Un tram chiamato desiderio.
Sempre sullo stesso tram puoi "captare"
storie fantastiche di vecchie glorie
e di nuove, moderne, profittevoli realtà,
che nulla lasciano al caso
nella loro desolante azione di
strangolamento "lento", "dolce",
"continuo" e "sistematico".
Devi solo sintonizzare
le tue personalissime antenne
su una speciale lunghezza d'onda
per poter dire:
"Io so i nomi dei responsabili...
Io so. Ma non ho le prove.
Non ho nemmeno indizi..."
La Via A è una strada intrisa di storia. È una antica via consolare iniziata dai Romani intorno alla metà del III secolo A.C. Una vecchia gloria passata di cui rimangono soltanto le auto che la attraversano. È una bella strada, piena di sole, e con l'aria che sa già di mare. Insomma una "via di fuga" verso immaginarie, esotiche, passate epoche. Si, percorrerla era, fino all'altro ieri, come fare un viaggio a ritroso nel tempo, magari uno di quei famosi "buchi neri" di cui tanto si ciancia. Oggi ha perso gran parte del suo fascino, con la modernizzazione, lo svecchiamento e la costruzione, parallela e quasi alla stessa distanza della gemella rotaia in un binario ferroviario, di un troncone di AUTOSTRADA. L'autostrada, da buon grande fratello, per un lungo tratto la costeggia, la corteggia, la blandisce, la addomestica, la svilisce la asservisce e, infine la pone definitivamente in secondo piano amputandola nella sua funzione principale, quella, appunto, di strada, eliminando la viabilità, secondo quel che ormai sembra essere un continuo ripetersi in una infinita autoreferenzialità dell'immancabile schema "problema-reazione-soluzione". Non si discute più, si creano i problemi andandoli ad innestare magari su realtà preesistenti in modo da creare un ammasso colloso ed indistricabile in cui non è più possibile capire niente, impastando ad arte "menzogna/verità" per poi "offrire" soluzioni "misteriosamente" orientate agli "affari".
Amministratore delegato: "Una volta costruito un nuovo troncone autostradale, è necessario che accolga "tutta" la viabilità a prezzi congrui, perchè altrimenti che senso avrebbe aver speso tutto il denaro che è stato necessario per avviare una nuova "tratta..." È evidente che perchè si possa ripetere, l'operazione deve dare profitti, altrimenti chi più investirebbe -non necessariamente in prima persona in un ottica di intervento/non intervento, nella cultura multicolore dell'"united of corporation", veicolata peraltro attraverso shock-anti campagne pubblicitarie.- in tali opere? È necessario, pertanto, a tutela degli investimenti fin qui effettuati e del patrimonio costituito, sia in termini di "flusso che di stock" dare un segnale forte di apprezzamento per le opere sin qui svolte. È chiaro che per questo saranno ricompensati -un tot- per il loro intervento tutti i comuni sui quali "il manufatto" si "dipana" ed "insiste"... "del resto non siamo comunisti...".
Rappresentante Sindaci riuniti nel cartello degli insistenti "dipanati": "... e quanto sarebbe questo tot? Sa, io non lo dico per me, ma per i comuni coinvolti che vedono in me un esempio notevole di pragmatismo, governance ed energia concretamente inpiegata nella risoluzione di conflitti, controversie e problemi.
Amministratore delegato: "Su questo possiamo immaginare in maniera concertata un accordo che preveda un fisso e una percentuale dei nuovi introiti... che so un 5%, "trattabile";
Rappresentante Sindaci riuniti nel cartello degli insistenti "dipanati": "Capisce Amministratore che noi ci esponiamo per il bene delle comunità locali al fine di reperire nuove risorse che consentano ulteriori sviluppi futuri in un quadro di sinergie sempre crescenti ed integrate con il mondo dell'impresa inserito in un contesto globalmente globale".
Amministratore delegato: "Capisco il suo punto di vista e in virtù di questo futuro convergente interesse comune, nell'ottica dello sviluppo economico globalmente globale possiamo portare la percentuale ad un 6% lordo con un "start up" iniziale di 1.000.000,00 di n per ciascuno dei Comuni coinvolti, oltre, naturalmente alle royalties per i singoli Sindaci.
Rappresentante Sindaci riuniti nel cartello degli insistenti "dipanati": "D'accordo, con la promessa però di rivedere i compensi in funzione dell'inflazione e di quanto previsto dalla "commissione provinciale" in tema di compensi minimi previsti per gli amministratori pubblici. Avete già in mente qualche strategia che consenta di aggredire ed incalanare il traffico locale all'interno delle pur convergenti strutture autostradali?".
Amministratore delegato: "... si, dunque, si tratta di ben poca cosa... noi prevedevamo, al fine di migliorare anche la situazione dei paesi che si trovano lungo l'A. o che addirittura sono tagliati in due da questo "ecomostro" di prevedere una serie di "regolatori policalienti del traffico", una serie di segnali stradali di eccesso di velocità che consentano ai paesi "limitrofi" di godere di una maggiore sicurezza e di aumentare la coesione sociale, che, allo stato attuale, risulta essere frantumata dai veicoli che sfrecciando a folle velocità impediscono i contatti e lo sviluppo delle relazioni umane, nonchè di minimizzare il rischio per quei temerari che, in barba alla propria incolumità personale, si azzardano ad attraversare"
Rappresentante Sindaci riuniti nel cartello degli insistenti "dipanati": "... Bene, se ben comprendo chiedete di installare in certi tratti di strada, congiuntamente, dei cartelli di limitazione della velocità e autovelox ed in altri impianti semaforici regolatori del traffico extraurbano".
Amministratore delegato: "... Esattamente, in questo modo, ritengo, possa essere garantita una maggiore sicurezza stradale ed una sensibile riduzione degli incidenti stradali che nel nostro paese sono ormai una piaga purrulenta. Che mi dice a prosito del quadro normativo esistente? Queste misure di "igiene pubblica" sono in accordo con quanto previsto dalle leggi vigenti?".
Rappresentante Sindaci riuniti nel cartello degli insistenti "dipanati": "Questo non è un problema. Qualora fosse necessario potremmo intervenire con una nuova normativa, come previsto dalla "camera alta" della "commissione nazionale" che ha sancito proprio nel corso dell'ultimo governo che "le misure normative devono necessariamente contribuire a creare sinergie tra mondo degli affari e sistema della rappresentanza politica. Fatta questa precisazione, direi che il quadro normativo relativo alle questioni che stiamo affrontando si presta particolarmente al raggiungimento simultaneo della individuazione di risorse da destinare al fabbisogno pubblico e a una più stretta sinergia tra politica e mondo degli affari. Esiste un solo elemento capace di ostacolare il raggiungimento degli obiettivi posti, ma si tratta di qualcosa di facilmente aggirabile. Mi riferisco in particolare al fatto che l'autovelox va segnalato, e in quanche modo può rappresentare un ostacolo - che a voi interessa, eventualmente, solo indirettamente-, al "drenaggio" delle risorse tramite lo strumento delle multe".
Amministratore delegato: "No, al contrario sono fortemente interessato, dato che un un numero congruo di miei congiunti sono impiegati pubblici e, con l'aria che tira, non vorrei rimanessero senza stipendio".
Rappresentante Sindaci riuniti nel cartello degli insistenti "dipanati": "Come si sa la velocità è il fattore più importante in relazione alla sicurezza stradale, dato che esiste una forte relazione tra alta velocità e mortalità (sembra che la correlazione tra queste due grandezze sia del -1%) e il Codice della strada fissa i limiti per strade, autostrade, stradine, stradotte, stracotte, stradette..., ma la cosa importante è che il Comune può fissare limiti di velocità diversi da quelli previsti. È pertanto possibile creare un piano funzionale e diversificato delle diverse velocità in funzione degli obiettivi che di volta in volta vengono posti. Va inoltre osservato che al valore rilevato dall'autovelox si applica la riduzione di un risibile 5% che, tenendo in conto che non sempre il contachilometri è preciso, rende questa operazione una vera manna per le casse pubbliche. Ultimo, ma non per ultimo, elemento da tenere in considerazione è la distanza dei cartelli segnalatori dei dispositivi di autovelox. Anche qui si può agire con la più ampia discrezionalità. anche se l'art.142 comma 6-bis del codice della strada impone che le postazioni di controllo siano ben visibili ed identificabili con cartelli, la distanza del segnale stradale di preavviso non viene stabilita, deve essere, soltanto, "adeguata" e dunque può essere regolata a piacimento. Terminato questo inciso possiamo tornare a discutere i termini dell'accordo."
Amministratore delegato: "allora, ritenete possibile modificare ed incrementare lievemente la dislocazione di questi elementi di crescita della sicurezza stradale e di stimolo dell'attività economica locale e nazionale?"
Rappresentante Sindaci riuniti nel cartello degli insistenti "dipanati": "Si può fare, io, per me voglio, per la mia opera di intermediazione, 80.000 n, poi sarà necessario contattare a vostro carico e senza coinvolgimento delle superiori autorità competenti, i locali uffici "disinfestazione, apposizione cartelli, autovelox e segnali semaforici", Potete rivolgervi ai geom./rag. Squarcia, Bacigalupi, Linfonodi, Lucidi, Maligni... qui ho un prospetto dei singoli funzionari da contattare. Sono particolarmente lieto e sollevato che questa intesa si raggiunga. Questa opera consente, come ho già detto, in un solo provvedimento di regolamentare il traffico extra-urbano e di reperire risorse per le casse, ormai dissanguate, degli enti pubblici... Ottimo".
Concordemente con il piano concertato tra enti pubblici e imprese private, sul primo tratto della strada A., sono sorti cartelli e semafori in quantità tale da ostacolare, sempre in accordo ai dettami della "sicurezza stradale", fortemente, e, al limite, impedire la circolazione sulla strada pubblica ed incrementare quella sulle strade "private", ma costruite con i soldi pubbilci.
Il tutto funzionò a meraviglia per 8 mesi, i mesi autunno/invernali/primaverili, ma poi tutto il sistema implose con la stagione estiva. Su questo tratto si formò una fila ininterrotta di veicoli di 50 km che non fu, almeno a detta della competenti autorità pubbliche, dipanare, e, sotto un sole cocente, morirono 50 persone per disidratazione, come i cetacei che "spiaggiano", mentre altre, quelle ancora in grado di camminare, abbandonarono l'auto per dirigersi verso le località più vicine. Dopo 15 giorni di infruttuosi tentativi di "sciogliere" lo spaventoso "ingorgo stradale" l'A. e tutte le strate che la intersecavano vennero chiuse definitivamente. Rimase una sola strada, quella a pagamento, i paesi e gli agglomerati urbani, situati lungo A. si "spopolarono" con notevoli perdite finanziarie e patrimoniali per gli incolpevoli proprietari degli immobili situati in quella zona. Gli unici agglomerati urbani che rimasero furono quelli vicini agli svincoli autostradali, che, invece conobbero un periodo di boom edilizio, con notevoli effetti positivi per l'economia nel suo complesso. È così che nacque, prima ancora che nella realtà, nelle menti perverse degli uomini, la strada a "pagamento", che con l'andare del tempo, come sempre succede nell'evoluzione naturale delle cose, interessò tutti i luoghi e venne estesa anche ai pedoni. Gli attori principali della "trattativa" che portò alla chiusura definitiva della vecchia, gloriosa strada A. fecero, tutti, una strepitosa carriera, nel settore verticalmente integrato privato/pubblico.