domenica 13 novembre 2011

Forzatura
cIÒ cHE sEPARA dAL cOMUNISMO e dALLA lIBERAZIONE è "sOTTILE cOME uNA fETTA dI pROSCIUTTO", mA pIÙ dURO dELL'aDAMANTIO.
non è la tecnologia;
non è la conoscenza;
non sono i padroni - minuscola escrescenza tumorale;
non è lo stato;
non è la finanza;
non è ...
è solo l'incapacità ad adottare un criterio di ripartizione della ricchezza prodotta paritario, condiviso, e diverso dalla forza bruta.
La ricchezza, che in fase di creazione è, a tutti gli effetti, un prodotto sociale,  da luogo a problemi insormontabili nella redistribuzione.
In tempi passati e non sospetti si sarebbe potuto dire :"la storia non ha ancora elaborato un criterio di divisione", trattando quel che confligge senza speranza di ricomposizione come un "prodotto combustibile ancora giovane". Speriamo che sia così, che non si tratti dell'illusione di un qualche poveraccio che si aggrappa a questa ipotesi come ultima speranza... e speriamo pure che non sia come il petrolio, che per "maturare" ha bisogno di milioni di anni. Speriare,  si,  si deve ("la speranza è l'ultima a morire... oppure la morte è l'ultima speranza")...  anche perchè il tempo necessario alla "maturazione" di questo nuovo criterio di redistribuzione, non c'è. Il capitalismo ha già abbondantemente superato le potenziali risorse terrestri disponibili. È per questo che è necessario operare una nuova forzatura.
L'impresa sembra disperata. È quasi come "mutare l'acqua in vino" o, "moltiplicare i pani e i pesci"... senza considerare che l'economia è un esempio mirabile di ricorsività (dove la "logica" umana, questa misera cosa,  risulta non applicabile), con un grado di complessità simile alla dinamica dei fluidi.

sabato 12 novembre 2011

Vocazione al pubblico
Se lo Stato mascherato da "pubblico" ha l'incontenibile tendenza a trasformarsi in "privato", come "privato" potremmo provare a mutarci in "pubblico", isolando  e confinando in un lazzareto lo "stato", tutti i suoi servi e i succhiasangue.
Un fulgido esempio di "vocazione al pubblico" è il "software libero".
TOGLIERE L'ACQUA AL "PESCE" "STATO" PER LASCIARLO AGONIZZANTE SUL FONDO DI UNO STAGNO ORMAI PROSCIUGATO!!!!!

mercoledì 9 novembre 2011

dIAVOLO E ACQUA sANTA
Per me che non considero lo stato una comunità organizzata su un territorio o in qualsivoglia altro ameno modo, ma come brutale "monopolio della forza armata" orientata per lo più a fini eversivi e contro la stragrande maggioranza della popolazione, "pubblico" non può essere in alcun modo accostato, neppure lontanamente, a "stato".
Sarebbe come mettere insieme il "dIAVOLO" E "L'ACQUA sANTA".

lunedì 7 novembre 2011

Pollaio globale.
Sono un pollo e vivo nel famoso pollaio globale. Il tempo in cui vivo è un tempo disgraziato, dove ormai si sono definitivamente affermate certe virtù. Tutti i polli sono stati contagiati da una epidemia/pandemia o anche influenza aviaria. I valori riconosciuti si basano sugli impulsi originari dei bipedi che sono, si sa, tra i più stupidi in natura. Niente di nuovo sotto il cielo. È bello veder sanguinare/soccombere, e devo dire, a me personalmente smuove un non so che nelle parti basse. L'eccitazione solletica il ventre e mentre penso infliggo penitenze. il rullo compressore non si ferma fino a che ha carburante e al fin di ritrovarsi sotto le luci della ribalta. I famosi quindici minuti di gloria che non si negano a nessuno. Tutti i polli cercano affermazione individuale. Ragionano, dibattono... si scontrano... propongono. Usano tonellate di argomentazioni, pane e logica formale, per poter arrivare a coltivare, in santa pace, il proprio orticello. Perchè la nota si dice dominante? Perchè predomina su tutto, altrimenti non sarebbe tale. La persistenza prevalente per la prevalenza solo è. Il cerchio della vita risulta spezzato o quantomeno interotto e/o menomato. Non esiste meta, neppure apparente. Tutto rotola con la stessa "isterica causalità di una moneta lanciata in aria" o di un dado gettato contro u muro. Il confine formale trionfa sulla linea piatta dell'encefaloramma e tutto l'argomentar è in fine in se.
Ognuno secondo le proprie inclinazioni e nel proprio ambito. MicroVettori orientati all'oggetto, con tanto di freccettina appuntita, pronta a far microsanguinare tutta la mocrosfera di riferimento, si scontrano, per il solo esclusivo piacere di scontrarsi, con ogni entità, terrena o ultraterrena che casualmente li incrocia. Ogni ragionamento è originariamente fallato. come un dente marcio batte e lentamente muore. Ecco il regno dei necrofori/necrofili. Nella dOMOCRAZIA È possibile scegliere dOmocraticamente. Vivo in un mondo di musicisti, attori, registi, pittori, scrittori, politici, scienziati che hanno solo stomaco, intestino e culo.
Piccoli e grandi onanisti dell'anima hanno smarrito il senso delle cose e hanno come obiettivo unico e primario prevalere, abbattere e calpestare al posto di "credere, obbedire e combattere". Il grazioso passatempo consiste nell'impagliare tutto ciò che è vivo, si muove e respira. Vivo in Un limbo ipertrofico di piccole meschine sozze aspirazioni individuali globalmente date. Il cervello è preda permanente di senile tremore iperattivo neuro-erotico e frenetica attività pre-sinaptica, in un universo nervoso che ormai discende direttamente, come una escrescenza fibroso cistica, da quello prettamente mercantile e produttivo. La qualità totale prevale ed invade anche la sfera individuale, sforna/sforma, "idee a mezzo di idee" persino durante il sonno. Vivo nel secolo della mente, dove anche il pollo più stronzo ha opinioni universali che devono per forza di cose diventare dominanti e prevalere secondo il noto schema iniziativo/personalistico. Intere schiere di lettori "Harmony" si candidano al ruolo di guida spirituale, danno esami di filosofia morale ed etica rosa e si propongono quale nuovo paradigma. La soggettività è esplosa e produce sfaceli. Vivo in un mondo senza amici e senza condivisione, ma, tanto per compnsare, "fotto" fino a scoppiare. Tutto si riduce a uno "sfregamento" superficiale fisico/intellettivo. Si fa "palestra". Fare pratica e dare libero sfogo ai propri io mega-lo-mani. Smania da impronta di se da lasciare a futura memoria nei secoli dei secoli. Non è più richiesto nemmeno il versamento di piccole goccie di sangue... Povero Piccolo Mondo stronzo e Anemico.
I corpi creano una distorsione "spazio temporale"; lo spazio è curvo
Io l'ho sempre saputo. Anche quello interiore lo è. Anzi, per dirla tutta, lo spazio interno è fisiologicamente gobbo e storpio, in modo che possa guardare agevolmente solo i propri piedi e più passa il tempo e più si curva fino
a che, al culmine di un esercizio di contorsionismo estremo, si spezza.
Sono circondato. Ovunque scorgo ostilità da e verso il mondo intero. C'è un non so che di "sinistro" nei polli, galli, galletti e galline tronfi e in cerca di affermazione che mi circondano. Schiere di egocentrici scoppiati non commisurati alle loro reali capacità in afflizione forzata.
Il mondo li ha trattati duramente e anelano occasione per ripagare con egual moneta più gli interessi. Sbranare il primo che mostra segni di cedimento. Il solo sguardo è già inquietante. Basta guardare dentro a quello del primo che la sorte incrocia. Al posto di "un lago senza fango e di un cielo d'estate sempre blu" si può scorgere melma, rifiuti speciali che abbisognano di tratamenti particolari, desideri inconfessabili, inappagati, infettati di bramosia e arsura che mai potrà essere estinta, nemeno dal saccheggio del mondo intero. Occhi senza vita si incendiano e diventano febbricitanti solo quando scorgono possibiltà di "fama e gloria", abbacinati da "illusione monetaria" a tutti i costi. Lo Spazio comune è decomposto e l'incendio divampa, ma anzichè spegnerlo, inconsapevoli idioti lo alimentano. Tutti sono affetti da sindrome nimby e stanno fuggendo verso una immaginaria, irreale, fittizia, inesistente uscita di sicurezza, arraffando oggetti pressochè inutili, altrettanto immaginari e fittizi, in grado solo di comprimere il "tempo per unità di prodotto". Sono circondato da potenziali serial-killer. L'insicurezza è un potente acido corrosivo capace di corrodere la più salda volontà e i sentimenti più nobili. Mancano i presupposti. È necessario solo tempo e casualità perchè si manifestino, per scatenare la giusta combinazione di frustrazione, delusione e sogni infranti, una volta realizzato che al di fuori degli angusti limiti individuali c'è solo ostilità. È una fortuna che, estinte le dimensioni collettive, nascano e si sviluppino assorbitori di follia. Gigantesche spugne raccolgono i prodotti della necrosi celebrale che affligge tutti. Benedetta sia la "televisione" e benedetta sia "internet": bende capaci di coprire piaghe purrulente e di impedire che, scoppiando, sporchino il quanto si vuole piccolo intorno di minuscoli punti di accumulazione. Sono all'interno di un gigantesco pollaio. Non c'è scampo per i deboli e poveri, necessariamente destinati a soccombere. Le galline attaccano e finiscono a beccate chiunque si si "macchiato", solo che, inevitabilmente, dopo ogni distruzione qualche altro individuo, si macchia e viene a sua volta abbattuto, fino alla distruzione totale, finalmente, del famoso "pollaio globale".

mercoledì 2 novembre 2011

Pubblico.

Ecco cosa dice il dizionario etimologico on line di "Pubblico"

"Pubblico=Che appartiene a tutto il popolo; Che concerne tutto il popolo; quindi Comune a tutti; Sentito da tutti; Fatto per tutti; Noto a tutti; opposto a Privato.
Pubblico differisce da Comune, di cui nessuno ha la proprietà, ma tutti gli uomini hanno l'uso come l'aria, l'acqua del mare e simili, mentre ciò che è pubblico è di dominio di una città e l'uso n'è più limitato, come i teatri, i tempi, le piazze e le vie".

Ecco cosa dice il dizionario di italiano di Sabatini Coletti di "Pubblico"

"pubblico

1 [pùb-bli-co] agg. (pl.m. -ci, f. -che). 1 Che riguarda, interessa tutti i cittadini, l'intera collettività: salute, utilità p.; in partic., di proprietà, attività ecc., finanziato, gestito dallo Stato (si contrappone a privato): mezzi di trasporto p.; azienda, scuola p. || p. amministrazione, l'attività esercitata per realizzare i fini istituzionali dello Stato; il complesso degli organi che svolgono tale attività | p. impiego, il complesso dell'attività lavorativa svolta alle dipendenze dello Stato; i dipendenti ad essa addetti | servizi p., quelli ritenuti indispensabili per la collettività e pertanto forniti dallo Stato o da enti statali senza scopo di lucro (p.e. trasporti, sanità, telecomunicazioni) | cosa p., lo Stato, l'amministrazione statale | forza p., la polizia e le forze militari | P. Sicurezza, autorità preposta alla sicurezza pubblica | p. ufficiale, chi è investito di cariche pubbliche con funzioni legislative, amministrative o giudiziarie | p. ministero (abbr. p.m.), magistrato che nei processi penali rappresenta e tutela gli interessi dello Stato 
2. Condiviso da tutti i membri di una comunità, ad essi comune SIN generale: riscuotere la p. stima; noto a tutti, risaputo, palese: rendere p. una notizia 
3. Che può essere frequentato, utilizzato da qualsiasi persona: locale, giardino p.; che avviene, di fatto o idealmente, alla presenza di tutti: fare una p. confessione || p. esercizi, negozi, bar, ristoranti ecc."
C'è una differenza abbastanza sorprendente.
Nel Coletti "pubblico" sembra sinonimo di quel che è gestito e/o finanziato dallo stato e/o che serve a realizzare i fini istituzionali dello stato. Ma è proprio così? Solo attraverso un tipo particolare di agente -lo sTATO - si può concretamente realizzare ciò che è pubblico?
Tutta l'esperienza della rivoluzione russa è all'interno di questo modo di considerare il "pubblico". A partire da ciò si è originato un equivoco all'interno del quale ancora oggi "pubblico" è strettamente connesso e confuso con sTATO. Ciò aveva un senso all'interno dell'"anomalia leniniana". Se la leva politica diventava lo strumento principe per la realizzazione di una società "socialista", allora necessariamente il pubblico doveva tendere a coincidere con lo stato.
Oggi che il politico è molto meno autonomo di quel che sembrava è ancora così?
L'esperienza del free software può essere ricompresa nel "pubblico"?
In quanti e quali modi si può "coniugare" "pubblico"?