosi Capo della Chiesa d'Inghilterra...